Armonizzare l'atmosfera

Transverberazione Francescana in un originale dipinto della Chiesa della Nunziatina a Todi e altre questioni

Transverberazione Francescana in un originale dipinto della Chiesa della Nunziatina a Todi e altre questioni

Transverberazione Francescana

San Francesco è stato il primo santo nella storia della Chiesa ad avere ricevuto il dono delle stimmate,

sebbene un passo di una lettera paolina, della lettera ai Galati, potrebbe far pensare che anche San Paolo abbia avuto il medesimo dono.

(Gal 6,14-17) 

Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 
E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.

Una statua molto originale di Padre Pio che i suoi figli spirituali hanno posto davanti una chiesa di Todi

 

 

Stimmatizzazione

San Francesco ricevette le stimmate sul monte della Verna due anni prima di morire.

La cosa era difficile da tenere nascosta e venne resa pubblica solo dopo la morte,

da frate Elia con una lettera enciclica  inviata a tutte le provincie del neo nato ordine francescano.

Quello delle stimmate è un fenomeno di carattere ‘carismatico’, un dono soprannaturale.

Francesco ricevette nelle mani e nei piedi e nel cuore le stesse piaghe che furono inflitte a Gesù

e che Gesù conservò anche da risorto,

tanto che poté chiedere a Tommaso di mettervi dentro il proprio dito.

Nel racconto delle fonti Francesco ha la visione soprannaturale di un serafino con sei ali

nel cui mezzo compare una effigie di un crocifisso.

Solo al termine di quella visione nelle sue mani e nei suoi piedi

appaiono i segni della passione di Cristo

in modo così tangibile da vedersi le capocchie dei chiodi e le punte dall’altra in mezzo alla carne,

mentre il cuore pare come trapassato da una lancia tanto che sporca tonaca e mutande del santo!

Transverberazione francescana

Questa transverberazione francescana dunque c’è ed è raccontata nelle fonti,

ma nella chiesa della Nunziatina di Todi in un quadro di Andrea Polinori

l’impressione delle Stimmate di  San Francescono diventano soprattutto una transverberazione

(anche se transverberazione francescana)

come la nota Transverberazione del Bernini a Santa Maria della Vittoria a Roma

in cui il ruolo del serafino e degli angeli diventa più importante di quello delle fonti francescane.

Deus meus et omnia
Transverberazione Francescana
Aut Pati Aut Mori

Sacra Rappresentazione

Nel quadro infatti, scompare l’effigie del Cristo crocifisso, compare invece una croce di legno in basso a destra

accanto ad un teschio che richiama quella morte che Francesco consapevole che è  l’ultimo dei nemici che sarà annientato  

per prima la riconobbe come una sorella, sorella Morte, completando la sua rivoluzione dei valori iniziata

con lo sposalizio di Madonna Povertà e il totale disprezzo del denaro.

Il Serafino con le sei ali, appare divertito come quello del Bernini, un protagonista,

ma ancor più protagonista nel suo soffiare intenso è il Vento

che piega gli alberi cresciuti sul colle disegnato nel lato opposto a quello dove si trova il serafino:

Il Vento forte dello Spirito!

San Francesco lungi dall’apparire inginocchiato come nelle rappresentazioni classiche di Giotto

appare sorretto da un angelo che lo sostiene nella sua estasi mistica, mentre un altro angelo lo delizia con una viola.

In quest’ultimo particolare sembra che ci  sia una sovrapposizione del  racconto della Verna

con quello di un altro racconto avvenuto in quei di Rieti il miracolo dell’Angelo che suona per consolare Francesco,

clicca QUI  per ascoltarlo da Frate Luciano nel suo intervento inaugurale del convegno sulla diaconia angelica a Greccio.

Altre Questioni

Fortezza di Dio nell’Umiltà di Maria

Nella volta e in uno degli affreschi della cappella si assiste ad una sorta di consegna della Parola da Dio Padre a Gabriele.

Gabriele, uno dei sette spiriti che sta davanti al trono di Dio, riceve la Parola da trasmettere a colei che sola può

integralmente ascoltarla, perché svuotata completamente di sé ha tutto lo spazio per divenire la Piena di Grazia.

Allattamento in pubblico

In una originalissima adorazione dei pastori, Maria pare prendere una posizione favorevole al dibattito odierno

sulla convenienza o meno dell’allattare delle donne in pubblico.

Chissà se la questione era anche dei tempi in cui fu realizzata l’opera …

Il tema dell’allattamento e della maternità e del ruolo della donna era assai sentito,

tra i compiti delle confraternità anche quello di trovare i soldi perché le ragazze trovassero marito!

La cosa ci può far sorridere ma era un altro mondo, un altro modo di concepire i rapporti sociali,

non è detto che sia meglio il nostro.

Stabat Mater Dolorosa

Chi non conosce questo inno meraviglioso e tanto popolare in cui si descrive la Madonna Addolorata del Venerdì Santo?

Non si ha assoluta certezza però dell’autore, probabilmente ignoto, anche se qualcuno lo attribuisce a San Bonaventura da Bagnoreggio

e più comunemente viene attribuito a Jacopone da Todi.

Nella chiesa della Nunziatina, questo dubbio è risolto, sotto l’immagine di Jacopone da Todi, la più pregevole dal punto di vista artistico,

compare la scritta ‘Stabat Mater Dolorosa’ che giustifica la presenza del santo nella chiesa dedicata a Maria,

è infatti il compositore dell’inno mariano più popolare al mondo.

Conclusione

La visita alla chiesa della Nunziatina è un continuo scoprire particolari su particolari, potrebbe durare ore,

qui sotto il video di un racconto di un confratello della confraternità della Nunziatina, Nunzio Seminara, che ne spiega alcuni.

Seguono dopo il filmato alcune foto di alcuni particolari interessanti che si possono scoprire nella cappella della Nunziatina

che passando da Todi non si può omettere di visitare.

Claudio Pace Terni 2 Settembre 2017 sulla Transverberazione Francescana

Galleria Fotografica

 

 

Perdono Con il perdono i nemici perdono la battaglia dei sostenuti

Perdono Con il perdono i nemici perdono la battaglia dei sostenuti

Perdono

Il San Francesco più contento dei tanti che l’iconografia francescana conserva, specie nel Centro Italia, pare essere  quello del San Francesco che si sente perdonato a Poggio Bustone.

E non si trova Poggio Bustone ma nel vicino santuario di Greccio, in una delle chiese più antiche della francescanità costruita proprio sopra la roccia dove fu celebrata la Santa Messa in una memorabile notte di Natale.

Francesco è inchinato, verso una immagine perduta, forse una immagine della Madonna Degli Angeli, ed è visibilmente contento per avere ottenuto il perdono dei suoi ‘peccata’ come si intuisce nella parte di scritta del cartiglio ancora visibile.

Francesco perdonato

Nella galleria fotografica riporto diversi particolari del Francesco Perdonato.

Si noti che tra le montagne che nel dipinto appaiono accanto al convento di Poggio Bustone appare qualcosa.

Forse per un gioco casuale dovuto ad una macchia di umidità o per uno scherzo del pittore, compare una figura angelica, la vedete anche voi?

Novità del Cristianesimo

Giovanni il Battezzatore iniziò immergendo le persone del suo tempo nel Giordano per impetrare la remissione dei peccati.

Predicato da Gesù con le parole, dato da Gesù con grave scandalo dei suoi interlocutori (solo a Dio veniva concessa questa autorità di perdonare),

il perdono è al centro della Buona Notizia, dell’annuncio Cristiano.

Gesù perdona coloro che gli danno la morte di croce  e lo stesso fanno Stefano e Paolo e tutti coloro che seguono gli insegnamenti di Gesù.

Perdonare come apice del Cantico

Francesco sente questa dimensione del peccato, come dimensione fondamentale della vita.

Se non ti riconosci peccatore, non puoi sentire il bisogno del perdono, se non senti il bisogno del perdono, non puoi incontrare l’Amore e la Misericordia di Dio che ti attira ma non ti costringe a se.

Il cantico delle creature, senza questa dimensione è monco, con il perdono invece si avvia al senso vero di tutte le cose:

Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.

Contemplare Dio e le cose belle che ha fatto, è bello,

è immergersi per guardare con la forza cosmica di Dio,

ma perdonare, dare il perdono ai propri nemici, ci da forza mistica, una forza che arricchisce il nostro spirito dando un senso a tutte le cose.

Effetti pratici

Con il perdono poi, e questo l’ho imparato dalla spiritualità della terziaria francescana Franca Cornado, i nemici perdono la battaglia dei sostenuti.

Perdonando si toglie il combustibile principale dell’odio, quel mantenere quella posizione da sostenuti che divide popoli e persone.

Quel punto di orgoglio, che impedisce di parlare, di chiarire, di capire prima di tutto gli errori e il male che abbiamo fatto.

Insomma ci sono mille buone ragioni, per chiedere scusa e perdonare …

Claudio Pace 29 7 2017

Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo

Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo

Intra Tupino

Sperando di fare cosa gradita riporto  a seguire il testo scritto del mio intervento introduttivo dell’incontro che abbiamo tenuto a Santa Maria degli Angeli, lo scorso 17 Giugno sul tema dell’Acqua Viva che aveva come pre-titolo un verso  tratto dal Paradiso di Dante (Par XI,43).

Si tratta dell’incipit del panegirico di San Francesco che Dante fa fare al domenicano San Tommaso d’Aquino:

Intra Tupino e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo.

La mia introduzione analizzando il brano dantesco vuole offrire degli indizi per una ermeneutica del Cantico di Frate Sole, come cantico sponsale alla stregua del Cantico dei Cantici.

D’altra parte è a tutti noto che lo stesso cantico di frate sole si ispira con molta probabilità al Salmo 148 e al Cantico dei Tre Fanciulli di Daniele  (Dn 3,58-ss).

Due brani biblici che applicano il principio maschile-femminile che guida il racconto della creazione di genesi che culmina nella creazione dell’uomo come coppia maschio-femmina:

Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. (Gen 1,27)

Claudio Pace 21.06.2017 Intra Tupino

Non dica Ascesi

Subito un ricordo, e un ringraziamento a Francesco Bindella che il 29 agosto del 1990, nel ventitreesimo anniversario della fondazione del Movimento Carismatico di Assisi (quest’anno ricorre il cinquantesimo), alla presenza del fondatore, la terziaria francescana Franca Cornado (+Brescia 1993), sapendo della mia passione per Dante Alighieri, mi fece tenere una conferenza a Villa Santa Tecla (Palazzo Assisi), proprio su questo brano del Paradiso di Dante.

Fu un’esperienza molto bella, parlare con Dante dei luoghi di Francesco nella terra di Francesco, esperienza che oggi mi è concesso di ripetere.

Di essa recentemente è stata ritrovata una registrazione che ho messo subito nel mio blog  su una pagina molto cliccata, dal titolo ‘Non dica Ascesi che direbbe corto, ma Oriente

Oggi solo qualche breve cenno a mo’ di introduzione alla giornata dedicata all’Acqua Viva … Luoghi, simboli, valori e spiritualità

Par XI,43-54

Intra Tupino e l’acqua che …

Tupino e Chiascio due corsi d’acqua, relativamente piccoli, non famosi, non lunghi …

Vengono posti da Dante all’inizio della descrizione del cammino francescano proprio per dare l’idea dell’Umiltà, dell’Acqua Viva dello Spirito presente in Francesco   e di come le cose grandi sorgono sempre da cose piccole.

Ezechiele 47

E forse anche con un richiamo biblico al brano profetico di Ezechiele  47:

[1] Mi condusse poi all’ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente.
Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare.
[2] Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
[3] Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia.
[4] Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio.
Misurò altri mille cubiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi.
[5] Ne misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non potersi passare a guado. […]

Intra Tupino indizi

Par XI, 55-57

Stiamo parlando di Francesco e madonna povertà, certamente, o no?

Già i versi 61-63 potrebbero applicarsi tout court a Francesco e Chiara, al loro mistico sponsale:

e dinanzi a la sua spirital corte
et coram patre le si fece unito;
poscia di dì in dì l’amò più forte.

Dante non parla mai di Santa Chiara, che, nota bene, ebbe da papa Gregorio IX il privilegio della povertà (il 17/9/1228).

Par XI,73-78

I versi 73-75 Confermano, sono Francesco e Madonna Povertà!

Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
prendi oramai nel mio parlar diffuso.

Ma i versi 76-78 insinuano il dubbio:

La lor concordia e i lor lieti sembianti,
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi; 

Si possono applicare al mistico sponsale tra Francesco e Chiara senza cambiare una parola.

Forse c’è un riferimento ad un episodio dei Fioretti (cap. XV) ambientato qui a Santa Maria degli Angeli dove … Si narra di come Santa Chiara mangio con Santo Francesco e i suoi frati con tanto fuoco d’amore che fu scambiato dagli abitanti del posto per un grande  e pericoloso incendio!

Fecondazione mistica

Par XI,79-84

I figli di questo sponsale mistico sono coloro che seguono il loro stesso ideale di povertà.

tanto che ’l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, li parve esser tardo. 

Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
dietro a lo sposo, sì la sposa piace. 

Vengono menzionati, non a caso, Bernardo, Egidio e Silvestro in modo triadico, ricordando le triadi evangeliche, «Pietro, Giovanni e Giacomo» o le tre donne che vanno alla tomba vuota del Cristo risorto, tomba echeggiante del Nome Divino:

«IO SONO … la resurrezione e la vita!».

Par XI,109-115

Intra Tupino

Quando a colui ch’a tanto ben sortillo
piacque di trarlo suso a la mercede
ch’el meritò nel suo farsi pusillo, 

a’ frati suoi, sì com’ a giuste rede,
raccomandò la donna sua più cara,
e comandò che l’amassero a fede;

e del suo grembo l’anima preclara
mover si volle, tornando al suo regno,

e al suo corpo non volle altra bara. 

Nei  versi 115-117 un altro indizio, il termine ‘preclara’ molto simile al termine ‘clarite’ utilizzato nel cantico delle creature.

Il verso nasconde forse un omaggio a Chiara e alle dame che vivono a San Damiano nella casa costruita con le sue mani, in quel luogo dove, il ‘mancato cavaliere’, si sentì dire: «Francesco, va’, ripara la mia casa che come vedi è tutta in rovina».

Dante come è noto curava termine per termine senza mai lasciare al caso nemmeno una parola delle sue, e il termine preclara, fa proprio pensare che si sia ispirato al termine molto simile usato nel Cantico di frate Sole, omaggio forse per Clara e le sue sorelle: Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.

Il Sole Sposo

Non dimentichiamo che siamo nel cielo del Sole che nel Salmo18(19) viene definito come lo sposo che esce dal talamo nuziale(5a).

I salmi come il cantico dei cantici e hanno attinto a pieno mani dai canti di amore egiziani (molto ben studiati dal qui presente frate Alviero Niccacci)

Il Cantico delle Creature  che ha per nome anche Cantico di frate SOLE, è un canto sponsale come il Cantico dei Cantici?

Cantici che prefigurano lo sposalizio tra creatura e creatura messe insieme da Dio (connubio mistico), tra Dio e Creatura (connubio divino), tra Dio e Creato (increazione).

Dio amore è il protagonista di questo amore che fa sentire Dio più Dio.

Intra Tupino
«I buoni mi fanno sentire ‘Padre’,    i santi mi fanno sentire ‘Re’,  i nuclei trinitari mi fanno sentire … ‘DIO’». (Dalla Spiritualità della Terziaria Francescana Franca Cornado).

Dio, che è Amore, è in mezzo a questo amore sponsale che trasforma la coppia da Lui scelta  in un nucleo trinitario:

(lui, Dio, lei).

E Dio si compiace di esso!

Intra Tupino conclusione dell’introduzione

Ritornando all’inizio, ma giusto per concludere, si noti che il Chiascio non è citato esplicitamente per nome.

Esso viene indicato con una perifrasi “e l’acqua che discende del colle eletto dal beato Ubaldo” ricca di benedizioni e di cose sacre: colle, eletto, beato.

Un ulteriore indizio per far capire che Dante parlerà in modo non esplicito di Chiara che sta a Francesco come Beatrice sta a lui, Dante?

Il pozzo a Te mi ha unita,  il pozzo in Te mi ha fatta entrare.  Altro non v’era tra noi  che il suo splendore profondo, vibrante come chiara pupilla  nell’orbita di pietre. Il pozzo mi ha introdotta nei suoi occhi,  in essi mi ha chiusa. San Giovanni Paolo II uno dei santi più santi che ci sono stati sulla terra che ho incontrato nel Febbraio del 1993

Ermeneutica

Con queste precedenti abbiamo brevemente esposto una ermeneutica dei versi del Paradiso di Dante su San Francesco.

Versi che partono proprio dall’Acqua.

Nelle prossime approfondiremo l’Acqua, l’Acqua Viva, come simbolo e valore spirituale, dal punto di vista biblico

Ma approfondiremo anche i luoghi della valle descritta da Dante e vissuta da Francesco: la Valle Mea Spoletana.

Non ometteremo di parlare dell’acqua anche come fonte di energia pulita e rinnovabile, che di più nel secolo scorso, ma ancora oggi in Umbria, viene utilizzata per produrre energia elettrica rispettando l’ambiente.

La poesia di San Giovanni Paolo II anticipa gli archetipi della fonte e del pozzo oggetto della relazione di Francesco Bindella.

Intra Tupino la cascata delle Marmore
I Mistici Sponsali detti Nucleo Trinitario per la Trinità in lui e la Trinità in lei e la Trinità che Sono Io che li avvolge. Così vorrei la mia Chiesa del futuro: Nucleo Trinitario più Nucleo Trinitario (quelli che saranno all’avanguardia della spiritualità). L’amore dei Mistici Sponsali è talmente elevato che è come l’acqua tramutata in schiuma… possiamo dire che la schiuma non è più acqua? Dalla Spiritualità della terziaria francescana Franca Cornado ( Brescia 28.4.70)

Vescovado Assisi a porte aperte tra memoria e nuova evangelizzazione

Vescovado Assisi a porte aperte tra memoria e nuova evangelizzazione

Vescovado Assisi

Nuova Evangelizzazione

Quando si pensa ad Assisi, si pensa a San Francesco e Santa Chiara, si pensa a Giotto e alle sue bellezze artistiche, si pensa a Papa Francesco e ai papi da Giovanni XXIII in poi che l’hanno visitata e messa al centro dell’attenzione del mondo come la città della Pace, la città per eccellenza della salvaguardia del Creato.

Ma Assisi ha una dimensione ecclesiale comune a tutte le diocesi del mondo, ha il suo vescovo, i suoi pastori, le parrocchie, i suoi sinodi pastorali come in tutta la chiesa cattolica che appunto significa universale.

E come in tutta la chiesa, ad Assisi si sente l’anelito di una nuova evangelizzazione, nella quale come sostiene il vescovo Sorrentino, il ruolo dei laici assume grande importanza.

Il ruolo dei laici fu una delle novità del concilio che ormai ha compiuto più di mezzo secolo di storia, ma non per questo si può dire compiuto e realizzato, anzi forse di strada da compiere c’è ne è ancora tanta.

Vescovado Assisi a porte aperte

Di qui l’invito del Vescovo di Assisi nella sua storica casa, nella quale anche Papa Francesco è venuto il 4 ottobre del 2013.

Papa Francesco tenne un discorso memorabile proprio nella storica sala della Spoliazione, che ricorda il luogo dove Francesco si denudò pubblicamente degli abiti di suo padre Pietro da Bernardone cominciando una vita nuova, una nuova evangelizzazione, nella radicalità del Vangelo, vissuto integralmente prima ancora di essere annunciato.

Dopo l’incontro tra le persone della chiesa di Assisi con il proprio Vescovo, in cui protagonista è stato proprio il canto e la lode secondo l’antica tradizione della chiesa umbra, una visita guidata, dal direttore dei beni culturali della diocesi di Assisi, Francesca Cerri.

Una visita del Vescovado che è stata in realtà una visita nell’arte, nella cultura e nella memoria, dei cunicoli e dei luoghi esatti in cui Francesco spogliandosi poteva essere preso e bruciato direttamente come eretico ed invece ebbe il manto del vescovo Guido che lo accolse pur nella novità del suo straordinario carisma.

Vescovado Assisi luogo di rifugio per gli ebrei

Ma non solo Francesco nel Vescovado si trovano i luoghi dove numerosi ebrei hanno trovato scampo dalla furia della Bestia Nazista che voleva eliminare con le loro vite anche le radici della nostra fede e della nostra cultura, che sono radici giudaico cristiane, perché Gesù, Maria, Paolo, gli apostoli erano tutti ebrei e seguivano strettamente fino all’ultimo Iod della Torà.

Claudio Pace su Vescovado Assisi 18 Dicembre 2016

Melodia nascosta del Cantico delle Creature l’ipotesi di frate Alessandro

Melodia nascosta del Cantico delle Creature l’ipotesi di frate Alessandro

Melodia nascosta

Popoli e Religioni

Ristampa codice 338Ieri sera al film festival ‘Popoli e Religioni’ l’immancabile serata dedicata a San Francesco di Assisi con la proiezione del film di Elio Germano ‘il Sogno di Francesco‘, l’intervento della studiosa Chiara Frugoni e la presentazione dell’ipotesi della Melodia Nascosta del Cantico delle Creatureda parte di Frate Alessandro.

Il Sogno di Francesco

L’idea di presentare Francesco dal punto di vista di Frate Elia è originale anche se ricorda un po’ il famoso film Jesus Christ Superstar che era in fondo la presentazione di Gesù dal punto di vista di Giuda, che gli contestava in soldoni il non uso dei suoi poteri ‘magici’ per spazzare via il male dalla terra.

Nel film invece Elia contesta a Francesco la non malleabilità della sua prima regola e un eccesso di attaccamento alla povertà che avrebbe potuto mettere a rischio il futuro dell’ordine, destinato a sparire tra i tanti movimenti ereticali dell’epoca se non ci fosse stata  l’approvazione formale del Papa che trasformato una spiritualità in un ordine religioso, una impresa non molto facile da compiere.

Elia offuscato nelle fonti

Il regista, come ha giustamente osservato la studiosa Chiara Frugoni aveva la più ampia libertà di spaziare su quest’argomento, perché non c’è molto tra Francesco ed Elia, nelle fonti, subito messo in secondo piano dalla caduta in disgrazia del frate.

Nonostante l’amicizia con il papa, già cardinale di Ostia e primo protettore del nascente ordine,  frate Elia fu costretto a lasciare il comando e abbandonare l’ordine per trovare rifugio nello scomunicato re di Sicilia Federico II.

il Francesco di Elio Germano

Ma raccontando Elia ha raccontato bene Francesco?

Il suo film riuscirà a fare  come i film di Zeffirelli e della Cavani che hanno addirittura attirato vocazioni? Come ha testimoniato lo stesso Frate Alessandro che grazie ad un film su San Francesco comprese il cammino che avrebbe percorso e che sta percorrendo da frate minore.

La morte di Domenico, ferito durante  una manifestazione no global ante litteram, o la presa di posizione dura di un frate anti Elia che sembrava un pentastellato della prima ora ( che invece dello slogan ‘onestà’ diceva però ‘povertà’ ) diranno qualcosa ai giovani che hanno visto in sala o vedranno in televisione questo ennesimo film su San Francesco di Assisi?

Se ciò accadrà il sogno di Francesco e anche quello di Elio Germano saranno meno sogno e più realtà.

Carisma di povertà

Di fatto questo mondo di oggi così legato alle ragioni del mercato, del marketing, ha ancora tanto bisogno del carisma di povertà di Francesco, che nasce dal carisma stesso di Francesco, dai carismi appena sfiorati nella narrazione del film che si è concentrata solo sulle stimmate, anche queste raccontate da Elia e viste nei suoi effetti devastanti sul corpo di Francesco, ma non direttamente nella scena cosi ben descritta delle fonti del Serafino a forma di Crocifisso che segna le piaghe del Signore nel corpo di Francesco ormai destinato alla glorificazione, alla deificazione.

Chiara Frugoni

In pochissimo tempo, prima e dopo la proiezione del film, Chiara Frugoni ha raccontato due episodi legati a Francesco e ad Elia.

In uno ha descritto una scena, un quadro, non ho compreso bene, in cui si vedevano dei bellissimi troni vuoti e un demone, molto bello, ma con degli occhi chiusi.

Si tratta del fatto che i frati seguendo la vita di Francesco sono stati destinati ad occupare i troni abbandonati dagli angeli ribelli …

L’altro racconto, che sinceramente non avevo mai sentito, è quello di frate Elia che comanda, per santa obbedienza, ad un frate carismatico inglese morto, sepolto nella Basilica,  di non ottenere più miracoli, perché con la sua gloria avrebbe oscurato quella di frate Francesco … e il frate, morto, obbedì.

Leggenda che richiama questa al fatto che fu proprio Elia a rivelare al mondo, appena dopo la morte di Francesco, del dono delle stimmate ricevuto sul ‘crudo sasso’ della Verna e che pone il problema del rischio che la canonizzazione dei santi diventi un fatto di prestigio, che nel farli santi si perde qualcosa dello spirito stesso del santo che cessa quasi di essere un uomo come gli altri, con le passioni degli altri uomini, per diventare appunto un ‘santo’ …

Melodia Nascosta

Laudato Sii Mi Signore
Lo studio dell’antico codice 338 dove purtroppo non è stata scritta la notazione musicale è stata utile a frate Alessandro per capire quella che poteva essere l’antifona.                                        Clicca QUI se vuoi la spiegazione fatta dal prof. Emore Paoli sull’architettura celomondana del cantico delle creature e la foto dove si vede bene come l’antifona finisce sulla parola benedizione. 

In questo contesto la testimonianza di frate Alessandro, che nei suoi primi tempi nell’ordine in quei di San Damiano rimane deluso di sentire ascoltare e recitare solo le parole e non la musica del cantico di frate sole che tanto amava ed ama, vista anche il carisma musicale che il Signore gli ha fatto.

Frate Alessandro, non da solo come ci tiene a precisare, ma con l’aiuto di tanti studiosi, ha raccolto così tanto materiale per cercare di capire come era la melodia nascosta del cantico di frate sole  da farci un libro.

E alla fine del percorso ( che forse non è ancora terminato chissà?) è venuta fuori una melodia di una lauda che ha me ricordato molto quella che ho cantato anch’io con il coro di San Francesco di Terni e che è quel famoso ‘Sia Laudato Santo Francesco‘ .

PlayList

Ecco comunque ( clicca QUI per visualizzarla) la playlist una parte delle cose dette da Frate Alessandro e il pezzo che ha cantato insieme con il pubblico del Festival Popoli e Religioni.

Che poi è stata la cosa più bella, il Cantico di Frate Sole non è stato fatto per gli studiosi di cose antiche e i musicisti, ma è stato fatto perché tutti lo cantassero prima con la musica e poi con la vita, specialmente quella parte, così attuale nell’anno della Misericordia, che riguarda il ‘Beati quelli che perdonano’ o quelli che troverà nella sua santissima volontà che la seconda morte non farà alcun male.

Giorgio Albertazzi

melodia nascosta 1
Un frammento del filmato di Gabriella Compagnone Sand Artist che ha realizzato una magnifica immagine evocativa del mondo francescano

La proiezione di Giorgio Albertazzi che legge il Cantico delle Creature alla Cascata delle Marmore, anzi con la Cascata delle Marmore è stata la bella conclusione di una serata dedicata alla poesia, forse più bella e significativa, della letteratura italiana e della spiritualità Cristiana ma anche quella di tutto lo spirito umano.

Se è vero come è vero che il cantico di frate sole scaturisce dal salmo 148 e dal canticum trium pueorum tratto dal libro di Daniele e che queste scritture, i salmi in particolare avevano assorbito indirizzandolo a JH lo spirito assiro babilonese e anche quello del culto monoteistico al dio sole, promulgato da un faraone ‘eretico’ e molto combattuto dalla casta sacerdotale egiziana molto legata agli antichi dei egiziani.

Giorgio Albertazzi ad un certo punto ha cominciato a canticchiare il cantico, a sospirare, gemere le parole, come se fossero i gemiti inesprimbili dello Spirito, questa esperienza lo ha sicuramente preparato a vivere la seconda morte e che questa non gli abbia fatto alcun male …

Ringraziamenti

Nel ringraziare il Vescovo di Terni, Stefania Parisi, Arnaldo Casali e i tanti collaboratori del festival Popoli e Religioni per la bella serata e per tutto il resto del loro impegno, formulo l’auspicio di vedere presto in rete il filmato di questa meravigliosa lettura di Giorgio Albertazzi!

Claudio Pace 19 11 2016 Melodia Nascosta