Armonizzare l'atmosfera

Giuseppe Schillaci Aspirate ai Carismi più grandi ed io vi mostrerò …

Giuseppe Schillaci Aspirate ai Carismi più grandi ed io vi mostrerò …

Giuseppe Schillaci

Sovrabbondanza

Aspirate ai carismi maggiori, ed io vi mostro una via secondo la sovrabbondanza recita la traduzione letterale del versetto biblico (ICor 1,12) che precede il famoso Inno alla carità o meglio Inno all’amore della prima lettera ai Corinzi di Paolo, che descrive quello che è stata la vita di Giuseppe Schillaci.

Non solo nella nostra Terni e in Umbria, ma in tanti parti del mondo era conosciuto per il suo stile di vita, sobrio e impegnato, per il suo amore alla scienza, per il suo impegno nel mondo dell’alta formazione che aveva la sua radice nella sua fede cristiana.

Una fede non solo astratta, teorica,  ma una fede atta, che sapeva trasformare l’amore per quel Dio Invisibile, nell’amore visibile per gli altri, che si chiamassero pazienti o colleghi, studenti o amici, come il sottoscritto che con Giuseppe condivideva molte cose.

Palermo
Giuseppe Schillaci con il giornalista di guerra Gian Micalessin durante il convegno sulla Siria a Terni in cui  fece da moderatore

Tra le cose che avevamo in comune, quella di aver fatto il medesimo percorso, dalla nostra amatissima terra di Sicilia, Palermo, all’Umbria, dove abbiamo messo radici, sentendoci umbri a tutti gli effetti pur senza mai smettere di sentirci siciliani.

Ed è proprio a Perugia, che ho conosciuto Giuseppe. Dopo una tavola rotonda organizzata da Cl, ci hanno presentati ricordandoci le nostre comuni origini.

Giuseppe si ricordava di me, dell’impegno condiviso in prima linea nel Movimento Per La Vita per il Sì all’abrogazione alla legge sull’Aborto, degli amici comuni.

Teologia e militanza

Quante cose avrei da raccontare di Giuseppe, quante volte ha ascoltato le mie ed io le sue.

Mi raccontava dei cambiamenti in atto nella CL di oggi, del suo desiderio di essere in prima linea nelle battaglie contro l’ideologia gender per la difesa della famiglia naturale e del suo volere vivere con coerenza lo spirito di Don Giussani che gli conquistò il cuore da ragazzo.

Con Giuseppe si parlava anche di Teologia, quando gli regalai Boanarges, il libro di un mio amico teologo, lo lesse avidamente, e mi dimostrò non solo di averlo apprezzato ma di averne assorbito il linguaggio ‘pneumatico’ che condivideva assolutamente.

Un grande gesto di amicizia l’ho ricevuto la scorsa estate. Ero ricoverato all’ospedale,  a causa dei soliti calcoli, e gli mandai un sms per dirgli che mi era impossibile raggiungerlo a Norcia dove si trovava.

E lui, in ferie e in procinto di partire per la sua Sicilia, da Norcia con quel gran caldo, mi venne a trovare con la moglie in ospedale manifestarmi tutto il suo affetto. Con la sua giovialità riuscì a infondermi serenità e darmi coraggio.

Entrambi sapevamo la battaglia che lui combatteva e come la mia situazione, per quanto fastidiosa, nulla fosse in confronto alla sua …

Comunione dei Santi

Adesso Giuseppe è in cielo e, come già facevo quando ci sentivamo per telefono (gli chiedevo di offrire un po’ delle sue sofferenze anche per le mie intenzioni e lui mi rispondeva ‘certamente’), nel mistero della Comunione dei Santi,  sono sicuro che mi è vicino e che mi sarà di aiuto ancor più di prima e lo sarà ai suoi familiari, ai tantissimi amici, reali e virtuali, ai colleghi e allievi, ai fratelli di fede e di cammino che da lui, che è stato ed è un’eco del Nome di Dio.

Ci ha impartito una lezione pratica di come si vive questo Inno che, attraverso la sua vita, ci ha insegnato a vivere:

Inno all’Amore
I Cor 13 1-13[1] Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

[2] E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

[3] E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

[4] La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,

[5] non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,

[6] non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità.

[7] Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

[8] La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.

[9] La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.

[10] Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.

[11] Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato.

[12] Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.

[13] Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Ringraziamenti

Grazie Giuseppe per il tuo esempio.

Perdonaci se già sentiamo la tua mancanza, comprendiamo meglio perché Gesù, vero Dio e vero Uomo, pianse per la morte dell’amico Lazzaro.

Claudio Pace su Giuseppe Schillaci nella pagina seguente comunicato stampa foto e filmati della cerimonia della dedicazione dell’aula 5 di Medicina a Terni

Precursori sismici Si possono prevedere i terremoti? Diversi punti di vista

Precursori sismici Si possono prevedere i terremoti? Diversi punti di vista

Precursori sismici

Nella playlist su you tube le relazioni del pomeriggio Lenr&creato precedute dal saluto dal Brasile del teologo Francesco Bindella  a cui è seguita la lettura del Cantico di frate Sole da parte di Alivero Nicacci.

Seguono nella stessa PlayList:

  • l’intervento di Stefano Calandra, che espone la sua teoria astrale che correla la posizione del sole, la luna e gli altri pianeti con i sismi.
  • l’intervento degli esperti Paolo Felici e Gian Domenico Marchi dell’istituto Bendandiano
  • l’intervento sulla prevenzione in edilizia dell’Ing. Roberto Radicchia e dell’esperto statistico Roberto Paggi

Clicca QUI per la playlist degli interventi di Alberto Carpinteri all’Enea sullo stesso argomento.

Pomeriggio Lenr e Creato” (Carismi e Scienza per la Salvaguardia del Creato) dal titolo: EARTHQUAKE (Terremoto) I PRECURSORI SISMICI  i terremoti possono essere previsti? Esperienze, idee e teorie a confronto.

Data e Luogo

L’evento si è svolto Sabato 17 Dicembre presso la sala delle Fonti Medicee, Piazza Garibaldi 12 Santa Maria degli Angeli ad Assisi.

Sala che si trova proprio di fronte alle Fonti Medicee che costeggiano la Basilica di Santa Maria Degli Angeli.

Di fronte l’edicola di viale Patrono d’Italia vicino l’Hotel Porziuncola. (Clicca QUI per vedere la sala con street view).

Clicca QUI per visualizzare l’evento su Facebook.

Clicca QUI oppure QUI per visualizzare le modalità per raggiungere la Sala Medicea che si trova proprio di fronte alle fontanelle che costeggiano la Basilica di Santa Maria degli Angeli in viale Patrono d’Italia subito dopo la fermata dell’autobus.  Foto di Angelo P.

Programma svolto

Dopo la registrazione e i saluti iniziali (15.30-16.00) alle ore 16 sul tema dei terremoti e dei precursori sismici sono intervenuti l’insegnante Paolo Felici (Clicca QUI per il video) che ha raccontato la sua esperienza di controllo e divulgazione tramite i social media dell’attività sismica in corso nel centro Italia e l’ingegnere Roberto Radicchia.

Quest’ultimo in particolare ha approfondito la questione del significato dei criteri di costruzione anti sismica per come è intesa oggi dalla legge italiana e cioè che al verificarsi del sisma viene garantita l’incolumità fisica delle persone che possono abbandonare incolumi l’abitazione colpita.

Ha partecipato all’incontro Stefano Calandra (Clicca QUI per il video) al quale sono state date le coordinate temporali precise (luogo, giorno e ora) di un terremoto avvenuto in Cina nel 1975, verificando l’allineamento dei pianeti che si sono verificati come verifica della teoria che mette in relazione i terremoti con le fluttuazioni di forza di attrazione gravitazionale dei corpi celesti vedi anche Così la luna può influenzare i terremoti.

 Pagina seguente

Nella pagina seguente alcune foto del cielo di Greccio e le slide di un mio precedente intervento riepilogativo di alcune  teorie esistenti in materia di previsione dei terremoti.

Clicca QUI per andare alla pagina seguente.

Claudio Pace Terni 21 Novembre 2016 su Precursori Sismici

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Evento Kairos 12 Nov 2016 “Il Suono dell’Io Sono” da Norcia a Terni causa Sisma

Evento Kairos 12 Nov 2016 “Il Suono dell’Io Sono” da Norcia a Terni causa Sisma

Evento Kairos

Playlist dell’Evento

Preghiere e letture della Festa della Mia Parola

Intervento di Stephan Poen:

Slide del mio intervento sui precursori sismici.

Slide sul Terremoto proiettate durante l’incontro

Pagina prima dell’evento

( Clicca QUI per condividere l’evento tramite facebook,  QUI per condividerlo con Google+  Clicca QUI per il Comunicato Stampa)

Evento Kairos Terni 12Nov2016Carissimi amici,

relatori, co-organizzatori o persone che semplicemente ci seguite,

come purtroppo abbiamo, non solo visto in tv, ma sperimentato essendo vicini all’epicentro, il Sisma del 30 Ottobre ha definitivamente impedito di celebrare a Norcia la Festa della Mia Parola prevista per il 12 Novembre, ci spostiamo a Terni presso il Cenacolo San Marco, stessa data 12 Novembre ma anticipando un po’ l’inizio dei lavori: alle 9 e mezzo.
Trepidazione
Immagino il dispiacere, la trepidazione di tutti, nel vedere le immagini della Basilica di San Benedetto distrutta, dopo aver già visto la distruzione della Abbazia di Sant’Eutizio e di tante altre chiese della Valnerina, con i loro affreschi e statue di gran valore per l’arte ma soprattutto per la fede cristiana, ma nel contempo tutti noi credo dobbiamo ringraziare Dio perché non c’è stato nessun ferito grave né tra la popolazione, né tra i vigili, tecnici e  frati che con affetto e dedizione sfidavano il sisma anche per vedere le condizioni della Basilica e della altre chiese.
Una scritta in latino dentro la Basilica di San Benedetto ricordava che la Chiesa era stata distrutta tre volte e tre volte ricostruita dai monaci benedettini, adesso scriveranno quattro volte, speriamo prestissimo.
Vicinanza
Volevamo essere vicini alla popolazione di Norcia, così duramente colpita, lo saremo lo stesso celebrando lo stesso il nostro evento Kairos  a Terni, nella sala del Cenacolo San Marco, che Stefania Parisi e Don Enzo Greco ci hanno messo a disposizione e che pubblicamente voglio ringraziare.
Non appena ci saranno le condizioni chiederemo di nuovo all’amministrazione di Norcia di celebrare il nostro evento Kairos a Norcia, chissà, già in Primavera.
 Patrocinio del comune di Terni
Proveremo ad invitare qualche amico di Norcia, dell’amministrazione comunale, del Monastero dei Benedettini o semplicemente della città di Norcia, anche se immagino sarà difficile la loro partecipazione in questi momenti ancora così concitati.
Marco Onofri il violinista che sarebbe venuto a Norcia con il suo Duo Umbria ed un violinista norvegese ripetendo il concerto che farà la sera prima ad AcquaSparta ha garantito la sua partecipazione, come già ad Assisi ( vedi  QUI ) questa volta le letture saranno sugli attributi di Dio  e sull’incontro mistico tra Benedetto e Scolastica ( vedi in fondo a questa pagina tratta dal proprio  dell’Ufficio delle Letture di Santa Scolastica  )
Per chi avrà la possibilità e lo desidera, prima di iniziare il nostro evento Kairos, alle ore 9 attraverseremo la Porta Santa della Cattedrale di Terni (chi vuole potrà essere lì già dalle 8.30 per la Messa) per poi recarci a piedi alla vicina sede del convegno al Cenacolo San Marco in via Leone 12.
Chi viene da fuori può agevolmente e gratuitamente parcheggiare in via G. Prati evitando di puntare il Tom Tom su via Leone 12 perché è in piena zona ZTL!
Ricordo anche il pomeriggio Lenr e Creato (più o meno verso le 15)  che la volta scorsa fu così animato e interessante.
Grazie per l’attenzione e Buona Festa di Ognissanti a Tutti
Claudio Pace Terni 1 Novembre 2016 su Evento Kairos
Post scriptum

Una carismatica vissuta il secolo scorso, Franca Cornado pregó Gesù così: “Signore, Tu sei Onnipotente e vedi quanta sofferenza c’è sulla terra, … Perché Tu, che tutto puoi, non estirpi in una sola volta tutto il male?“.

La stessa si sentì rispondere:

Vedi Franca, è vero, Io Sono Onnipotente e se volessi in un batter d’occhio il male sarebbe distrutto sulla terra. Gli uomini diventerebbero Angeli. Ma io non ho bisogno di Angeli: ne ho miriadi in Cielo. Io invece ho bisogno di Dei. Solo gli uomini lo possono diventare se, dopo la caduta, sanno attraversare la sofferenza. Valorizzate la sofferenza.”

Kairos Il Suono dell’Io Sono Festa della Mia Parola Norcia 12 Nov. 2016

Kairos Il Suono dell’Io Sono Festa della Mia Parola Norcia 12 Nov. 2016

Kairos

Info

Pagina di introduzione e di servizio per l’organizzazione della Festa della Mia Parola prevista a Norcia il 12 Novembre 2016 a chiusura dell’Anno Santo.

Pagina in aggiornamento, l’evento in programma è confermato, ma causa il perdurare dello sciame sismico e della situazione di disagio per le popolazioni,viene trasferirlo a Terni nel medesimo giorno presso il Cenacolo San Marco in via Del Lenone 12 a partire dalle ore 9.30 per poi riproporne uno analogo a Norcia speriamo in primavera vedi QUI

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Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo

"Francesco Araldo del Gran Re

Chi è Francesco?

Dalla Vita Prima di San Francesco d’Assisi di Tommaso da Celano Cap. VII  ASSALITO DAI BRIGANTI, É GETTATO NELLA NEVE, POI SI APPLICA A SERVIRE I LEBBROSI §16 FF 346

Vestito di cenci, colui che un tempo si adornava di abiti purpurei, se ne va per una selva, cantando le lodi di Dio in francese Ad un tratto, alcuni manigoldi si precipitano su di lui, domandandogli brutalmente chi sia.

L’uomo di Dio risponde impavido e sicuro:
«Sono l’araldo del gran Re; vi interessa questo?».

Quelli lo percuotono e lo gettano in una fossa piena di neve, dicendo: «Stattene lì, zotico araldo di Dio!».

Ma egli, guardandosi attorno e scossasi di dosso la neve, appena i briganti sono spariti balza fuori dalla fossa e,
tutto giulivo, riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di tutte le cose.

Il brano appena trascritto intende rispondere ad una domanda fondamentale, molto simile a quella che Gesù stesso pose ai suoi discepoli chiedendo prima cosa la gente pensasse di Lui  e dopo, cosa i loro discepoli pensavano di lui.

Nell’episodio Francesco rischia la vita, perché un giovane di bell’aspetto, sebbene non dovesse essere molto in carne per la vita già piena di sacrifici e digiuni che faceva nelle selve, poteva essere una bella preda da rapire, per chiedere poi e ottenere un riscatto, se di famiglia facoltosa come in effetti Francesco era.

Se avesse detto di essere il figlio di Pietro Bernardone, come in altre occasioni fa per umiltà, probabilmente non se la sarebbe cavata con un po’ di botte, insulti e umiliazioni.

Pietro Bernardone infatti era un mercante e non un nobile e lui, Francesco, stava per andare a fare il cavaliere crociato per dare alla sua famiglia quel blasone nobiliare che nemmeno con il denaro non si poteva comprare.

Essere figlio di Pietro Bernardone dunque significa confessare la propria mancanza di nobiltà, ma non in quel contesto con i briganti interessati solo ai soldi.

Francesco Araldo del Gran Re

San Francesco, profeticamente come nota l’autore,  si presenta invece con l’espressione ‘Sono l’araldo del Gran Re’.

E nota bene che i briganti capiscono bene di che genere di Re si tratta, lo definisco rozzo,

ma comunque sia Araldo di Dio e con disprezzo lo buttano in un fosso in mezzo alla neve,

che gran Re sarà mai se i suoi araldi sono degli straccioni …

Un gesto che in Francesco  non provoca alcun sentimento negativo, ma anzi pare infondergli letizia.

Non ancora quella perfetta letizia che al ritorno della Terra Santa proverà quando si accorgerà di non essere quasi più accolto  tra i suoi, che lui lontano hanno cominciato a costruirsi case, conventi, biblioteche … Tradendo lo spirito di chi seguendo il suo cammino avrebbe dovuto preoccuparsi solo di far riecheggiare le lodi di Dio tra le selve e tra gli uomini, di curarsi dei lebbrosi e dei poveri e di null’altro.

Francesco proverà a farsi capire a modo suo, salirà sui tetti

e tenterà di distruggerli buttando giù le tegole, ma non sarà molto capito,

il fatto è che la santità non ammette mezze misure.

Francesco e l’Eco della Parola di Dio

Il Francesco del brano di Tommaso da Celano comunque salta dal fosso e riprende il canto che fa ri-echeggiare, fa diventare una “Eco”, le lodi di Dio, in mezzo alle selve per adesso abitate solo da animali, lebbrosi e briganti.

Poi in mezzo a questo popolo ci saranno anche i suoi frati …

Dagli Arcani colloqui alla forza arcana dell’eco della Parola del Signore, delle Lodi di Dio che si diffondono,

questo movimento musicale, armonico, che proviene dalla voce di Francesco Araldo,

eco della voce di Dio, non è un dono dello Spirito Santo?

La gioia che invade Francesco non è proprio un sigillo dello Spirito Santo al cammino che Francesco aveva intrapreso?

E l’Eco delle lodi del Signore non richiama, l’Eco,

il Suono della Parola di Gesù che si diffonde nella Galilea insieme alla fama dei suoi miracoli

o del Suono Armonioso dello Spirito che si siede, il giorno di Pentecoste,

su Maria, le donne, gli apostoli riuniti nello stesso luogo a lodare il Signore?

Origini del Cantico di Frate Sole

E sebbene Francesco sia l’autore del più bello e famoso testo poetico della letteratura italiana, il cantico di frate sole,

viene da immaginare che il testo potrebbe essere una rielaborazione di queste lodi in francese di Francesco,

di questi gemiti dell’ Araldo di Dio che in mezzo alle selve cantava in Francese qualcosa di simile:

Loué sois tu, mon Seigneur, avec toutes tes créatures, spécialement, monsieur frère Soleil …

O forse nemmeno cosi in francese, magari usava quella antica lingua provenzale che si parlava nel sud della Francia,

chissà, di fatto ancora oggi a noi italiani la lingua francese ci appare dolce e melodiosa,

e chissà se Francesco la dovette conoscere bene per ragioni di carattere mercantile dato il mestiere che faceva il babbo

e che probabilmente aveva imparato a fare anche lui:

molto meglio usare il francese per lodare Dio piuttosto che per trafficare con il denaro!

Claudio Pace Terni 30/09/2016 Francesco Araldo del Gran Re