Armonizzare l'atmosfera

Duomo di Desenzano Tiepolo, Celesti e… Pace

Duomo di Desenzano del Garda

Il Duomo di Santa Maria Maddalena in Desenzano è un piccolo gioiello in uno dei posti più belli, dei gioeilli, della provincia di Brescia,

Desenzano del Garda, che ho avuto la possibilità di visitare nell’ultimo fine settimana dello scorso Luglio,

proprio nel bel mezzo della festa di Santa Maria Maddalena a cui la chiesa principale della città è dedicata…

Prima Impressione

Pieno di storia e di arte, e anche di musica, per la presenza di un organo assai antico e di un coro polifonico che anima la Messa Domenicale

e di cui ho apprezzato la bravura, appare al primo sguardo del visitatore che non lo conosce (come era nel mio caso)

invogliato ad entrare da una porta laterale, come un luogo un po’ buio, quasi freddo.

Non entrano grandi luci da fuori della chiesa e la parete che si apre agli occhi di chi entra non ha nemmeno una finestra.

Ma appena entri dentro, ti accorgi che i dipinti che sono appesi sono di una certa fattura, Andrea Celesti  e perfino un Tiepolo,

che le due file di colonne che riempono la navata centrale contengono tra l’una e l’altra l’immagine di un apostolo,

essendo considerati gli apostoli, non solo Pietro, Giacomo e Giovanni, le colonne della chiesa.

Nella facciata interna dell’ingresso non c’è il solito ‘giudizio universale’ che grida alle anime parve ‘Vae peccatoribus’

ma la resurrezione di Cristo con una sorta di giudizio celato, in cui le guardie sbigottite (che invece di testimoniare l’accaduto

accetterrano del denaro per tacere) vengono presentate in una sortà di oscurità, mentre la triade di donne,

prima destinataria dell’annuncio del Risorto si trova in Alto sulla destra mentre un angelo del risorto guarda proprio nella loro direzione.

Si evidenza il volto fiero di Maria di Magdala che con fede e coraggio porta i suoi oli per ungere il cadavere dell’amato,

il prolema di non sapere come fare a rotolare la pietra che presumibilmente lo separa dai vivi sembra più delle sue compagne che suo.

Che meraviglia…

Il Duomo delle donne

Non è un caso che ad una donna forte, come la mistica santa Angela Merici, Brescia è terra di mistici anche in tempi moderni,

di cui si conserva un ritratto fattogli in punto di morte, sia dedicata una cappella a lei visto che Desenzano è la città che le ha dato i natali.

Non è un caso che il Cristo del battesimo nel Giordano, collocato sopra il battistero, appaia quasi un po’ effeminato…

Non c’entrano nulla i templari e le teorie di Dan Brown,  è la semplice applicazione letterale ed artistica delle parole di Paolo ai Galati

(una delle lettere sicuramente paoline). tratte dal terzo capitolo che parla proprio di immersione nell’acqua cioè battesimo:

Tutti voi infatti siete figli di Dio per la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.

Non c’è Giudeo né Greconon c’è schiavo  libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Gal 3,26-28

Andrea Celesti ha scelto l’identità ‘maschio femmina’ in Cristo, puntando verso il femminile in onore della santa Maddalena e soprattutto

perchè se avesse puntato al maschile non sarebbe emerso questo significato profondo.

Il Trittico intorno all’altare

Duomo di Desenzano
Particolare dell’Unzione del Corpo di Gesù della Maddalena. Il Commnesale guarda verso qualcosa che non si vede più o che non c’era mai stato prima?

Ovviamente attorno all’altare i tre originalissimi dipinti che riguardano la Maddalena,

la resurrezione di Lazzaro, nella tradizionale identificazione della Maddalena, con la sorella di Marta e Lazzaro,

la Maddalena Penitente e gloriosa in mezzo e la scena della unzione dei piedi di Gesù messa in un angolo

di un immensa scena teatrale di un banchetto nella casa di Simone di cui mi ha incuriosito un particolare

di un commensale che guarda in direzione di qualcosa che non si vede, probabilmente un fantasma,

chissà il tizio aveva mangiato e aveva bevuto anche troppo, oppure un cameriere cancellatosi nel corso dei secoli.

Cosa quest’ultima assai probabile perché Andrea Celesti ‘risparmiava sulle tavolozze’

buttava giù il colore direttamente sulle tele con un tecnica originale e relativamente veloce

ma che forse ha dato qualche problema di stabilità alle immagini dei dipinti nel corso dei secoli.

L’ultima cena del Tiepolo

Raramente compaiono le donne nell’ultima Cena, in qualche dipinto naif in qualche chiesa francescana dell’Umbria

ho visto comparire la Maddalena, certamente assente in quell’occasione, eppure anche nell’ultima cena del Tiepolo,

in un originale prospettiva diagonale, che evidenza una enorme colonna,

chissà forse il simbolo di qualche commitente di una nobile famiglia locale o della famiglia del vescovo di allora,

si trova un immagine femminile di una donna che porta sopra la sua testa un’anfora.

L’Anfora dell’acqua della lavanda dei piedi o del vino che sarà trasformato nel sangue di Gesù non è dato sapere

ma la donna è lì, un immagine enorme se pur collocata nello sfondo, ed è lì con uno spirito di autentico servizio

forse il simbolo di un concreto servizio che le donne hanno reso al Cristo e alla Chiesa

fin dai tempi del primo seguito femminile di Gesù Lc 8,2-ss

L’altare dei Pace

Dulcis in fundo, una nota quasi di carattere personale, la scoperta, grazie ad una bravissima guida turistica del posto,

di una altare della famiglia Pace (chissà se di origine ispanica?) che ha voluto fosse dipinto un altare in cui viene rappresentata la prima

apparizione di Cristo agli apostoli (con i chiodi curiosamente ancora conflitti nelle mani) mentre questi gli offorno pani e pesce con gli angeli

dipinti sopra mentre tengono un cartello che contiene il saluto con cui Gesù si presentò a loro ‘Pax Vobiscum’, Pace a voi!

Non poteva mancare una lapide sulla sinistra dell’ingresso della porta principale che indca la sepoltura delle ossa della famiglia Pace,

e in alto sopra la tela una iscrizione che riporta in latino la settima beatitudine del discorso della montagna di Gesù:

Beati i pacificatori perché saranno chiamati figli di Dio.

Cosa volere di più per sentirsi di casa in quella chiesa?

Claudio Pace 17 agosto 2022 sul Duomo di Desenzano del Garda


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