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Divino Renzi ovvero Speranze AST dall’incontro con il premier

Divino Renzi ovvero Speranze AST dall’incontro con il premier

Divino Renzi Maurelli e Micheli
Divino Renzi: Nella foto Andrea Maurelli, presidente del consiglio provinciale, ascolta la relazione del generale e ingegnere nucleare Aldebrano Micheli durante il convegno sull’etica dell’energie rinnovabili celebrato lo scorso dicembre nell’aula del consiglio provinciale di Terni.

Divino Renzi

Andrea Maurelli è un collega ed un amico ed è stato anche per un po’ di tempo un mio vicino di casa.

Prima di diventare presidente dell’ultimo consiglio provinciale di Terni, è stato presidente della quinta circoscrizione, quando ancora esistevano le circoscrizioni e la quinta era quella del  mio quartiere.

Andrea ha voluto digiunare per chiedere una cosa molto semplice, la presenza diretta del premier Renzi a Terni,con l’implicita implicazione che questa venuta di Renzi, di cui lui è un sostenitore politico, significhi un impegno diretto del premier e del governo per risolvere la vertenza AST in corso, che tra uno sciopero ed una manifestazione non sembra segnare passi avanti molto significativi.

C’è un piano industriale, che prevede l’inglobamento di alcune società del gruppo, Società delle fucine, Aspasiel e Tubificio, più di cinquecento esuberi e lo spegnimento di un forno in pratica la chiusura stessa della storica fabbrica umbra o l’ennesimo forte ridimensionamento in attesa di una vendita verso non si sa quale compratore.

Un fondo? Outokumpu?

Mistero! E soprattutto quando? …

Con disarmante sincerità, Andrea ha dichiarato di aver fatto la stessa cosa anche per la Basell di Terni, l’azienda chimica di cui purtroppo si risente parlare nella cronaca locale per via della fine del periodo di mobilità per alcuni dipendenti che non si sono trasferiti nella sede di Ferrara e questa sua dichiarazione credo debba aiutarci un po’ a riflettere su alcune cose di basilare importanza:

La prima, il ‘ci pensi Renzi’ come già il ‘ci pensi Berlusconi’ non è la soluzione dei problemi ma solo uno spostare il problema senza dare nessuna indicazione concreta alla soluzione del problema stesso.

Se non vogliamo vivere tra le nuvole e le illusioni, l’attuale governo italiano, pur rafforzato del voto delle Europee, è il terzo governo italiano nel giro di tre anni, dopo quella famosa estate del 2011 che ha dimostrato la nostra totale dipendenza dal potere finanziario internazionale che la gente conosce con una parola magica ‘spread’ e che di concreto questi governi hanno aumentato le tasse e diminuito le pensioni rendendo molto più difficile accedervi anche in situazione di esuberi annunciati come la nostra.

In altre parole se qualcuno comincia a mettere in vendita i titoli del tuo debito pubblico, tu stato, ti trovi in poco a tempo a pagare tassi di interesse sempre più alti, con l’innesco di una spirale negativa che può portarti in breve tempo verso il cosiddetto default. Il colpo di stato, bisognerebbe spiegare ai leader politici che lo agitano ogni tanto per catturare la simpatie dei loro potenziali elettori, lo ha fatto già una certa finanza dando alla carta dei derivati un potere molto più forte di quello della carta della scheda elettorale

Guarda caso tutto ciò avvenne quando ci fu la cosiddetta primavera araba e fu fatto fuori nel mediterraneo, il Mar Nostrum, un capo di stato che aveva firmato un accordo scritto di reciproco sostegno con il nostro paese, accordo che con quei giri di carta il nostro governo non solo non fu in grado di rispettare ma suo malgrado …

Le riforme che il divino Renzi sta provando a fare, su questa battaglia per il lavoro, possono servire un po’ ma non potranno risolvere la debolezza del sistema Italia, che ha cominciato il suo lento declino nel 1989 con la caduta del muro di Berlino, come intuì prima di ogni altro il divo, Giulio Andreotti , che fin da subito dichiarò di voler così bene alla Germania da preferirne due di germanie.

Poi ci furono le privatizzazioni, dalla Banca d’Italia all’Iri, privatizzazione che riguardò anche le acciaierie di Terni, la causa prima della situazione odierna dell’AST, privatizzazioni  che ancora sono in programma dell’attuale governo di centro sinistra, per la serie errare è umano perseverare è …

Cosà potrà fare per Terni allora il capo di un governo, che si sorregge, non dimentichiamo, su una maggioranza debole nata dai tecnicismi del Porcellum alla camera e dal contributo del NCD al senato, con un appoggio parziale di Berlusconi sulle riforme e un opposizione incondizionata di grillini, sellini, leghisti e meloniani’?

C’è il concreto rischio che venga solo a dare un po’ di lustro alla festa democratica organizzata nei giardini della passeggiata di una città che voto Bersani alle primarie del 2012  dando solo la classica pacca sulla spalla e una solidarietà verbale che concretamente significherà ben poco?

Il rischio c’è ed è forte, specie se si continua ad insistere su temi come le public company o l’utilizzo della cassa depositi e prestiti per finanziare una partecipazione ad una eventuale cordata semi-italiana, perché si sono visti già i problemi dei fondi che hanno investito i capitali pubblici messi sul piatto della Inoxum …

Credo sia inutile insistere, continuando a piangersi addosso sulle promesse di Almunia e le belle dichiarazioni dei leader europei della scorsa legislatura europea a favore del sito ternano, che con l’approvazione della vendita di Ast a Thyssen si sono rivelate, belle parole, nulla di più.

E allora cosa dovrebbe farei il divino Renzi o meglio cosa dovrebbe chiedere la città di Terni e la regione Umbria tutta al divino Renzi se vuole dire qualcosa in più del classico ‘Pensaci tu, salva i nostri posti di lavoro’?

Intanto Renzi deve ottenere in qualche modo il non spegnimento dei forni e il mantenimento dell’area a caldo, perché se passa questa linea di spegnimento, ogni discorso è vano! Stiamo parlando però di una azienda il cui capitale è interamente in mano ad una azienda multinazionale tedesca non una onlus non dimentichiamolo, gli argomenti che deve portare Renzi devono avere una qualche convenienza per essa.

Renzi può mettere all’ordine del giorno dei suoi incontri nel semestre in cui lui preside l’Europa, la messa  in discussione radicale di alcune regole europee come le regole dell’antitrust, la promozione dell’adozione del solo inglese come lingua per pubblicare i brevetti europei, la trasformazione dei fondi europei per progetti spesso poco utili e spesso inutilizzati, a cui è difficile accedere, in banche o enti di medio credito sul territorio,o addirittura in nuove IRI che diano finalmente una mano concreta alle aziende europee che vedono nell’Europa solo un castello burocratico di regole e lacciuoli e non un sostegno per le loro imprese e di conseguenza per il lavoro e i livelli occupazionali.

Un segnale molto forte sarebbe quello di avere un commissario italiano per la difesa della siderurgia italiana in Europa, alla diretta dipendenza del premier, con poteri di viceministro e con interfaccia diretto con la commissione e le istituzioni europee, un figura di grande esperienza e di rilievo che sia capace di avere informazioni di prima mano dagli ambienti europei e non fare la famosa ‘cattiva’ figura di un ministro, targato pd, che venne a sapere del ritorno da ThyssenKrupp da internet a cose fatte, dimostrando la totale inefficienza del governo nazionale italiano su questi temi così delicati.

Sul piano interno, si potrebbe chiedere a Renzi di venire con il ministro Lupi e il presidente della Regione Lazio Zingaretti, perché sarebbe ora che le infrastrutture ferroviarie e stradali verso il porto di Civitavecchia venissero finalmente progettate e realizzate. E’ un problema che ha almeno centotrenta anni di storia, quello del collegamento di Terni con il mare … riuscirà il divino Renzi ha risolverlo?  

Claudio Pace Blogger Terni 29 Luglio 2014 su Divino Renzi

(*) Nella foto Andrea Maurelli, presidente del consiglio provinciale, ascolta la relazione del generale e ingegnere nucleare Micheli durante il convegno sull’etica dell’energie rinnovabili celebrato lo scorso dicembre nell’aula del consiglio provinciale di Terni.


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