Armonizzare l'atmosfera

Nuove Opportunità in risposta alla lettera del Ceo di Ast

Nuove Opportunità

Gentilissimo Dr. Massimiliano Burelli,

ho ricevuto la sua lettera, scritta a penna, del 20 Aprile scorso in cui lei ha voluto aggiornare ogni lavoratore, in modo non formale, della situazione  non proprio ottimale dell’Ast che lei dirige, determinatasi già da una congiuntura economica negativa (recessione) e aggravatasi dai vari lockdown intrapresi per limitare i danni del Covid19.

Non so quanti colleghi le hanno risposto, verbalmente o per scritto,

io, che mi onoro di essere tra i colleghi più anziani, se non il più anziano, per età e numeri di anni di lavoro (ho superato la fatidica soglia dei 35 anni proprio a Marzo) mi sento di farlo pubblicamente con questa mia.

Intanto grazie per il suo impegno di far ripartire,

più presto di altre aziende del settore,

le acciaierie di Terni durante il lockdown proclamato a Marzo:

Non è stato facile, ma intanto non siamo rimasti fermi.

Poi mi permetto di fare una osservazione/proposta su due punti dal lei toccati, uno nella lettera, in cui ha affermato la … necessità di un impegno a livello europeo, e un’altro punto in una sua recente intervista, in cui ha ricordato la salvaguardia dell’occupazione nella trattativa di vendita che ormai è iniziata e che speriamo si concluda in tempi non troppo lunghi e nel miglior modo possibile per il futuro delle acciaierie, della città di Terni e di tutta l’Umbria.

Nuove Opportunità

Certo il miglior modo di concludere il ciclo storico della proprietà tedesca delle acciaierie di Terni sarebbe anche quello di conferirle in uscita ciò che nel corso degli anni gli è stato in qualche modo tolto,

per esempio la produzione del Magnetico e del Titanio,

che insieme al Tubificio e alla società delle Fucine potrebbero essere di supporto all’Inox.

Si garantirebbe così il futuro produttivo delle acciaierie per almeno i prossimi 25 anni,

senza trascurare la possibilità di avere finanziamenti europei per un campus di ingegneria dell’Acciaio che possa supportare con la migliore ricerca scientifica,

lo sviluppo di un acciaio sempre più competitivo e di sempre maggiore qualità.

Istituto Europeo per la Riconversione Industriale

Si è detto che il lockdown, la prigionia, ha fatto più danni di una guerra…

L’Europa potrebbe intervenire, facendo quello che noi italiani abbiamo fatto molto bene dopo la guerra, con la nostra Iri.

Si eviterebbe di affidare il capitale statale  (prelevato dal debito pubblico) a questa o a quella multinazionale, con tutti i rischi dei prestiti ‘garantiti’ e della scarsa efficacia delle golden share ma mettendo accanto al capitale pubblico il  cervello:

partecipando‘.

Questo era lo spirito delle famose partecipazioni statali che oggi potrebbero essere europee, una terza via rispetto al prestito o al fondo perduto che ancora oggi viene annunciato ma sempre per tempi futuri…

Insomma bisognerebbe entrare nell’ottica di un

Istituto Europeo per la Riconversione Industriale

un modello che potrebbe essere usato tout court nel settore automotive e in altri ancora cosi gravemente colpiti dal Covid19.

Ovviamente è la politica che dovrebbe fare questo genere di proposte

e potrebbe farlo garantendo ai cittadini quello che i cittadini si aspettano specie in tempi di crisi.

Sarebbe un azione politica decisa e lungimirante che facendo tesoro ed esperienza delle numerose delusioni del passato ( e del presente)

guarderebbe in avanti, seguendo le leggi del mercato certamente, ma non lasciandosi guidare ciecamente solo da esse.

Perché il lavoro è a servizio del mercato ma non c’è mercato senza il lavoro umano che ha sempre la priorità,

come ricordava San Giovanni Paolo II nella sua famosa Laborem Exercens.

Una enciclica sul mondo del lavoro scritta nel Maggio del 1981 non molti giorni dopo la sua storica visita alle acciaierie di Terni (19 Marzo del 1981) e qualche giorno prima dell’attentato di piazza san Pietro (13 Maggio 1981).

Come non pensare che mentre San Giovanni Paolo II scriveva l’enciclica sul lavoro non avesse nel cuore proprio la nostra fabbrica e la nostra città di Terni?

Il prossimo 19 Marzo saranno passati 40 anni dai due avvenimenti speriamo che possano essere ricordati in manifestazioni non soggette a tutti i vincoli che abbiamo oggi.

Ringraziando per l’attenzione …

Claudio Pace Terni 27 Maggio 2020 Nuove Opportunità

 

 

 


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