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Cyberteologia: alla Camera discorsi di fede nell’ambiente rete

Cyberteologia: alla Camera discorsi di fede nell’ambiente rete

Cyberteologia
Cyberteologia, tavola rotonda alla sala Aldo Moro

Cyberteologia. Alla sala Aldo Moro della camera dei deputati, per volontà dell’onorevole Antonio Palmieri che ha organizzato l’evento, ieri si è parlato di Cyberteologia, del libro che il gesuita, padre Antonio Spadaro, ha pubblicato, per porre domande, più che per chiarire questioni.

Poche idee, chiare e confuse,  si dice di solito e in effetti le intenzioni del gesuita non era quella di far andare via le persone rafforzate con la cyberteologia, in una sorta di convinzione ideologica ben radicata  nel proprio intimo, ma di andare via con qualche in dubbio in più, ci sarà riuscito? Lo stesso ha affermato del suo libro dove non è un caso che sono poste ben 18 domande. Ma d’altra parte in altri ambienti religiosi non gesuitici, scherzosamente si afferma che “cosa davvero pensi un Gesuita” è una delle tre cose che si dice lo stesso Dio, ignori.  😉 E certamente l’idea ignaziana,  di immaginare un mondo spirituale dove dialogare con la Madonna e i santi accosta, secondo padre Spadaro il virtuale allo spirituale, l’idea è ripresa poi da San Josemarià Escrivà il fondatore dell’Opus Dei

[…] Nei primi anni del mio lavoro sacerdotale, regalavo spesso il Vangelo o libri in cui si narrava la vita di Gesù: perché è necessario conoscerla bene, averla ben presente nella mente e nel cuore, in modo che, in ogni momento, senza più bisogno di libri, chiudendo gli occhi, possiamo contemplarla come in un film e, quando dobbiamo decidere come comportarci, possiamo richiamare alla mente le parole e i gesti del Signore. [San JoseMaria Escrivà È Gesù che passa>Cristo presente nei cristiani> Punto 107]

Delle idee di Cyberteologia che  padre Spadaro ha esposto nella conferenza ne ho colte tre, spero di averle ben percepite e di non averle distorte:
‘Gli hacker sono buoni e i cracker cattivi’; ‘Papa Francesco è un social network’; ‘la rete non è un mezzo ma un luogo voluto da Dio come ambiente per fare relazione tra gli uomini’

Già luogo, come non è più di moda considerare il paradiso o il purgatorio … Quest’ultima affermazione sulla rete-provvidenza, mi è parso di capire, è stata messa in relazione con il pensiero di un noto, quanto incompreso nel tempo in cui visse e forse anche dopo,  gesuita, Teilard de Chardin, che uno dei relatori con grande umiltà e timore di non azzeccare la giusta pronuncia,  non ha voluto nemmeno pronunciare, citandolo come ‘il francese’.  In effetti solo quest’aspetto rende interessantissimo il discorso, e da una chiave di lettura interessante e totalmente opposta alla visione Gaia di Casaleggio che il ministro D’Alia  ha citato nel suo breve intervento, augurandosi che si tratti solo di una provocazione politica.  Intervento, quello del ministro, anche di scuse per aver preso posizione in passato e in buona fede nella rete senza capirla. Scuse accettate con una plastica stretta di mano datagli dal giornalista Riccardo Luna a nome della rete tutta. Teilard de Chardin, ha avuto il suo spazio, ma forse ne merita molto di più, a me personalmente interessa per le problematiche che sto approfondendo, anche attraverso la rete, sulla ‘Cold Fusion‘ perché anche  quel mondo, tra le tante spiegazioni possibili delle anomalie termiche c’è quella di una evoluzione della materia.

La moderazione è toccata all’unica donna presente al tavolo dei conferenzieri, Costanza Miriano, blogger anch’essa ma con la collaborazione del marito e con tendenza a fare un po’ la parte del diavolo, perché da mamma esemplare è apparsa più preoccupata dei rischi della rete, soprattutto per i minori, che dai vantaggi della stessa.  Eppure quei minori, è stato ricordato,  ormai sono dei ‘nativi digitali’ con in mano fin dalla più tenera età Iphone e Videogiochi e che per forza di cose, sono condizionati a vedere il mondo in modo radicalmente diverso dalla generazione che ha appreso la cultura dai libri, dalla scuola ed ha avuto il primo impatto massiccio con il ‘mezzo’ televisivo’. 

Le esperienze dei quattro blogger intervenuti secondo scaletta, pur belle non hanno, secondo me, dato un valore aggiunto alla questione Cyberteologica, forse perché non vi era sostanzialmente contrasto ma si era tutti d’accordo con quanto si era già letto nel libro.  Padre Spadaro mi ha sorpreso alla fine, citando un discorso di Paolo VI a Gallarate, dove già il grande papa Montini aveva parlato di Cervello Meccanico e dell’importanza di lavorare per ‘armonizzarlo’ con il Cervello Umano e citando Papa Benedetto XVI, che già parlava di ambiente in riferimento alla rete. Citazione questa silurata con una battutaccia di Luna che ha attribuito allo Spadaro e non al Ratzinger, ingiustamente ridotto ad un mero lettore di altrui lavori, questo significativo pensiero.  Per ragioni di tempo, non c’è stato spazio per le domande del pubblico o della rete collegata con lo streaming in diretta, ma una domanda forte la pone il Vangelo in tutte le epoche anche in quelle della Cyberteologia: “Quando il figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra”. Per dirla alla Miriano, gli uomini lo guarderanno scendere dal cielo come i discepoli lo videro sollevarsi o saranno occupati a twittare e mandare su facebook le foto dell’evento?

Claudio Pace Terni 8 10 2013 Blogger

 

 


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