Terni Capitale Cultura 2016 con Spoleto? Sì Grazie!
Terni Capitale Cultura 2016
Mi è arrivato su Facebook un messaggio con un link ad un articolo, in cui Giuseppe Cassio ha fatto un ampia e tutto sommata condivisibile analisi su questa notizia della presenza della coppia Spoleto Terni nella Short List ( un temine inglesiano che sostituire con la parola ‘elenco selezionato’ non è più di moda) delle dieci candidature per il titolo di capitale italiana della cultura italiana per il 2016 e 2017: Spoleto e Terni Capitale Cultura 2016 dell’Italia!
VeryBello uno slogan ok per un sito non proprio Very Bello
VeryBello
Il fatto che la tendenza #verybello sia diventata una delle prime tendenza di twitter per un po’ è la dimostrazione che una volta tanto al ministero dei beni culturali ci hanno azzeccato, almeno nella scelta del “nome del sito” / slogan.
Sì è vero, Verybello a noi italiani ricorda quella parte di noi stessi che non vorremmo essere ma che siamo dai tempi del “Noio volevàn savoir l’indiriss ja” e che abbiamo continuato ad essere con Un Sacco Bello di Verdone, termine antenato del nostro ‘VeryBello’ di Franceschini, fino ai nostri giorni con il ministro Renzi che fa delle figure epiche quando parla in inglese (vedi il video imperdibile di Renziche fa rimpiangere l’inglese di Berlusconi che parla con Bush dell’importanza della bandiera americana) …
Tanto è stato scritto in questi giorni sulla stampa locale, cartacea e web, circa la protesta dei ragazzi del liceo artistico Metelli, che per presunte ragioni di sicurezza dovrebbero lasciare la loro sede storica sita presso la passeggiata di Terni, l’Anfiteatro Fausto, il monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale, per essere delocalizzato in qualche parte nella periferia della città.
Intendiamoci, le periferie vanno di moda, grazie anche a Papa Francesco e al suo slogan delle periferie esistenziali, come va di moda la spending review, ma un progetto educativo come quello artistico non può fare a meno di essere realizzato il più vicino possibile ai luoghi artistici di Terni scampati ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e a discutibili scelte delle precedenti amministrazioni comunali (vedi l’abbattimento del palazzo delle Orsoline o il modo con cui è stata trattata la torre medioevale di via della Biblioteca).
Non è un caso che la amministrazione precedente ha voluto dedicare la toponomastica di Otello Fabriad una piazzetta sita proprio dietro lo storico istituto, che i ragazzi stessi del liceo hanno inaugurato festosamente mettendo in bella mostra i loro lavori.
L’amministrazione comunale e provinciale non dovrebbero tener conto di questo decisivo elemento culturale e storico?
Penso anche alla memoria dell’indimenticato preside Giulio Viscione, che tra quelle mura ha vissuto i suoi migliori anni … Si potrebbe, se ci fosse un po’ di buona volontà, trovare il modo di mettere in sicurezza una struttura che non pare poi messa cosi malaccio rispetto ad altre che si vedono in giro nel panorama dell’edilizia scolastica nazionale.
Se si tratta poi di spendere 400.000 euro, perché non stornarli dall’inutile, quanto incomprensibile, progetto di abbattimento della Telfer?
Stiamo parlando della stessa cifra, della stessa quantità di denaro.
Si eviterebbe di compiere l’ennesimo scempio e si lascerebbe ai ragazzi di Terni e dintorni, non solo un edificio ma la memoria storica dell’arte in una città che da sempre ha saputo coniugare arte e lavoro.