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Olivo verdeggiante presso la tomba di Don Pierino Gelmini ad Amelia

Olivo verdeggiante presso la tomba di Don Pierino Gelmini ad Amelia

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Olivo Verdeggiante
Olivo verdeggiante. Per espresso desiderio di Don Pierino Gelmini, i suoi resti mortali vicino ad un albero pieno di significati profondi

Olivo verdeggiante

Don Pierino Gelmini, desiderava essere sepolto sotto un olivo verdeggiante, un albero che fa venire alle mente i versetti finali  del  salmo 51:

E io come olivo verdeggiante nella casa di Elohim. Ho confidato nella Misericordia di Elohim, ora e sempre. Ti ringrazierò per sempre poiché hai operato e attenderò nel tuo Nome, poiché (Dio) è buono davanti ai tuoi fedeli.  

Un salmo che nasconde una storia molto triste e amara, nascosta nei primi versetti che solitamente si omettono e che sono, alle volte. la vera chiave di lettura del salmo stesso.

Il primo versetto infatti dava spesso le indicazioni a carattere musicale, il secondo invece ne dava l’interpretazione storica, il riferimento a qualche episodio biblico a cui il salmo si richiamava direttamente, quasi fosse stato composto dopo l’episodio, a completamento dell’episodio stesso.

Nel salmo 51 il versetto storico recita: Dopo che l’idumeo Doeg venne da Saul per informarlo e dirgli: “Davide è entrato in casa di Abimelech”… 

… Continua …

Olivo verdeggiante
Don Pierino Gelmini con il giudice Giovanni Falcone. La foto è tratta dal sito del Corriere della Sera.

Il richiamo del salmista è ad un episodio storico, una strage ordinata dal re Saul per vendicarsi del sostegno dato dal sacerdote Abimelech ( o Ahimelech o Achimelech) a David e ai suoi amici fuggiaschi e affamati, ai quali concesse  il permesso di mangiare il pane consacrato nel tempio, (episodio citato anche da Gesù in polemica sull’uso del sabato).  

Una soffiata a Saul di un suo ministro straniero di nome Doeg, testimone dei fatti, costerà ad Abimelech,  i suoi figli, la sua gente e perfino i suoi animali, la vita.

Il re Saul li ucciderà non solo per il soccorso dato al suo acerrimo nemico Davide, ma anche per il coraggio di professare pubblicamente davanti a lui questo sostegno pur sapendo il prezzo che avrebbero pagato. 

Il salmo dunque è un lamento nei confronti dell’iniquità e dell’iniquo, della spia che tradisce Abimelech e del re Saul che provoca ingiustamente una strage di innocenti.

Nell’episodio storico Davide non accenna ad alcun lamento o maledizione nei confronti di Doeg o di Saul, ma si assume tutte le responsabilità dell’episodio e si prende l’impegno di custodire l’unico figlio di Abimelech scampato alla morte, Ebiatar, perché custodendo il suo nome e la sua discendenza avrebbe dato vita anche a coloro che per lui ( la loro fedeltà a Davide) e per colpa sua ( la sua omissione di un azione tesa ad impedire a Doeg di fare la spia) avevano perso la loro vita.

Anche se la vera colpa della loro morte era del crudele re Saul, che agiva accecato dall’ira verso colui che avrebbe presto preso il suo posto. 

Questa la chiave di lettura del salmo, in cui il salmista diventa il prototipo di tutti coloro che servono e serviranno Dio (Elohim) e che andranno incontro a persecuzioni.

Nonostante il bene che fanno, avranno sempre nemici che faranno loro del male, magari persone da cui hanno ricevuto del bene, come il re Saul che da David non ebbe mai nulla di male, addirittura ebbe risparmiata la vita, anche quando potè sbarazzarsi di lui, inerme nel sonno e non lo fece

Chi ha conosciuto Don Pierino sa che di tribolazioni nella vita ne ha avute tante, ora però attende la resurrezione dei corpi vicino ad un olivo verdeggiante che è simbolo anche della sua opera di bene, che ha messo già le sue radici profonde ed è ramificata in varie parti del mondo, e sembra dire:

E io come olivo verdeggiante nella casa di Elohim.  Ho confidato nella Misericordia di Elohim, ora e sempre. Ti ringrazierò per sempre poiché hai operato e attenderò nel tuo Nome, poiché (Dio) è buono davanti ai tuoi fedeli.  

Don Pierino è la radice di quest’opera di bene, la Comunità Incontro, affidata oramai ai suoi figli, per essa si è prodigato da vivo, ora, come sua mansione nelle praterie celesti, prega, intercede per la sua stabilità, le sue necessità, per la sua lunga durata nel tempo, perché come rami del suo albero, molti ragazzi e ragazze trovino sempre la forza di ritrovare se stessi e vivere con coraggio la loro vita, che un mostro terribile e insidioso ha cercato loro di strappare.

Claudio Pace Terni 26 Settembre 2014 sull’Olivo verdeggiante alla vigilia della festa Pane, Mortadella e Mela


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