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Santa Rita La Rosa e la Spina, la Misericordia e la Grazia …

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Il sigillo della spina e il respiro ecclesiale di Rita

 

La spina che si stacca dal crocifisso è raggiunge la fronte di Rita, rendendola partecipe diretta delle sofferenze del crocifisso   è un segno semplice che parla da sé, una stimmata diversa da quella di tutti i santi di cui anche Rita ne conosceva la fama, come il santo Francesco che ebbe sull’Averna il dono, non richiesto di avere impresse sul suo corpo le stesse piaghe del Cristo Risorto.  Non sappiamo il perché di questa differenza che costituisce un unicum nella storia dei santi ma sappiamo perché Dio, pare si diverta a concedere questi segni soprannaturali ad uomini e donne di diversi tempi ed epoche:

In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti. (Am 3,7)

E la vita di Rita fu di per sé un segno per la comunità di Cascia prima e per tutta la chiesa universale, della necessità di convertirsi, di perdonare, di avere il giusto atteggiamento nel chiedere a Dio le sue grazie, la sua Misericordia. Gli uomini devono accogliere nella propria quotidianità cosi come alla sua seconda venuta, il Signore che viene, con una corona fatta non da spine, come la prima che gli posero sul capo, ma con una corona di gloria, fatta da persone che accolgono il suo messaggio e lo mettono in pratica, imparando a perdonare, e a servire il Cristo che si identifica con il fratello che ha fame e sete o è nudo, forestiero, malato, prigioniero. Rita è cosciente di questo respiro ecclesiale del suo carisma, e quasi intuendo quello che sarà la sua mansione dopo la sua morte, decide di fare il passo importante nell’anno del Signore 1450, di partecipare al giubileo indetto dal papa Nicolò V, nonostante le sue precarie condizioni di salute e il pericolo della peste che incombeva su tutti i pellegrini. Santa Rita verrà canonizzata proprio durante un giubileo, quello del 1900, mentre nel grande giubileo del duemila le sue spoglie saranno portate per qualche giorno, con un moderno elicottero, a San Pietro per la venerazione del papa e di tutti i fedeli del mondo.

Mettimi come sigillo sul tuo cuore,

come sigillo sul tuo braccio;

perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione:

le sue vampe son vampe di fuoco,

una fiamma del Signore!

Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio. Ct 8,6-7


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