Armonizzare l'atmosfera

Isis Libico dal vituperato baciamano di Silvio a oggi …

Isis Libico dal vituperato baciamano di Silvio a oggi …

Isis Libico

Correva l’anno 2010, siamo nel mese di Marzo, il presidente del consiglio Italiano, Silvio Berlusconi, con naturalezza e disinvoltura saluta l’amico e alleato Gheddafi con un baciamano che scatenò il dileggio dei suoi avversari politici, ma anche qualche malumore tra gli alleati.

Malumore ben espresso dal suo fido ministro, Ignazio LaRussa che disapprovando il gesto lo difese machiavellicamente:
il fine giustifica i mezzi.

[youtube]http://youtu.be/CkjuzVPtADQ[/youtube]

Già ma quale era il fine di Silvio Berlusconi, che pur in era Obamiana cercava di mantenere ottimi i rapporti con la Russia e la Libia, e continuare ciò che, in era Bush, gli era perfettamente riuscito?

I vantaggi dell’alleanza con Gheddafi, quello stesso Gheddafi che nel 1970 aveva cacciato gli italiani dalla Libia ed espropriato i loro beni, che ci chiedeva continuamente risarcimenti per quanto avvenne nella guerra di Libia,  erano molteplici.

Economici innanzitutto, dall’approvvigionamento delle materie prime all’investimento di capitali libici in Italia, al controllo dell’immigrazione clandestina sulle coste libiche, al prestigio internazionale della politica estera di Berlusconi, in linea con quella di Craxi, che poteva vantarsi di essere allo stesso tempo amico di Israele e dei Paesi Arabi.

Un ruolo che, unito all’amicizia personale con il russo Putin, faceva dell’Italia e di Silvio Berlusconi in particolare, un attore principale della diplomazia e della politica estera.

Ruolo che fu considerato un ostacolo, già nel 2010, per la nuova visione politica internazionale dell’amministrazione americana, che voleva a tutti i costi cambiare quelli che erano stati i paletti del passato e che nella lista nera, dei tanti leader scomodi da mandare a casa il prima possibile, aveva probabilmente incluso anche Silvio Berlusconi.

Obbiettivo non raggiunto con la defezione di Fini per colpa di quel gruppetto di responsabili, i tanto ancora derisi  Scilipoti e Razzi, che permisero a Berlusconi di rimanere al governo un anno in più del previsto … Prima dell’arrivo dei Monti e Fornero, tanto distinti e rispettabili, ma così poco amati dagli italiani per quella cossiddetta riforma del lavoro che ha allontanato il traguardo della pensione e l’accesso del lavoro a tanti giovani, ma la pensione dei lavoratori si sa non è un diritto acquisito come le pensioni d’oro dei potenti  …

Del senno di poi sono piene le fosse, ma se i leader politici fossero stati uniti e lungimiranti nel capire quali erano gli interessi dell’Italia, invece di cavalcare a tutti costi l’antiberlusconismo e far cadere il primo ministro, indebolendolo sempre di più, e con lui il paese, oggi forse non ci troveremmo nella situazione in cui ci troviamo, minacciati dai fondamentalisti la cui ascesa al potere  abbiamo favorito con uno scellerato intervento armato in Libia che il governo Berlusconi fu costretto ad appoggiare.

Dopo Berlusconi, tre governi di emergenza, non usciti fuori da un chiaro mandato elettorale, Monti, Letta e Renzi che adesso deve gestire direttamente le conseguenze degli errori della cosiddetta “primavera araba”, richiamando in patria tutti gli italiani e paventando, per bocca del suo ministro degli esteri, contro l’Isis Libico un intervento armato senza che si facciano tante considerazioni e discussioni sull’articolo undici della costituzione in cui si ripudia la guerra non solo come strumento di offesa ma anche come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Già, noi ripudiamo le guerre, altri però ritengono la guerra santa come ineluttabile necessità di fare un volere divino, …

Non si illuda però Gentiloni, chi era sceso a bombardare la Libia nel 2011 per far fuori Gheddafi, costringendo anche noi a farlo, potrebbe non avere le stesse motivazioni oggi e noi italiani non abbiamo la compattezza e la forza politica per impegnarci militarmente da soli e difendere i nostri interessi, magari qualcuno proporrà alla fine di comprare il petrolio  dallo stesso Isis Libico … più comodo e meno rischioso. 

Impariamo comunque dal passato anche prossimo, in tempi di guerra si sta uniti alle istituzioni e a chi li rappresenta anche se non è della nostra parte, anche se non ci è simpatico e dovrebbe essere più cosciente della gravità della situazione in cui ci si trova e pensare ai problemi del paese, quello del lavoro in primis, piuttosto che favorire chi vuole cambiare più o meno esplicitamente uno dei punti forti della nostra costituzione italiana: la famiglia.

Del clima di guerra, nonostante i fatti di Charlie Hedbo, nonostante la pesante situazione in Ucraina, pare che in Italia ancora non ci si accorga …

[youtube]http://youtu.be/jU3kvXOI5B8[/youtube]

La storia si ripete, anche a Pearl Harbor si trasmettevano canzonette il giorno dell’attacco giapponese, canzonette utili al nemico per localizzare più facilmente l’obbiettivo militare.

In Italia nonostante le minacce esplicite dell’ Isis libico, si continua ad ascoltare SanRemo e per San Valentino si preferisce ad andare a vedere, con lo spirito opposto a quello della castità predicata dal santo degli innamorati e dai primi Cristiani, le cinquanta sfumature di Grigio …

Si ignorano o si giudicano come fanatici o esagerati i richiami che vengono dal papa, che ha parlato esplicitamente di Terza Guerra Mondiale, o da Medjugorie che continua idealmente ad assumere il ruolo profetico che Fatima ebbe nel secolo passato e forse non solo nel secolo passato, visto che la montagna di martiri morti vista da Suor Lucia nel suo famoso terzo segreto, continua tragicamente a riempirsi.

A Fatima come a Medjugorje la Madonna invita alla conversione e alla preghiera per la pace, oggi più che mai, e non solo per le minacce dirette dell’Isis libico vale la pena ascoltare il suo invito!

Claudio Pace 14 Febbraio 2015 su Isis Libico

isis libico
Isis Libico: una foto di una coppia che si inginocchia con il loro bambino di fronte alle spoglie di San Valentino, nel giorno della sua festa, nella basilica a lui dedicata a Terni …              Nonostante i venti di guerra che soffiano forte, la speranza deve essere sempre viva come la preghiera contro tutti i fondamentalismi, non solo quello dell’ Isis Libico,   …

 

 

 

 


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