Armonizzare l'atmosfera

Cristo rinasce alle acciaierie in una culla di acciaio inox.

Cristo rinasce alle acciaierie in una culla di acciaio inox.

Cristo rinasce Cristo rinasce

Diciamolo pure e forte, oppure non diciamolo affatto per ragioni di scaramanzia, ma diciamolo suvvia, questo Natale all’Ast lo passiamo con una certa serenità. Con tutto questo ambaradam di notizie che abbiamo ricevuto tra Antitrust, Aperam, Outokumpu e quant’altro c’erano tutti i presupposti per pensare ad un Natale difficile ma il fatto che Ast sia tornato in mano a ThyssenKrupp viene visto da tutti come un motivo di serenità. E se pure gli elementi di preoccupazione rimangono sempre, perché non siamo certo in momenti di grande espansione del mercato, questo Natale lo possiamo passare serenamente in famiglia mangiando i nostri panettoni e bevendo il nostro italianissimo spumante! La serenità  trapela anche nella soddisfazione dell’ ormai storico cappellano dell’Ast …

Cristo rinasceDon Marcello, che uno per uno invita tutti i dipendenti alla Messa del vescovo che ci sarà al tubificio domenica prossima mentre annuncia con gioia, che la trasmissione religiosa di Rai uno, “A sua Immagine”, farà vedere nella stessa  mattinata i presepi che spontaneamente gli operai delle acciaierie compongono in vari reparti e laboratori dello stabilimento. E come Don Marcello ci tiene a questi presepi lo sanno tutti, sono un segno che Cristo non è fuori la fabbrica, ma dentro, soprattutto dentro il cuore delle persone che vi lavorano …

Difficile pensare che se il Verbo si  fosse incarnato oggi, invece di averlo fatto duemila anni fa, avrebbe scelto una culla in acciaio inossidabile piuttosto che una culla di pietra e paglia all’interno di una mangiatoia di una grotta poco utilizzata da qualche pastore che dette ospitalità al Dio fattosi uomo senza nemmeno immaginarlo.

Ma poco importa, il presepe non è una riproduzione scientifica del Natale, e nemmeno storica (secondo il racconto di Matteo i magi sono arrivati circa due anni dopo la nascita di Gesù non due settimane ‘dopo’, impossibile pensare che l’artigiano Giuseppe abbia lasciato vivere due anni Gesù in un tugurio) è invece un modo per incarnare il Mistero più bello dell’uomo nei luoghi dove l’uomo vive, il mondo della famiglia e il mondo del lavoro, dove spende gran parte del suo tempo, è li che Cristo rinasce!

E tutto ciò ce lo ha insegnato Francesco di Assisi, a Greccio, località che dopo l’apertura del ponte delle Marmore e della galleria Valnerina è davvero a cinque minuti di strada da Terni. L’iconografia Bizantina, che segue una profonda teologia che ha radice nei padri della chiesa, disegna sempre il bambino come un adulto e la culla come una bara, a testimoniare che fin da subito era la volontà di Dio per il suo Figlio, quella di dovere morire su una croce di legno, ignominiosamente appeso con dei chiodi di ferro, che come evidenziano anche gli studi fatti dalla sindone e una recente scoperta archeologica, venivano messi in determinati punti delle mani e dei piedi in modo da causare il peggior dolore possibile senza provocare la morte istantanea.

Forse questo ferro dei chiodi della croce e le spade che compaiono immediatamente nel Vangelo delle origini, usate dagli scagnozzi di Erode per uccidere i bambini coetanei di Gesù, potenziali usurpatori del trono al tiranno, si collegano di più con il metallo prodotto nelle nostre linee produttive.  Ma c’è un altro ben più importante punto di collegamento e cioè il materialismo cristiano. Dio si fa carne, assume una carne materiale, trasformandola in Dio, come la materia prima, grezza e informe, viene trasformata in acciaio prezioso ed utile per infinite applicazioni anche di pregio, come le posate di un servizio da regalo, le pentole ad altro materiale costoso. 

Altro punto in comune è proprio il lavoro in sé in quanto Gesù, seguendo le orme di Giuseppe suo padre putativo, visse di lavoro, fino all’inizio della sua vita pubblica, in cui per uno o forse tre anni, abbandonò il lavoro di falegname, artigiano o piccolo imprenditore che sia stato, per dedicarsi a tempo pieno al suo ‘lavoro apostolico’.

Lavoro apostolico che non escludeva ogni tanto l’esercizio del duro lavoro ordinario, gli apostoli di Gesù, già nella sequela del Cristo,  più volte vanno a pescare, ed evidentemente non lo fanno per puro divertimento. La moltiplicazione dei pani e dei pesci fu un evento eccezionale! Gesù era un profeta non un mago, quindi per mangiare si confidava nel supporto di qualche benefattore, oppure si spigolava nei campi (anche di Sabato) o si andava a pescare con le barche ormai affidate ai parenti lasciati a Cafarnao e dintorni.  E allora buon Natale anche dalle acciaierie e chi vuole vedere i presepi realizzati dalle nostre maestranze, accenda la tv domenica mattina su Rai 1e se è ben importante che Cristo rinasce in una culla di inox ancora lo è di più se Cristo rinasce nei nostri cuori, in fondo Natale significa anche Nascere a Vita Nuova e questo è l’augurio di Natale più bello da fare e ricevere.
Claudio Pace Terni 11 Dicembre 2013  Blogger
Cristo rinasce!


5 thoughts on Cristo rinasce alle acciaierie in una culla di acciaio inox.

  1. Bellissima iniziativa e belle le riflessioni riportate nell’articolo. Nel leggere il titolo dell’articolo mi è subito ritornato a mente un canto liturgico che nei tempi andati si cantava in chiesa “O Gesù se un giorno tu ritorni” e così diceva: “O Gesù se un giorno tu ritorni vieni a nascere nell’officina, sopra il maglio la culla divina, ti riscalda il calore dei forni”. Ma gli operai hanno anche una famiglia ed allora la strofa successiva ci parla del cuore, sede dei sentimenti più belli ed intimi: “….ti riscalda il calor dei cuori”. Con l’occasione un augurio a tutti i dipendenti dell’AST, che ricordo come si diceva ad Amelia “Acciaierie di Terni”, di un sereno Natale ed un proficuo anno nuiovo. Ho letto il nome di Don Marcello e subito sono ritornato ai giorni di liceo al Seminario ad Assisi e, penso, di identificarlo in Don Marcello Giorgi con il quale ho trascorso insieme i tre anni di liceo. E’ inutile dire che di quel periodo lo ricordo con piacere, Anche a Don Marcello un Santo e sereno Natale e tanti auguri per il suo proficuo apostolato.

  2. Ho visto il presepe questa mattina a Sua Immagine. Un Saluto ed auguri per un santo e sereno Buon Natale.

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