Armonizzare l'atmosfera

Pace in Italia e tra pocu in tuttu lu monnu Una poesia di Maurizio Viola

Pace in Italia e tra pocu in tuttu lu monnu Una poesia di Maurizio Viola

Pace in Italia
Pace in Italia Maurizio Viola mi dedicò la  poesia che segue, scritta in vernacolo ternano, raccontando, dal suo punto di vista, il lavoro fatto una domenica pomeriggio per rendere l’impianto elettrico di un data center di Terni ‘ridondante’. Era il 19 Febbraio del 2016. Il lavoro andò bene, ma creò qualche disagio ai miei colleghi, uno in particolare, che mi ripagò con ‘vaffa’ che Maurizio Viola immortalò in versi

Pace in Italia e tra pocu in tuttu lu monnu Una poesia di Maurizio Viola

Pe’ avecce Pace ce stà chi prega ‘n chiesa
e chi ‘nvece armane chiuso drento casa
noi purtroppo ne questo ne quello
c’emo Pace e nun è manco tantu bello
stavorda s’è missu ‘n testa de levà la corrente
perché ‘na macchina lavoraa e una ‘n facea gnente
proprio mo che annava tuttu bene
ché ogni automatismo funzionava come convene
ducento servere che se parlono senza problemi
più de mille foji de flow e de schemi
doppo tanti affinamenti e risoluzioni
e come volesse taja da soli li cojoni.

Domenica 19 Febbraio 2006

Domenica 19 ore 15, 15 e trenta
drento l’aspasiel de gente se ne vede tanta
vene giù Ariatta da Milano co lu giravite su le mano
Diamanti che pe’ annà appresso a Famoso e Gandola
s’è consumato le scarpe co’ tutta la sola
visto po’ che je se facea troppo tardi
ha chiesto aiuto a Gentili e anco a Nardi
Sabbrina a dirige l’operazzioni e li movimenti
co’ Alberto e Sabbrino a daje li suggerimenti
fino a qui ‘gni cosa come era stata programmata
come che dovea annà è annata
lu bruttu è stato quanno è artornata la corrente
dovea arpartì tutto ‘n vece nun è arpartito gnente
c’è voluto l’intervento de li soliti specialisti
Baldo, Crisostomi, De Calisti
Monia Trombettoni e du elettricisti
Tacchia, Viola, Monticelli
Sempre presenti a tutti l’appelli
po’ Vincenti, Leonardi e Giovannini
assieme a Luca Proietti e a Boldrini

Vaffa finale

sembrava ‘na cosetta facile come due più due fa quattro
levato Diamanti che stea de turno in tutto erimo ventiquattro
e lunedì matina ‘mbò dritti ‘mbò storti
a mezzogiorno ancora stemo a contà li morti
è vinuto giu Pace, giu la bomboniera
a cercà giustificazioni pe lu lavoro de ieri sera
volea avecce ragione testardo più de un mulu
finacché uno ja dittu: Ah Claudio, ma vaffanculu

Maurizio Viola Pace in Italia e tra pocu in tuttu lu monnu
(dopo i lavori all’impianto elettrico di un data center di Terni fatti il 19 Febbraio del 20o6)

Melatelfer Caro Enrico Stai sereno sulla questione della Passerella Telfer

Melatelfer Caro Enrico Stai sereno sulla questione della Passerella Telfer

MelaTelfer

Senza soluzione di continuità con l’operato dei precedenti assessori ai lavori pubblici,

il primo problema all’ODG del nuovo assessore ai lavori pubblici,

Enrico Melasecche, sembra essere ‘abbattere la passerella Telfer’.

Perché?

Perché è pericolante, si risponde,

bisogna mettere in sicurezza i veicoli e i mezzi che transitano sotto di essa nella strada statale Valnerina

che non succeda come al ponte Morandi.

Quello che non si capiva e si continua a non capire è perché mettere in sicurezza significa abbattere la passerella,

che se è nelle cattive condizioni in cui viene descritta è per colpa degli amministratori del comune di Terni

non per colpa sua propria

e perché per metterla in sicurezza non si prenda un provvedimento simile a quello preso per la galleria Marmore,

in cui si è puntellata la presunta lesione, tenendola sotto controllo, si è imposto un limite di velocità ed è passata la paura.

Se è una cosa è urgente è proprio il momento in cui bisogna aspettare!

Così recita un noto aforisma, ma è chiaro che sulla sicurezza delle persone non si può fare filosofia,

la tragedia del ponte Morandi insegna!

Ben venga dunque la decisione del nuovo sindaco di Terni di chiudere la Valnerina

e la messa in sicurezza ma non lo smantellamento del manufatto.

Passerella Telfer valore non tanto affettivo

Melatelfer
https://www.fondoambiente.it/luoghi/telfer-e-magazzino-della-calciocianammide-di-papigno

Il Manufatto non è un pezzo di ferro qualsiasi che ha fatto il suo lavoro

e che non merita altro di finire nel rottame delle acciaierie per rinascere a nuova vita

in qualche bramma o rotolo che uscirà dalle vicine di acciaierie.

Il Manufatto è un pezzo di storia di Italia,

Italia che bisogna amare con i fatti non solo con le parole e gli slogan di amore alla patria

quando della sua storia alla prima occasione non si esita di cancellarne le tracce.

Il manufatto, la passerella telfer, non è una melatelfer,

non è una proprietà qualsiasi che il comune di Terni può disfarsene come e quando vuole,

il manufatto è la pietra angolare di un corretto approccio all’Archeologia Industriale

che fino ad adesso a Terni purtroppo non si è proprio visto.

Vogliamo evocare la storia della Siri, nella cui area è stato fatto un ipermercato, la Coop,

che fino a poco tempo fa conservava solo le foto di ciò che era in passato e che non sarà mai più?

Dalle Cascate alla Telfer

La posizione ideale della Passerella Telfer,

a pochi passi dal flusso di turisti continuo come quello che si verifica da sempre alla cascata delle Marmore,

e che capisco può far gola a lecitissime attività di carattere commerciale,

potrebbe indurre regione e comune di recuperare non solo la passerella

ma l’intero complesso industriale dismesso di Papigno,

farlo diventare il secondo luogo da visitare dopo la cascata,

inducendo i turisti della cascata a non fare un mordi e fuggi,

ma a fermarsi nelle nostre strutture alberghiere,

per visitarlo insieme al museo delle armi, Carsuale, San Valentino, il centro storico di Terni,

le centrali idroelettriche del Nera, Piediluco, etc.

Ci rifletta l’assessore Enrico Melasecche, il sindaco Latini, la Presidente Marini

e tutte le persone impegnate in politica a vari titoli,

recuperare la passerella Telfer potrebbe diventare un simbolo come fu la lancia di Luce per la giunta Ciaurro

non ci si lasci sfuggire questa ghiotta occasione di rilanciare veramente l’archeologia industriale,

mettendo una pietra tombale sugli scempi operati in passato nella conca ternana.

Claudio Pace 15/9/2018 MelaTelfer

La dura presa di posizione della sopraintendenza del 21 12 2018 sulla necessità di rifare la passerella come era perché vincolata

La tecnologia dell’arch. Giavazzi potrebbe essere applicata alla nostra passerella salvandola?

Magari nella zona si potrebbe fare il famoso parco delle Cascate auspicato in passato e ricordato da Liberati

Il filmato del Flashmob che in passato contribuì a bloccare lo scellerato disegno di abbatterla