Armonizzare l'atmosfera

Mangiatoia il segno tangibile dell’amore che si dona totalmente

Mangiatoia il segno tangibile dell’amore che si dona totalmente

Mangiatoia

Greccio si prepara a vivere un altro Natale, mentre il tempo insolitamente bello fa si che ci siano più visitatori del solito.

Mangiatoia Greccio
La Mangiatoia nella chiesa di Greccio è già pronta per accogliere il Dio Bambino

Nella Chiesa, quella più moderna, piccola e raccolta, è già pronta la mangiatoia, il luogo dove durante la Messa della Notte di Natale sarà deposto il bambinello che come è noto ha avuto una mangiatoia come suo primo giaciglio nella storia. [youtube]https://youtu.be/hy5K8MDx8l0[/youtube]

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Giuseppe Nazzaro Beati i facitori di pace perché figli di Dio …

Giuseppe Nazzaro Beati i facitori di pace perché figli di Dio saranno chiamati

Giuseppe Nazzaro

Giuseppe Nazzaro Domus Petri in civitate jesus

Il tolle e lege è un espressione legata ad un santo, Sant’Agostino, che con la sua vita e le sue opere ha influenzato non soltanto la storia della chiesa, ma tutta la filosofia e il modo di pensare dell’Occidente.

Ricercatore della verità, venuto a contatto con la predicazione del vescovo di Milano Ambrogio, sente, quasi fosse una cantilena di bambini o una voce interiore che lo invita a prendere il libro e leggere, e lo fa veramente e prende, il libro per eccellenza, la Bibbia, e trova una sentenza della lettera ai Romani (8,13-14) che gli cambierà la vita:

“Non in comesationibus et ebrietatibus non in cubilibus et inpudicitiis non in contentione et aemulatione sed induite Dominum Iesum Christum et carnis curam ne feceritis in desideriis”.

E di li che comincia il suo cammino di fede, il suo ministero che lo porterà ad essere un vescovo zelante, a scrivere una regola e numerose opere … 

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Siccità della terra e siccità dello spirito il dovere di pregare sempre

Siccità della terra e siccità dello spirito il dovere di pregare sempre

Siccità

Ho messo come primo twit del mio profilo, sostituendo provvisoriamente a quello di augurio per il Natale nell’Anno Giubilare questo aforisma sulla siccità:

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FELICE SANTO NATALE DI PACE NELL’ANNO GIUBILARE

FELICE SANTO NATALE DI PACE NELL’ANNO GIUBILARE

FELICE SANTO NATALE

Il Natale viene anche quest’anno,

e ci viene voglia di fermare,

di fermare il mondo di fuori,

di fermare il mondo che è dentro di noi.

 

I nostri pensieri, i nostri progetti, i nostri desideri più profondi,

le nostre ambizioni, le nostre aspettative,

le nostre delusioni, le nostre azioni sbagliate,

le nostre colpevoli omissioni.

 

Ci sentiamo come la sposa che si vede ogni tanto nei film,

che non vuole dire il suo sì all’altare all’uomo che non ama

ed aspetta che qualcosa succeda

che avvenga un frastuono

che qualcuno cambi all’improvviso il corso delle cose.

 

Come vorrei che fossi qui,

a sconvolgere i disegni che altri hanno fatto su di me,

che io stesso ho fatto su di me,

sbagliando, colpevolmente sbagliando,

guardando in avanti senza fermarmi,

testardo, orgoglioso, testardo, pauroso.

 

La notte ormai è calata, e il sonno è davvero profondo,

e vorrei vivere un sogno …

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Nessun Dorma Turandot e la teologia nominale

Nessun Dorma Turandot e la teologia nominale

Nessun Dorma

La Notte simbolo della Pasqua

Uno dei brani più famosi dell’Opera Italiana, il Nessun Dorma della Turandot di Giacomo Puccini,

è l’aria che il principe ignoto canta nella notte in cui si deciderà del suo destino,

mentre è partito, nella notte quasi ‘pasquale’ di Pekino, l’ordine crudele della gelida e crudele della principessa Turandot: 

“Nessun dorma questa notte in Pekino!”.

Notte quasi pasquale perché ricorda la Notte di Pasqua in cui la Chiesa Cattolica prega così

Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita,

la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera. 

Rivivremo la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti,

Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte

e di vivere con lui in Dio Padre.nella liturgia della Luce. 

La Veglia

Tutto un altro contesto, è vero, ma il vegliate che è il modo evangelico di dire “Nessun Dorma” è tipico della predicazione,

forse anche sua storica  (Verba ipsissima), di Gesù e certamente della chiesa primitiva,

abituata fin dagli inizi a pregare senza dormire la notte come attesta un miracolo assai significativo di Paolo

che resuscita il giovane Eutico addormentatosi mentre (At 20,7ss)

la Chiesa dopo essersi riunita nello Spezzare del Pane si era trattenuta con Paolo fino a Mezzanotte.

Nessun dorma è dunque anche nel vegliate che Gesù chiede ad una triade dei suoi discepoli (Pietro e i Figli del Tuono) prima della sua passione

L’invito a vegliare

(Mt 26,38-43)

[Mt26,36] Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”.  

[37] E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.

[38] Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.  

[39] E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.  

[40] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?

[41] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

[42] E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”.

[43] [E] tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.

[44] E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.

Gestemani

Insomma Gesù nel Gestemani assomiglia un po’ al Calaf che ripete come un eco il Nessun Dorma che riecheggia nella spaventata Pechino,

ma in questo Nessun Dorma in bocca a Gesù si può vedere lo stesso nella notte Pasquale

che invita a rimanere svegli i Cristiani per incontrare il Risorto o comunque sentire e diffondere l’annuncio del risorto.

In questa chiave pasquale, la fine dell’aria del Nessun Dorma sembra il canto del Gesù Risorto che vince all’Alba

e che da compimento alla speranza della sua Madre che nella fredda stanza,

nell’attesa della sua resurrezione, guarda le stelle che tremano di amore appunto e di speranza.

Lei così certa della sua resurrezione che non va a cercarlo appunto nella tomba vuota,

che pure contiene l’eco del Nome del Risorto, ma l’attende e secondo una tradizione,

non supportata dai testi sacri, per prima incontra il Risorto da cui riceve consolazione.

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