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Ast Eon due problematiche che si incrociano per il futuro di Terni

Ast Eon due problematiche che si incrociano per il futuro di Terni

AST EON la sala macchine centrale di Monte S.Angelo
AST EON la sala macchine centrale di Monte S.Angelo slide proiettata in una conferenza sul tema dell’energia dal dott. Sergio Dotto

AST EON

Lo scorso mese di Agosto, a Terni si è detto di tutto e di più sulla questione AST, e ancora si continua a dire e si dirà molto ,e che si parli di Ast, anche se talvolta a sproposito, ben venga, ma ben vengano soluzioni  che comincino a dare una prospettiva concreta alle speranze di crescita del sito Ternano che possano garantire non solo la sopravvivenza ma anche un futuro non solo prossimo, perché come è noto il settore siderurgico è ciclico, ha i suoi alti e i suoi bassi, ma ha bisogno di strategie che guardino lontano, perché come si dice simpaticamente da queste parti “A Terni famo l’acciaio mica i cioccolatini” con un riferimento esplicito alla storica fabbrica del cioccolato di Perugia, città che, come già al tempo della vertenza del magnetico, si è stretta compatta ai lavoratori ternani dimenticando qualsiasi forma di campanilismo.

Fare l’Acciaio adesso non è la stessa cosa di venticinque anni fa, non ci sono più solo Giappone, Usa ed Europa che fanno l’acciaio, ma ci sono nuove realtà come la Corea, la Cina, etc… che l’acciaio lo fanno e di buona qualità e con diverse condizioni al contorno, in merito ai costi di materie prime, fiscalità, energia, trasporti, stoccaggio scorie,  risorse umane e ricerca scientifica …

Terni Cascata arcobaleno
AST EON due aziende che sorgono presso le Cascate delle Marmore

Senza volere riaccendere vecchie polemiche, è necessario ricordare però la difficoltà a produrre energia di qualsiasi tipo in loco (Nimby) e ricordare che l’esito dell’ultimo referendum sul Nucleare in Italia, svoltosi sotto il condizionamento emotivo dell’incidente nucleare di Fukushima, ha incancrenito una situazione per la quale in Italia si consuma energia elettrica di origine nucleare che viene prodotta a pochi chilometri dai nostri confini, magari da centrali di prima generazione, e pagata da noi molto più cara di chi la produce che lucra assumendosi il rischio del disastro che se accadesse, non accada mai speriamo, farebbe danni anche da noi.

Questa situazione genera non solo dei costi molto più elevati per chi produce in Italia, ma scoraggia chi vuole investire da fuori e chi possiede ancora nel nostro territorio centrali come quelle idroelettriche della Valnerina, che non ha alcun interesse ad investire e ad ampliare la fornitura, ben consapevole che c’è sempre un comitato pronto ad opporsi a qualunque cosa si faccia in merito alla produzione di  energia e che quindi non vale la pena darsi da fare per intraprendere qualsiasi genere di iniziative perché il tempo e l’energia che ci vogliono per farla andare a buon fine è più del beneficio che se ne trarrebbe, sempre che l’iniziativa vada a buon fine.

Pur tuttavia, di fronte al baratro dello spegnimento dei forni, oggi sarebbe il caso di ripensare ad uno dei motivi per cui nel secolo scorso, la scelta di Terni per la produzione di acciai e di altro è stata molto felice.  

Il fattore in più è stato l’acqua che è stata ed è il motore dell’Industria Ternana come testimonia l’eccellente libro scritto dal dott. Sergio Dotto, che in un suo recente intervento al convegno ‘progettare energia pulita e sicura’ svoltosi lo scorso 15 Marzo al Cmm di Terni ha dimostrato come dal mini idroelettico sul Nera si può ottenere ancora tanta energia pulita per il territorio.

Perché allora non rilanciare l’idea di produrre Energia in proprio, rilanciando il minidroelettrico sul Nera, costruendo una centrale a Gas nella zona di Nera Montoro?Gestendo, in tal caso, modo unitario il patrimonio che Eon ha dichiarato più volte di voler dismettere facendo sinergia tra le imprese private e pubbliche che operano nel settore che non sono poche come Acea, ASM e Terni Energia per fare dei nomi conosciuti.

Gli strumenti possono essere tanti, dalla public company ai contratti di rete di impresa, che potrebbero mettere insieme produttori e fornitori, i primi dovrebbero garantire un prezzo competitivo, i secondi l’acquisto costante e prolungato dell’energia.

E in più una gestione comune di risorse energetiche potrebbe consentire il loro equilibrio e l’uso intelligente delle rinnovabili discontinue che se non gestite bene generano costi maggiori per la collettività.

La spada di Damocle del ridimensionamento dell’Ast riuscirà a scuotere il nostro territorio e fargli imboccare una strada nuova sulla questione Energia?

Claudio Pace Terni 10 Settembre 2014 Blogger su Ast Eon

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