Armonizzare l'atmosfera

Santa Maria in Vescovio un patrimonio della spiritualità e della storia che necessita restauri

Santa Maria in Vescovio un patrimonio della spiritualità e della storia che necessità restauri

Santa Maria in Vescovio

Sabato scorso,

attirato da un cartello ‘Santa Maria in Vescovio’ intercettato mentre ero a MonteBuono nel cuore della Sabina reatina,

mi sono recato nella chiesa di Santa Maria in Vescovio, che fino al 1495 fu una chiesa cattedrale sorta

tra le rovine dell’antico municipio romano di Forum Novum.

Ultima visita

Ricordo la data precisa dell’ultima mia visita, era il sei Ottobre del 2002, e fu scelta come tappa di ritorno

del pellegrinaggio di un folto gruppi di umbri che avevano partecipato alla canonizzazione di San Josemaria Escrivà di Balanguer.

Il pellegrinaggio utilizzò il treno, che partito da Perugia, in direzione Stazione San Pietro, con tappe a Foligno e Terni,

al ritorno fece tappa alla stazione di Stimigliano dove mediante un bus fummo portati al santuario di Santa Maria in Vescovio,

per una visita e, nel vicino ristorante, per il pasto serale.

Fu un’ottima scelta degli organizzatori, che ci fecero conoscere un posto che davvero vale la pena conoscere,

e perché no, ci fecero gustare l’ottima cucina del posto.

Ciclo Pittorico

Come in chiese più famose, come il Duomo di Monreale in Sicilia o altri tempi famosi,

la cattedrale di Santa Maria in Vescovio fu affrescata con delle iconi di pregevole valore artistico e teologico.

Erano i media del tempo, considerando che leggere e scrivere era solo dei nobili ed ecclesiastici

i dipinti, insieme ai canti e alle predicazioni dei frati o dei clerici erano il catechismo per il popolo di allora.

E così si trovano narrate le scene della Genesi, come quelle del paradiso terrestre o del sacrificio di Isacco,

e scene dei vangeli ben evidenti.

Tra le tante appena si entra sulla sinistra, la Tomba vuota con la sindone ben piegata nel mezzo della grotta,

la resurrezione di Cristo tra i Soldati romani e la crocifissione di Cristo.

Sono affrescate poi scene poi legate al culto Mariano, una Madonna tra gli angeli

e una pregevolissima adorazione dei magi.

Che peccato vedere queste opere d’arte così sbiadite.

E che dire del Giudizio finale nel lato interno della facciata di ingresso della Chiesa?

Che se non si provvede celermente rimarrà solo un ricordo …

Vero,  in Italia ci sono molte chiese di grande importanza storica ed artistica,

che richiederebbero interventi di restauro urgenti,

ma il santuario di Santa Maria in Vescovio, non è certamente un tempio minore rispetto a tanti altri templi.

Spero che le autorità competenti, civili e religiose, trovino il modo per restaurare questo patrimonio

dell’arte, della storia e della spiritualità cristiana della Sabina,

e che non si rimanga indifferenti quando si vede tanta bellezza

Claudio Pace 10 Settembre 2017

 

Sconosciuto Spirito Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo

Sconosciuto Spirito Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo

Sconosciuto Spirito

Qualche giorno fa ad Assisi una persona che ha partecipato alla Messa del 29 Agosto,
mi ha raccontato di aver cominciato a sentire parlare, diversi anni fa, dello Spirito Santo da alcuni protestanti.
In parrocchia ne aveva sentito parlare veramente poco,
e il suo parroco non seppe soddisfare la sete che questa conoscenza gli aveva acceso nel cuore.
Un altro sacerdote  a cui si rivolse, invece gli spiegò ogni cosa, partendo dalle Sacre Scritture,
e da allora nacque, non solo una devozione, ma un amore, verso lo Sconosciuto Spirito, che non si è mai assopito.

Efeso

Sconosciuto SpiritoIl suo racconto mi ha fatto venire in mente la Efeso dei tempi di Paolo, dove Apollo,
che conosceva la predicazione del Battista con l’immersione nell’acqua
ma non quella di Gesù e della Chiesa nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Il sapiente Apollo viene guidato allo sconosciuto Spirito da una coppia di laici, Priscilla e Aquila.
E mentre Apollo va a Corinto Paolo torna ad Efeso e trova altre persone a cui far conoscere lo sconosciuto Spirito,
immerse nell’acqua per prepararsi ai tempi messianici, ma completamente ignoranti del loro arrivo.
E oggi?  I Cristiani di oggi quanto conoscono veramente lo Sconosciuto Spirito?
Quanto sono capaci di capire che parla attraverso i profeti e che si serve per i suoi disegni delle persone più strane.
Lo Spirito Santo sceglie Paolo, insieme a Barnaba, At 13,2 per evangelizzare le genti,
nessuno dei due facente parte del collegio apostolico,
al quale loro si riferiranno per dirimere le questioni importanti come quella della circoncisione.
E Paolo stesso che si definisce Apostolo per chiamata divina,
da una parte si riferisce a Pietro, Giacomo e Giovanni, le colonne della Chiesa,
dall’altra ascolta i profeti come Agabo pur essendo lui stesso dotato di carismi straordinari.
Nella chiesa del nuovo millennio iniziato si da lo stesso spazio alle profezie?
Le si considera come un modo di parlare dello Spirito Santo, che come si dice nel credo, ‘Ha parlato per mezzo dei profeti’?
O si aspetta che i profeti siano morti, per far loro qualche elogio delle loro virtù, ma di fatto spegnendo la voce dello Spirito
e le sue mozioni e ispirazioni per il bene della chiesa e del mondo?
Claudio Pace Terni 8 9 2017
L’omelia di S. Josemaria Escrivà sullo Spirito Santo, il grande sconosciuto
 Nella pagina seguente una nota scritta qualche hanno fa su Fb per la festa di Pentecoste

Transverberazione Francescana in un originale dipinto della Chiesa della Nunziatina a Todi e altre questioni

Transverberazione Francescana in un originale dipinto della Chiesa della Nunziatina a Todi e altre questioni

Transverberazione Francescana

San Francesco è stato il primo santo nella storia della Chiesa ad avere ricevuto il dono delle stimmate,

sebbene un passo di una lettera paolina, della lettera ai Galati, potrebbe far pensare che anche San Paolo abbia avuto il medesimo dono.

(Gal 6,14-17) 

Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo,
per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. 
Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. 
E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l’Israele di Dio. 
D’ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo.

Una statua molto originale di Padre Pio che i suoi figli spirituali hanno posto davanti una chiesa di Todi

 

 

Stimmatizzazione

San Francesco ricevette le stimmate sul monte della Verna due anni prima di morire.

La cosa era difficile da tenere nascosta e venne resa pubblica solo dopo la morte,

da frate Elia con una lettera enciclica  inviata a tutte le provincie del neo nato ordine francescano.

Quello delle stimmate è un fenomeno di carattere ‘carismatico’, un dono soprannaturale.

Francesco ricevette nelle mani e nei piedi e nel cuore le stesse piaghe che furono inflitte a Gesù

e che Gesù conservò anche da risorto,

tanto che poté chiedere a Tommaso di mettervi dentro il proprio dito.

Nel racconto delle fonti Francesco ha la visione soprannaturale di un serafino con sei ali

nel cui mezzo compare una effigie di un crocifisso.

Solo al termine di quella visione nelle sue mani e nei suoi piedi

appaiono i segni della passione di Cristo

in modo così tangibile da vedersi le capocchie dei chiodi e le punte dall’altra in mezzo alla carne,

mentre il cuore pare come trapassato da una lancia tanto che sporca tonaca e mutande del santo!

Transverberazione francescana

Questa transverberazione francescana dunque c’è ed è raccontata nelle fonti,

ma nella chiesa della Nunziatina di Todi in un quadro di Andrea Polinori

l’impressione delle Stimmate di  San Francescono diventano soprattutto una transverberazione

(anche se transverberazione francescana)

come la nota Transverberazione del Bernini a Santa Maria della Vittoria a Roma

in cui il ruolo del serafino e degli angeli diventa più importante di quello delle fonti francescane.

Deus meus et omnia
Transverberazione Francescana
Aut Pati Aut Mori

Sacra Rappresentazione

Nel quadro infatti, scompare l’effigie del Cristo crocifisso, compare invece una croce di legno in basso a destra

accanto ad un teschio che richiama quella morte che Francesco consapevole che è  l’ultimo dei nemici che sarà annientato  

per prima la riconobbe come una sorella, sorella Morte, completando la sua rivoluzione dei valori iniziata

con lo sposalizio di Madonna Povertà e il totale disprezzo del denaro.

Il Serafino con le sei ali, appare divertito come quello del Bernini, un protagonista,

ma ancor più protagonista nel suo soffiare intenso è il Vento

che piega gli alberi cresciuti sul colle disegnato nel lato opposto a quello dove si trova il serafino:

Il Vento forte dello Spirito!

San Francesco lungi dall’apparire inginocchiato come nelle rappresentazioni classiche di Giotto

appare sorretto da un angelo che lo sostiene nella sua estasi mistica, mentre un altro angelo lo delizia con una viola.

In quest’ultimo particolare sembra che ci  sia una sovrapposizione del  racconto della Verna

con quello di un altro racconto avvenuto in quei di Rieti il miracolo dell’Angelo che suona per consolare Francesco,

clicca QUI  per ascoltarlo da Frate Luciano nel suo intervento inaugurale del convegno sulla diaconia angelica a Greccio.

Altre Questioni

Fortezza di Dio nell’Umiltà di Maria

Nella volta e in uno degli affreschi della cappella si assiste ad una sorta di consegna della Parola da Dio Padre a Gabriele.

Gabriele, uno dei sette spiriti che sta davanti al trono di Dio, riceve la Parola da trasmettere a colei che sola può

integralmente ascoltarla, perché svuotata completamente di sé ha tutto lo spazio per divenire la Piena di Grazia.

Allattamento in pubblico

In una originalissima adorazione dei pastori, Maria pare prendere una posizione favorevole al dibattito odierno

sulla convenienza o meno dell’allattare delle donne in pubblico.

Chissà se la questione era anche dei tempi in cui fu realizzata l’opera …

Il tema dell’allattamento e della maternità e del ruolo della donna era assai sentito,

tra i compiti delle confraternità anche quello di trovare i soldi perché le ragazze trovassero marito!

La cosa ci può far sorridere ma era un altro mondo, un altro modo di concepire i rapporti sociali,

non è detto che sia meglio il nostro.

Stabat Mater Dolorosa

Chi non conosce questo inno meraviglioso e tanto popolare in cui si descrive la Madonna Addolorata del Venerdì Santo?

Non si ha assoluta certezza però dell’autore, probabilmente ignoto, anche se qualcuno lo attribuisce a San Bonaventura da Bagnoreggio

e più comunemente viene attribuito a Jacopone da Todi.

Nella chiesa della Nunziatina, questo dubbio è risolto, sotto l’immagine di Jacopone da Todi, la più pregevole dal punto di vista artistico,

compare la scritta ‘Stabat Mater Dolorosa’ che giustifica la presenza del santo nella chiesa dedicata a Maria,

è infatti il compositore dell’inno mariano più popolare al mondo.

Conclusione

La visita alla chiesa della Nunziatina è un continuo scoprire particolari su particolari, potrebbe durare ore,

qui sotto il video di un racconto di un confratello della confraternità della Nunziatina, Nunzio Seminara, che ne spiega alcuni.

Seguono dopo il filmato alcune foto di alcuni particolari interessanti che si possono scoprire nella cappella della Nunziatina

che passando da Todi non si può omettere di visitare.

Claudio Pace Terni 2 Settembre 2017 sulla Transverberazione Francescana

Galleria Fotografica