Armonizzare l'atmosfera

Benozzo Gozzoli La Madonna della Cintola Esposizione Straordinaria

Benozzo Gozzoli dal  19 luglio – 30 dicembre 2015 al Complesso museale di San Francesco, Montefalco (Pg) un evento da non perdere!

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Benozzo Gozzoli: il ritorno della pala a Montefalcoha prodotto più emozioni dell’incontro con un parente o un amico, a cui si è affezionati, e che non si vede da anni

Il restauro della Madonna della Cintola di Benozzo Gozzoli

Il restauro della grande pala di Benozzo è stata un’importante occasione di studio della tecnica e delle altissime qualità pittoriche del grande artista, a noi tutti già note, che tuttavia non finiscono mai di affascinare: ma, anche della sua grande perizia nella costruzione di strutture composite come la nostra.

Grazie all’esperienza acquisita dal suo maestro Beato Angelico, è riuscito a perfezionare le sue conoscenze, realizzando una struttura di concezione moderna, che dimostra un’estrema attenzione alle problematiche della conservazione di un grande manufatto in legno. Il risultato è stato quello di riuscire a farla giungere fino a noi in condizioni strutturali integre e quasi perfette, cosa che ci ha permesso di ampliare e arricchire le nostre conoscenze tecniche.

Certo, le condizioni del dipinto hanno risentito di tutte le vicende che lo hanno interessato, a partire dalla sua originaria collocazione sull’altare maggiore della Chiesa di San Fortunato a Montefalco, dove è rimasta per circa trecentottanta anni, e cioè fino al momento in cui fu spostata sulla parete destra della chiesa, proprio per preservarla da ulteriori danni. Le particolari pratiche devozionali e di culto hanno causato notevoli ed, in parte, irreversibili danni alla superficie dipinta. Infatti, subito dopo la realizzazione dell’opera, i monaci praticarono un’apertura nella tavola centrale in corrispondenza del sarcofago, per stabilire una comunicazione diretta fra la zona del coro, a loro dedicata, e la zona dei fedeli.

È facile quindi immaginare quanto il contatto diretto e volontario, urti e strofinamenti accidentali e l’utilizzo di candele in prossimità della superficie, abbiano lasciato inevitabilmente il loro segno.

Terminato questo lento ma inesorabile degrado, si sono aggiunti una serie di interventi che, seppur eseguiti con un intento benevolo al fine di migliorarne l’immagine ormai alterata, hanno in realtà complicato la situazione e compromesso ulteriormente alcune stesure pittoriche.

L’intervento di alcuni incauti copisti, ha poi dato il suo contributo.

Il nostro restauro, nel tentativo di restituire, almeno in parte, lo splendore originario ad un’opera tanto complessa e particolare, ha comunque permesso di recuperare alcuni elementi pittorici che evidenziano non solo l’abilità da miniaturista di Benozzo, ma anche la sua grande attenzione ai soggetti naturalistici, alle architetture, ai particolari delle scene di interni e dei costumi dell’epoca.

E’ stato inoltre possibile osservare raffinate e abili tecniche di decorazione delle superfici dorate che, in alcuni casi, si possono apprezzare solo in particolari condizioni di illuminazione.

La monumentale cornice, a causa del consistente degrado della superficie dorata, ha subìto estesi rifacimenti della doratura. Durante l’esecuzione di alcuni test di pulitura sono però emersi particolari che fanno supporre che la cornice in origine fosse molto più decorata, in particolare sui fianchi.

Sul retro, invece, all’altezza della predella, sono visibili resti di decorazione pittorica e una nicchia centrale, probabilmente utilizzata dai monaci per qualche particolare pratica legata al culto.

Grazie alle indagini scientifiche eseguite dal Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione ed il Restauro dei Musei Vaticani, la cui elaborazione è tuttora in corso, sarà possibile trarre importanti informazioni sulla tecnica di esecuzione e sugli interventi precedenti.

Alessandra Zarelli

Restauratrice Laboratorio Restauro Dipinti e Manufatti Lignei dei Musei Vaticani

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Nella Pagina Seguente il comunicato stampa in versione integrale

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