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Santa Agape Ternana nella Chiesa delle Grazie?

Santa Agape

Un dipinto di una santa nella Chiesa delle Grazie a Terni

In una scheda di catalogazione dei dipinti della chiesa delle grazie del 1957,

il primo dipinto che si incontra entrando nella stessa, è attribuito a Santa Caterina di Alessandria,

e la cosa sorprende molto perché non compare la ruota, tipica dell’iconografia di santa Caterina.

Compare la scritta di ‘Santa Caterina’ sì, ma per il dipinto, che insieme a quella di altri santi, San Francesco di Assisi, San Francesco di Paola e santa Lucia, si trovano ai lati dell’immagine principale.

Dunque quella santa non è santa Caterina, non avrebbe senso rappresentarla in una sorta di primo piano e nei santi a lato di essa, e allora chi è?

Per cercare di capirlo bisogna risalire a quali santi erano in voga all’epoca in cui il dipinto fu realizzato, a qualche particolare che può esserci nel quadro e che può dare qualche indicazione utile.

Sant’Onofrio

Per fare un esempio, l’esistenza di una chiesetta dedicata a Sant’Onofrio a Cesi, conferma che è lui, l’eremita disegnato accanto al santo prete gesuita San Saverio, nella tela che si trova, non si sa perché nella stessa chiesa delle Grazie e che testimonia, rara traccia, la presenza dei gesuiti nella città di Terni.

Potrebbe trattarsi allora di Santa Cristina di Bolsena, una santa martire venerata in due diversi martirologi (Bolsena e Tyro) nella stessa data, il 24 Luglio, ma in diversi luoghi di nascita.

La storia del suo martirio, raccontata in uno scritto agiografico scritto molti anni dopo, appare molto colorita, pieno di colpi di scena, e con crudeltà un po’ fuori le righe, come il fatto che il suo primo persecutore è proprio il babbo, che muore dopo che lei non muore dopo essere stata gettata con un macigno nel lago.

Ma di chiese dedicate a Santa Cristina nella zona ce ne sono solo due e neanche tanto vicine a Terni, a Caso vicino a Scheggino e a Porchiano del monte vicino ad Amelia, però ci sono.

Visione di Santa Cristina

Un dipinto fiorentino del 1520 del pittore Vincenzo Catena proprio sulla visione di Santa Cristina, potrebbe avere qualcosa in comune con quello delle grazie, solo che nel quadro ternano non compare né il lago né l’ambiente di Bolsena, ma solo degli angeli, in alto, simbolo del destino paradisiaco della santa e alla sua destra e alla sua sinistra, con delle vesti bianche e rosse, simbolo della verginità e del martirio.

C’è un altro particolare nel quadro di Terni, non molto chiaro, una sorta di cubo, una pietra forse, ai piedi della santa, anche questo è un particolare che compare nelle legenda di Santa Cristina ma in un altro contesto, in mezzo al al lago.

Santa Firminia

Gli argomenti che ho portato credo siano decisivi per poter stabilire errata l’identificazione della santa con Caterina di Alessandria, sarebbe la prima sua immagine, senza la ruota del martirio, ma non tali da potere essere certi che si tratti di santa Cristina.

Quale altra santa potrebbe essere allora?

Una santa, vergine e martire conosciuta nella zona è Santa Firminia patrona di Amelia, dove i francescani avevano ed hanno ancora, nonostante gli espropri perpetrati all’epoca di Napoleone e del regno sabaudo, un convento, il convento dell’Annunziata da dove potrebbe provenire la devozione, ma è un’ ipotesi debole.

Santa Agape

Certo è che non essendoci identificazione alcuna,

la santa doveva essere ben nota, ai frati e ai fedeli del convento delle Grazie, e allora si può anche fare l’ipotesi,

nel caso che il dipinto, come sembra, fosse posteriore al 1650, che si tratti di Santa Agape, vergine e martire ternana,

le cui reliquie furono ritrovate dal cardinale Angelo Rapaccioli, nel 1649 presso una torre nella cui area anticamente sorgeva una chiesa a lei consacrata.

Che la donna del dipinto fosse stata santa Agape,

a cui il cardinale Rapaccioli dette tanto risalto,

doveva essere noto a tutti perché tutti sapevano chi fosse,

anche se non subito appare chiaro il perché dedicarvi

un altare nella chiesa delle Grazie e non in cattedrale per esempio.

Santa Agape Ternana
Agape e San Giovanni Della Croce nella Chiesa di San Valentino a Terni, da sempre custodita dai padri Carmelitani. Le statue sono dell’800 e danno l’idea di quanto a quell’epoca fosse presente in città il culto della santa. 

Agape credo sia l’unica vergine e martire di rilievo

nel culto dei santi ternani quindi la candidata più probabile

ad essere la santa raffigurata nel dipinto custodito

nella chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Quello della Santa Agape Ternana, potrebbe essere,

come forse è il caso di San Zenone,

venerato in una frazione della periferia di Terni,

un culto importato da Roma, e successivamente identificato come ‘locale’.

La prova del nove: gli stemmi del Rapaccioli

Un ulteriore prova del ragionamento fatto si trova nello stemma

sopra il dipinto di Santa Agape, se fosse quello del cardinale Rapaccioli

i conti tornerebbero!

Consultando il sito https://www.armoriale.it/wiki/Armoriale_delle_famiglie_italiane_(Rap)

viene fuori l’immagine della famiglia Rapaccioli:

Bene, proprio non solo sopra l’immagine di Santa Agape

c’è il caratteristico ‘rapacciolo’ della famiglia,

che ha le sue origini a Collescipoli,

ma ci sono anche le api nell’altare vicino e forse anche un altro nell’ingresso della cappella francescana (un granchio?)

un simbolo della famiglia del Cardinale Francesco Angelo Rapaccioli 

Altre notizie relative a Santa Agape, si trovano a Chiari

dove si trovano i resti di una santa ritrovata alla catacombe

di San Callisto e donata da papa Pio VI alla città di Chiari

mentre i resti un’altra Santa Agape di Roma

come attestato in questa pagina sarebbe finita nella Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo in Oreno.

Terni 11 Luglio 2021 Claudio Pace


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