Primo Presepe a Greccio significato e interpretazione
Primo Presepe
Quest’anno per la Messa della Notte di Natale sono andato a Greccio, che con l’apertura della nuova galleria Marmore, ormai dista da Terni pochi minuti d’auto,
Non ero il solo di Terni, ho riconosciuto e salutato persone che conoscevo e che con piacere ho rivisto nella chiesa di Greccio.
La Messa di Natale a Greccio per consuetudine consolidata viene celebrata dal Vescovo di Rieti, che essendo stato eletto da pochi mesi ha celebrato per la prima volta il suo Natale nel Santuario famoso per essere stato il primo dove Francesco celebrando il Natale ha in qualche modo inventato il presepe vivente.
Nell’omelia il vescovo ha riportato alcuni episodi delle Fonti Francescane, abbastanza noti in cui si descrive appunto questa celebrazione abbastanza insolita, tanto insolita, quella di celebrare la Santa Messa in un luogo sperduto della campagna, che San Bonaventura ci tiene a precisare che per farla Francesco chiese ed ottenne un permesso papale.
Il vescovo ha citato anche il libro di Chiara Frugoni, “San Francesco e la notte di Natale”, inquadrando il gesto di Francesco nella polemica storica delle crociate, come se Francesco volesse dire che la questione di Betlemme e del Natale è una questione spirituale e non militare, non di conquista materiale dei luoghi santi, che i papi affideranno spiritualmente in futuro proprio ai francescani. In questo senso l’interpretazione di Greccio che da Giotto, nel famoso dipinto, il primo a destra entrando nella basilica superiore di San Francesco ad Assisi non sarebbe la più ortodossa allo spirito del Natale di Greccio.
Se il Vescovo voleva suscitare curiosità ed interesse con le sue parole alla questione delle origini del primo presepe, devo dire che c’è proprio riuscito, anche se credo che il dipinto di Giotto su Greccio in realtà non entri nel merito della questione politica che diventa di drammatica attualità in quanto i fatti di questi anni in cui è esploso il fenomeno del fondamentalismo islamico. Sia pure con un linguaggio diverso (‘Missioni di pace’ piuttosto che ‘crociate’) si pone oggi il problema dell’intervento militare laddove la libertà religiosa dei cristiani e non solo dei cristiani viene messa in discussione con l’esercizio di una violenza inaudita che si ispira alla Sharia e all’interpretazione più violenta e intollerante che si possa fare del Corano. Questo sebbene le ragioni dei conflitti sono tante e dietro la questione religiosa si nascondono altri tipi di interesse e di ragioni che sono alla base dei conflitti in Medio Oriente e in altre zone del mondo. [youtube]https://youtu.be/R0M0gn2E-Vk?list=PLK40E5JdJBZQHyX6IWGM_7CKEuuptIF-P[/youtube] una lectio molto interessante sul primo presepe di Greccio a Greccio nell’ambito di un discorso sulla musica sacra
Ritornando alla questione del primo presepe, quello di Greccio, ai vari racconti delle fonti francescane, è vero non si parla di nessun bambinello né di legno né vivente ma solo della greppia ovvero della Mangiatoia (in latino praesepio) e che il primo presepe fu in realtà una esaltazione dell’altare della celebrazione eucaristica, della celebrazione del Natale nel suo senso più vero quello pasquale dove l’incarnazione del Verbo, il suo farsi carne si completa nel farsi cibo per gli uomini.
Nella vita prima di Celano San Francesco al nobile Giovanni di Greccio chiede la rappresentazione del bambino nato a Betlemme … e in qualche modo di vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello.
Il bambino compare nella visione carismatica di un seguace laico, uno dei tanti laici convertiti da Francesco a Greccio, il cavaliere Giovanni conte di Greccio (Giovanni Velita) che vide il bambino addormentato o addirittura privo di vita nella mangiatoia, risorgere, prendere vita nelle braccia di Francesco.
Ma non è questo al centro della raffigurazione di Giotto?
Che poi nel corso dei secoli il messaggio di Giotto e quelle delle fonti francescane si siano discostati, inventandosi un bambino materiale già posto nel primo presepe di Greccio non è certo colpa di Giotto.
Il riaccostarsi alle fonti francescane e non solo per scoprire lo spirito del primo presepe è senz’altro la cosa migliore da fare, per accostarsi a Francesco senza la mediazione di alcuno, nemmeno di certi film, belli per carità, ma che tendono un po’ a smielare Francesco oscurandone la sua componente carismatica fondamentale. Nelle fonti leggiamo infatti del suo continuo dialogo con Dio, con i santi e gli angeli (in primis Santa Maria e San Michele) dei suoi carismi straordinari, dei suoi doni, come quello dello stimmate, che per grande umiltà nascondeva, ma che non possiamo ignorare.
Doni evidentemente presenti anche nei suoi figli spirituali anche laici come Giovanni di Greccio e nelle sue figlie spirituali, come Chiara che impara dall’amore di San Francesco l’amore e l’audacia per l’Eucarestia e non esita a servirsene per difendere le sue sorelle dai fondamentalisti islamici del suo tempo, i saraceni, venuti al convento di San Damiano e riservare loro lo stesso orribile trattamento che i fondamentalisti islamici di oggi riservano alle donne cristiane, Yazide e musulmane che non accettano il loro credo fondamentalista.
Claudio Pace Terni 26 Dicembre 2015 su primo presepe