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Palmira la risposta del Male al free2pray di Pentecoste

Palmira la risposta del Male al free2pray di Pentecoste

Palmira

Quello che è accaduto nei giorni scorsi a Palmira e che è stato diffuso dei media proprio al compiersi del giorno di Pentecoste, il giorno dopo del free2pray voluto da Papa Francesco fa ancora una volta riflettere su questi tristi avvenimenti, queste notizie di morte continua, di stragi di Cristiani che avvengono nel Vicino Oriente.

Notizie che si accompagnano anche ad altre notizie non meno gravi, quali quelle della distruzione di chiese, moschee, reperti e siti archeologici, notizie che non devono mai farci perdere però, se non vogliamo cadere nelle stesso livello di questi criminali, il senso delle cose, come ricordava l’omelia di Pentecoste di un frate francescano pronunciata ieri a Greccio e che citava un detto rabbinico: Si piange più per i mattoni delle torri che per le vittime della loro caduta.

Mi ha anche colpito il commento di una persona su FB alle notizie che ritwitto spesso su queste stragi e malefatte allo scopo di contribuire nel mio piccolo a mantenere alta la tensione su questo continuo sterminio di Cristiani in Siria come in altre parti del mondo. 

Era un commento triste e ironico che chiedeva se si pensasse di fermare questi fondamentalisti con le preghiere, intendendo che solo le maniere forti possono fermarli.

Un commento che ignora una situazione geopolitica cosi strana e complessa come mai in passato, si pensi solo alla rivoluzione sciita nello Yemen e la configurazione sunnita dell’Isis stesso.

Il problema dell’Isis e di un eventuale intervento militare è così complicato e delicato che non si può risolvere in una battuta di twitter o in una discussione su FB, anche se è certo che stiamo assistendo, stiamo vivendo una pagina di storia dove la lotta del Maligno contro la Chiesa è quanto mai evidente. 

Palmira
L’elenco molto significativo dei dipinti della chiesa di San Legonziano che si trova a Lanciano sotto la chiesa del miracolo eucaristico

Le stragi dei Cristiani in Asia e Africa, le divisioni dei Cristiani nelle altre parti del mondo, il tentativo sistematico e continuo di distruggere i valori cristiani emarginandoli dalla società e relegandolo alla sola sfera personale dell’individuo nel nome di una presunta laicità nell’occidente, sono segni dei tempi, segni che dobbiamo leggere e interpretare senza mai disperare perché nonostante tutto Gesù può dire di se: “IO SONO il Signore della Storia”.

Anche per Palmira come per altre stragi passate e future dell’Isis, questa signoria di Cristo che si offre sulla croce per la salvezza di molti e che permette all’uomo di degradarsi e sterminare con gesta come quelle che l’Isis ama fare e mostrare, è la strada maestra per capire bene cosa si può fare contro il male che pare avanzare inarrestabile.

Intanto, specie se credenti, bisogna stare uniti con Papa Francesco, il papa che ha impedito o comunque rallentato la distruzione della Siria.

Il suo parlare chiaro, nel caso del genocidio degli Armeni, è stato un chiaro segnale per la  Turchia, una potenza della Nato, dello stesso patto militare a cui gli Stati Uniti e l’Italia aderiscono, che in tutto quanto sta avvenendo ha assunto in passato e forse ha ancora oggi delle posizioni ‘discutibili’ e che se invece cambiasse decisamente rotta potrebbe essere determinante per fermare il fondamentalismo islamico in Asia Minore come in Libia.

Claudio Pace 25 Maggio 2015 su Palmira


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