Armonizzare l'atmosfera

Banca Etruria e le altre per risolvere il problema alla radice …

Banca Etruria e le altre per risolvere il problema alla radice …

Banca Etruria

Nel canale ufficiale di Banca Etruria si trova questo singolarissimo servizio di una tv cinese affascinata dalla sede della Banca Etruria che si trova proprio ad Arezzo.

Potete immaginare fare operazioni bancarie in questa splendida sala dorata, dice la giornalista cinese, è un piacere artistico privilegiato.

Ma è forse proprio in questa sede storica o in qualcuna simile che qualcuno ha deciso di disfarsi in fretta e rapidamente delle azioni e obbligazioni della Banca Etruria, una del poker di banche che ha fatto la rovina degli ignari consumatori.

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Nessun Dorma Turandot e la teologia nominale

Nessun Dorma Turandot e la teologia nominale

Nessun Dorma

La Notte simbolo della Pasqua

Uno dei brani più famosi dell’Opera Italiana, il Nessun Dorma della Turandot di Giacomo Puccini,

è l’aria che il principe ignoto canta nella notte in cui si deciderà del suo destino,

mentre è partito, nella notte quasi ‘pasquale’ di Pekino, l’ordine crudele della gelida e crudele della principessa Turandot: 

“Nessun dorma questa notte in Pekino!”.

Notte quasi pasquale perché ricorda la Notte di Pasqua in cui la Chiesa Cattolica prega così

Fratelli, in questa santissima notte, nella quale Gesù Cristo nostro Signore passò dalla morte alla vita,

la Chiesa, diffusa su tutta la terra, chiama i suoi figli a vegliare in preghiera. 

Rivivremo la Pasqua del Signore nell’ascolto della Parola e nella partecipazione ai Sacramenti,

Cristo risorto confermerà in noi la speranza di partecipare alla sua vittoria sulla morte

e di vivere con lui in Dio Padre.nella liturgia della Luce. 

La Veglia

Tutto un altro contesto, è vero, ma il vegliate che è il modo evangelico di dire “Nessun Dorma” è tipico della predicazione,

forse anche sua storica  (Verba ipsissima), di Gesù e certamente della chiesa primitiva,

abituata fin dagli inizi a pregare senza dormire la notte come attesta un miracolo assai significativo di Paolo

che resuscita il giovane Eutico addormentatosi mentre (At 20,7ss)

la Chiesa dopo essersi riunita nello Spezzare del Pane si era trattenuta con Paolo fino a Mezzanotte.

Nessun dorma è dunque anche nel vegliate che Gesù chiede ad una triade dei suoi discepoli (Pietro e i Figli del Tuono) prima della sua passione

L’invito a vegliare

(Mt 26,38-43)

[Mt26,36] Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: “Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare”.  

[37] E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia.

[38] Disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.  

[39] E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!”.  

[40] Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me?

[41] Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”.

[42] E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: “Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà”.

[43] [E] tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti.

[44] E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole.

Gestemani

Insomma Gesù nel Gestemani assomiglia un po’ al Calaf che ripete come un eco il Nessun Dorma che riecheggia nella spaventata Pechino,

ma in questo Nessun Dorma in bocca a Gesù si può vedere lo stesso nella notte Pasquale

che invita a rimanere svegli i Cristiani per incontrare il Risorto o comunque sentire e diffondere l’annuncio del risorto.

In questa chiave pasquale, la fine dell’aria del Nessun Dorma sembra il canto del Gesù Risorto che vince all’Alba

e che da compimento alla speranza della sua Madre che nella fredda stanza,

nell’attesa della sua resurrezione, guarda le stelle che tremano di amore appunto e di speranza.

Lei così certa della sua resurrezione che non va a cercarlo appunto nella tomba vuota,

che pure contiene l’eco del Nome del Risorto, ma l’attende e secondo una tradizione,

non supportata dai testi sacri, per prima incontra il Risorto da cui riceve consolazione.

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Immacolata alla genesi del Giubileo della Misericordia

Immacolata alla genesi del Giubileo della Misericordia

Immacolata

Immacolata 20151208_074443Il Giubileo della Misericordia ha la sua genesi nella festa della Immacolata e grazie anche ad un amico sacerdote che mi ha procurato un biglietto per piazza San Pietro oggi ho potuto partecipare alla Santa Messa celebrata da Papa Francesco, alla presenza del papa emerito, Papa Benedetto, tanti  vescovi e sacerdoti e migliaia di fedeli, a cui è seguita la cerimonia di apertura della porta santa e l’Angelus.

La giornata scelta è stata la festa dell’Immacolata, che quest’anno coincideva con i cinquanta anni del concilio vaticano secondo, del quale alcuni brani sono stati letti prima della recita del Rosario, in attesa dell’inizio della Santa Messa.
Felice scelta questa del papa, che ribadisce l’importanza e l’attualità del concilio vaticano secondo, che è stata una apertura della chiesa verso il mondo, e anche il canto scelto per intervallare la lettura è stata significativa e non solo per le parole, misericordias domini in aeternum cantaboma per il fatto che è uno dei canti di Taizè, il luogo da dove tanti di noi giovani del 1975 abbiamo cominciato a cantarla, da Taizè a Roma, Palermo, Monreale, Filaga e tanti altri posti dove ci si radunava per pregare per l’unità dei Cristiani nello spirito dei documenti conciliari che invitavano a superare gli steccati che dividono le varie confessioni cristiane.

[youtube]https://youtu.be/Y6ycBOH9qXM[/youtube]

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Crozza Panteista I pericoli di confondere Natura e Creatore

Crozza Panteista I pericoli di confondere Natura e Creatore

Crozza Panteista

Crozza PanteistaParlare di natura e di creato non è la stessa cosa anche se si parla della stessa cosa.

La Treccani per il primo termine in questione dice: natura s. f. [lat. natūra, der. di natus, part. pass. di nasci «nascere»].

1. Il sistema totale degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate, che presentano un ordine, realizzano dei tipi e si formano secondo leggi. Quindi:[

Mentre per il secondo termine creato nel significato più simile è: s. m. [part. pass. di creare].

[2. s. m. L’insieme delle cose create, l’universo e quanto in esso si trova: le meraviglie del c.; tutti gli esseri del creato.

Hubert Reeves

Nella sua popolare e seguita trasmissione settimanale #CrozzaDelleMeraviglie quella del quattro Dicembre Crozza ha pensato bene di citare questa frase ed effetto dell’AstroFisico Hubert Reeves:  

L’uomo è la specie più folle: venera un invisibile Dio e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando.

Un Aforisma che si basa sulla non esistenza di un invisibile Dio che trascendente la natura e proclama Dio la materia stessa, il dogma del panteismo, che ha in Spinoza il filosofo di riferimento più famoso e che rigetta il concetto di causa come generato da un limite gnoseologico, conoscitivo degli uomini.

Nessun motore immobile dunque a meno che non si identifichi il motore immobile con la stessa natura ‘mossa’ di cui essendo parte come osservatori siamo di per sé ‘divini’.

Ma il punto di vista spinoziano di Reeves, e adesso anche del Crozza panteista, è inconfutabile.

L’invisibilità del Dio trascendente è un forte indizio per la sua non esistenza, per il suo confinamento nel mitologico, nel puro prodotto dell’intelletto e della fantasia umana?

Direi proprio di no.

Aforisma su twitter

L’aforisma citato dal Crozza Panteista è accattivante ma a mio parere fuorviante. Eccolo espresso in un twit …

GÖDEL

Per superare il panteismo, se non ci si accontenta di prove logiche ed ontologiche dell’esistenza di Dio come quelle fornite da GÖDEL :

“Se Dio è possibile, allora esiste necessariamente.

Ma Dio è possibile.

Quindi esiste necessariamente”.

Enrico Medi

Credo che le argomentazioni del fisico italiano Enrico Mediche affronta il problema dell’universale dal particolare,  possa dare una risposta definitiva ad un questione assai dibattuta.

Questione come abbiamo visto divenuta anche oggetto di un trend di Twitter grazie all’intervento del Crozza Panteista.

Ecco la famosa domanda al Protone di Enrico Medi

Per arrivare all’esistenza di Dio non sono necessari i miliardi di stelle che popolano gli abissi del cielo, non è necessaria la perfezione del volo di una rondine, o la complessità di funzionamento delle cellule di un cervello umano. Basterebbe la presenza di un unico protone al quale si pone la domanda:

“Tu esisti, quindi o tu hai l’essere o tu sei l’essere.

Se hai l’essere devo risalire a qualcuno che questo essere ti ha dato, e questo qualcuno subirà la stessa domanda fino a che non arrivo a Colui che è l’Essere”.

Se il protone fosse l’Essere avrebbe in sé l’assoluta pienezza e l’essenza dell’Essere totale, non potrebbe esistere alcun altro protone uguale a lui; in lui sarebbe ogni intelligenza, potenza, sapienza fuori dello spazio e del tempo: ma questo non è.  

Quindi Dio c’è. 

[Enrico Medi, I giovani come li penso io, Ediz. Studium Christi.

Credo che solo se il protone fosse superbo e illogico potrebbe dire sono l’Essere. D

unque l’Essere è e trascende la Materia, la Natura che è solo, malgrado il pensiero di molti, Creato.

E la conseguenza ecologica è assai forte: la natura va rispettata!

Non solo perché è un bene comune necessario alla sopravvivenza e alla qualità della sopravvivenza di molti, ma è un dono, un carisma e come tale va esercitato e non sciupato.

Se il creato è un carisma la sua offesa non è solo un reato ma anche peccato, e la sua difesa una vocazione per i credenti che li unisce a tutti gli uomini di buona volontà.

Claudio Pace Blogger 6 Dicembre 2015 su Crozza Panteista

Per la questione panteismo e creato vedi anche http://www.claudiopace.it/ansia-amare-fatima-franca-cornado/

De Maria numquam satis – Indice pagine sulla Madre di Gesù

De Maria numquam satis – Indice pagine sulla Madre di Gesù

De Maria numquam satis

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Per scrivere questo titolo di questa pagina indice delle pagine che si trovano nel blog e che hanno per protagonista la Kekaritomene, ho preso a prestito una frase famosa di San Bernardo:

 De Maria numquam satis ( Di Maria ,di parlarne, di lodarla, di pregarla non ci si sazia mai).

Alla frase di San Bernardo nel titolo avrei voluto aggiungere (ma non ho potuto per ragioni di spazio) questa esclamazione estatica di Padre Pio:

“Ah Mamma Bella se non ci fosse la fede gli uomini ti direbbero Dea … gli occhi tuoi sono più risplendenti del sole… sei bella, Mammina, me ne glorio, ti amo… deh aiutami!”.

Affermazione che ha in realtà un valore teologico assai forte se si considera il processo di glorificazione, di deificazione compiuto in anticipo in Maria. Con la sua gloriosa assunzione, la sua carne immacolata ha avuto lo stesso aspetto, la stessa forma che ebbe il corpo di Gesù Risorto come attestano i racconti della resurrezione.

In essi si legge che i discepoli non riescono a riconoscere Gesù perché sotto altro ‘Aspetto‘ o ‘Forma’ così come nei racconti della Trasfigurazione che sarebbe meglio dire ‘Trasformazione’ che fu un anticipo di quella definitiva che L’IOSONO Gesù, vincendo la morte, compie risorgendo dai morti e lasciando  il sapore del suo nome nella tomba vuota … 

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