Ast 2015 seguire il modello tedesco per le relazioni sindacali?
Ast 2015
Ci avete fatto caso di Ast e dell’accordo non si parla quasi più.
Citato negli auguri di Natale del Vescovo di Terni, condannato come farlocco da alcuni politici locali, che però non so che accordo immaginassero sarebbe stato possibile firmare, e qualche considerazione assai discutibile di un giornalista locale che attribuiva al pagamento degli stipendi Ast un presunto buon andamento delle vendite natalizie a Terni, nulla di più sullo storico accordo firmato al Mise.
Accordo che è stato votato dalla quasi totalità degli aventi diritto e la vittoria dei sì è stata schiacciante circa l’ottanta per cento contro uno scarso venti per cento dei no.
Chi ha detto sì a questo accordo ha sostanzialmente detto sì al fatto di non dovere di nuovo ricominciare una lotta che nessuno si sentiva di ricominciare dopo la decisione, per molti sbagliata, di proseguire lo sciopero ad oltranza nonostante lo sforzo profuso dal governo, con il premier che ricevuto i rappresentanti dei lavoratori nella sua Leopolda e con il ministro dello sviluppo economico che ha condotto personalmente una trattativa tra le parti, difficile quanto si vuole, ma comunque andata a buon fine …
I sindacati si sono fatti prendere un po’ la mano dai fischi che i loro rappresentanti nazionali hanno ricevuto in piazza a Terni e da un eccesso di visibilità?
Forse non hanno considerato attentamente il fatto che sparando tutte le munizioni con lo sciopero ad oltranza, si sono messi in condizioni di estrema debolezza finendo con il far accettare ciò che non si sarebbe mai accettato.
Il vero nodo della questione, quello dell’area a caldo, è rimasto tale e anche sfruttando la visibilità ottenuta, questo va fatto capire alla politica nazionale ed europea, per evitare il rischio che la questione Ast torni alla ribalta.
I problemi sono e rimangono due, e strettamente connessi tra loro:
– Sovracapacità europea della produzione di acciaio e mercato.
Taranto comincia adesso un percorso di intervento pubblico per la siderurgia, percorso diverso da quello di Terni e Piombino che continuano con i privati, ma che Terni e Piombino devono guardare con molto interesse, perché se Taranto facesse la fine della finno-tedesca Inoxum, dove i soldi dei contribuenti pubblici nordici investiti sono stati letteralmente buttati al vento, la carta intervento pubblico, mal giocata, verrebbe bruciata definitivamente per tutti!
Mentre invece il fattore pubblico, specie europeo, potrebbe giocare le sue carte prendendo come modello, il modello Iri del novecento italiano, che per quanto criticato sia stato, alle volte anche giustamente, ha risolto davvero il problema lavoro in modo più serio delle proposte alla Robin Hood che la Camusso continua a propinare (tassare i ricchi e dare ai poveri). Proposte che purtroppo non hanno alcun valore economico realee che rendeno il sindacato più debole, in quanto poco credibile.
Cosa dovrebbe fare il sindacato allora?
Cambiare profondamente strategia, e potrebbe cominciarlo a fare sperimentalmente proprio a Terni, chiedendo di seguire il modello tedesco, in modo da far partecipare direttamente i lavoratori alla conduzione della società, in cambio di un ridimensionamento sostanziale delle Rsu e dei tradizionali modelli sindacali che ormai dicono poco al mondo dei lavoratori.
Questo per potere affrontare le sfide che attendono il prossimo futuro in modo più sereno e più efficace, con persone che sappiano capire meglio il linguaggio aziendale e rappresentare efficacemente e direttamente le istanze del mondo del lavoro al mondo del capitale, facendosi più responsabili e partecipi dei problemi del mercato e della politica.
Il mondo è cambiato, nessuno a Terni pensa che tutti i problemi dell’Ast sono stati risolti, il 2015 sarà ancora una volta un anno difficile, da affrontare con molto ottimismo ma anche con un sano realismo, sperando che nelle prossime parodie di Crozza gli operai dell’Ast non siano più rappresentati solo accanto al Saldatore Landini contro l’imperatore Renzi, ma che siano accanto ad entrambi i personaggi, saldatore e imperatore, uniti a sfidare il nemico che viene da fuori e attacca Roma …
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Il modello della classe operaia che lotta unita e compatta, con gli scioperi, le occupazioni delle fabbriche sta tramontando, il villaggio globale non lo permette più, lo dimostrano le parole del sindaco di Terni che ricevendo i sindacalisti in comune propose il boicottaggio della ThyssenKrupp e il portare la lotta ad Essen.
Parole concitate dette in un momento di concitazione, ma assai significative: cosa si voleva boicottare l’acquisto degli ascensori prodotti dalla ThyssenKrupp? Quanti ascensori si comprano a Terni? Poi con la crisi dell’edilizia non ne parliamo proprio altro che comprare ascensori.
Ed andare ad Essen a che è servito? A nulla come non servì a nulla ai lavoratori della Berco che fecero le stesse inutili mosse.
Bisogna trovare modelli nuovi ed avere il coraggio di buttare via quelli vecchi come si faceva una volta con le cose vecchie che era tradizione buttare via a Capodanno ma per farlo occorre uno spirito davvero nuovo la Mitbestimmung evocata dal vescovo di Terni lo scorso Settembre va approfondita non solo a Terni ma a livello nazionale anche nelle sedi parlamentari che potrebbero incoraggiare e sostenere le imprese medio-grandi che decidessero di attuarla.
Claudio Pace Blogger 26 Dicembre su Ast 2015
Ast 2015
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