Armonizzare l'atmosfera

Turing The Imitation game un film per capire l’era digitale

Turing The Imitation game un film per capire l’era digitale

TuringTuring

The imitation game è un film che merita proprio di essere visto, è un bel film, anche se confesso la mia visione è fortemente e positivamente influenzata dagli studi fatti all’università, matematica appunto, e il mio lavoro passato che era di progettista software e gestore dei sistemi di qualità software e di sicurezza delle informazioni.

Insomma se è vero che Turing era il padre dei computer come sostengono i titoli finali di The Imitation Game,  Turing è stato padre del mio mondo, del mondo nel quale ho vissuto per molto tempo con pochi addetti ai lavori e che adesso vivo con quasi tutti, se ha un senso il termine ‘era digitale’ e il ‘quasi’ deriva invece da un altro termine, il digital divide, che alcuni cercano di vivere volontariamente, per quanto possono.

Si può ignorare il mondo dei social media, si può mantenere un telefono trash che si usa solo per telefonare, ma l’assalto dell’ zero-uno, dell’invasione del digitale è ormai compiuto …

Certe scene del film poi, le ho vissuto anch’io nella mia vita, quell’anello fatto con lo spago regalato per il matrimonio mi ricorda il primo anello regalato a chi sarebbe stata poi mia moglie, un anello preso per scherzo da una lattina di una bibita appena consumata in pizzeria,  salvo il fatto poi di averle regalato l’anello quello vero e l’averla presa davvero in moglie e dato quello definitivo, argento e oro partendo dall’alluminio …

Sulla questione della paternità dell’era digitale, del computer in particolare, i pareri non sono concordi, Focus per esempio riporta il parere di uno studioso che ritiene Von Neuman il vero padre del computer moderno.

Io propendo per Turing perché prima viaggiano le idee poi i carri armati e l’idea base di Turing fu quello di volere capire il mondo, capire quali segreti nasconde la natura nello sviluppo della vita biologica, che la vita stessa era soggetta a leggi matematiche.

La scena del giovane studente Turing che separa i piselli dalle carote nel suo piatto, sintetizza, anche troppo, quella sua curiosità verso il mondo della biologia e che non gli portò a nulla per cui è ricordato anche in quella branca della scienza, salvo che con la potenza di calcolo sviluppata dai computer la genetica avrebbe ottenuto dei risultati impensabili per l’epoca di Turing ovvero pensati e desiderati da persone come Turing che non possiamo definire padre del genoma ma che senza il suo contributo logico all’evoluzione della scienza e della tecnologia, di genoma e di sequenziare il Dna proprio non se ne sarebbe potuto parlare.

E che dire di quel suo nastro logico infinito a due valori, zero e uno, della macchina logica teorizzata da Turing, se non uno sdoganare, un applicare  l’Algebra di Boole, che già univa indissolubilmente l’algebra con la logica, che sarebbe diventata un elemento costituivo essenziale del computer e dei linguaggi di programmazione degli stessi.

E’ inevitabile fare un paragone con Galilei, che fu il primo a teorizzare che il libro dell’Universo fu scritto da Dio usando il linguaggio matematico, tanto da non accettare, almeno in un primo tempo, l’ellisse come traiettoria disegnata dei pianeti per girare intorno al sole, avrebbe dovuto essere il cerchio non l’elisse!

Galilei, Boole, Turing e tanti altri studiosi e pensatori che ci sono stati e ci saranno ancora, riescono a meravigliarsi, a interrogarsi, a sperimentare come chiedessero a Dio un oracolo che solo alla fine dell’ esperimento apparirà ottenuto o meno. I geni vedono ciò che noi, comuni mortali, non vediamo, per esempio mentre scarichiamo una “App” per fare questa o quella cosa, andando in giro con delle potenze di calcolo che ai tempi di Turing sarebbero state considerate infinite.

Claudio Pace Terni Blogger 24 1 2015 Su Turing

[youtube]http://youtu.be/ytK6UEKyHvI[/youtube]


One thought on

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.