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I treni non vanno a chiacchiere

I treni non vanno a chiacchiere

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I treni non vanno a chiacchiere egregio sig. Moretti. L’AD di Trenitalia continua  a parlare della Stazione Tiburtina e del trasporto ferroviario e lo fa in un modo assolutamente sorprendente e lontano anni luce dalla realtà.

Da pochi giorni è stata annunciata la costruzione ed è stata posta la prima pietra  della nuova sede della BNL che sarà proprio vicino alla Stazione Tiburtina. Come e cosa le due opere possano avere in comune e possano interagire è domanda di secondo piano. Quello che sconcerta sono le affermazioni di Moretti in questa occasione. Addirittura Moretti, come riportato da RomaToday, si “scusa” se la Stazione Tiburtina sia stata completata nei tempi previsti! Si, forse l’enorme parallelepipedo di vetro ferro e cemento, la cui utilità ci è ancora del tutto ignota, è stato in qualche modo completato nel 2011 ma quello che dovrebbe essere la parte vitale di una stazione, quello che ne permette la sua funzione,  cioè la rete ferroviaria, i binari per intendersi, sono ancora in gran parte inagibili ed oggetto di lavori la cui fine sembra assai lontana. Giova ricordare che lavori sui binari della stazione Tiburtina sono stati condotti almeno altre due volte dal 1999. Si rende necessario, poi, sottolineare che la stazione dalla sua inaugurazione, anzi da prima, dalla data dell’incendio, funziona con circa la metà dei binari rispetto a quelli che dovrebbe avere.  Un incendio per cui nessuno a pagato nonostante le palesi mancanze nella sicurezza e protezione.  La non agibilità di metà dei binari comporta enormi disagi nella maggioranza dlle decine di migliaia di utenti giornalieri che usano i treni a Tiburtina. Infatti i treni regionali e locali carichi di pendolari vengono troppo spesso fermati per far passare Frecce, rosse o di altri colori, che viaggiano il più delle volte semivuote.

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A questo proposito è bene richiamare un’altra dichiarazione di Moretti di questi giorni, quella in cui sembrerebbe intenzionato ad eliminare il traffico locale ferroviario e puntare solo sull’alta velocità. Purtroppo sono almeno 10 anni che Moretti ha iniziato a mettere in pratica queste intenzioni. Non potendo velocizzare più di tanto i treni AV ha iniziato a realizzare la sistematica eliminazione dei treni regionali laddove potevano fare concorrenza con l’AV (e la tratta FI – BO ne è solo un esempio), di concerto ha messo in atto il rallentamento dei treni regionali laddove non poteva eliminarli. Per fare questo ha reintrodotto fermate minori e inutili. L’importante era allungare i tempi dei regionali per convogliare la gente sull’alta velocità. Naturalmente questa politica si è scontrata con quella dei risparmi e si è così assistito ad un balletto schizofrenico fra l’eliminazione delle stazioni inutili e la loro reintroduzione. Oggi Moretti se da un lato sembrerebbe voler voler eliminare il traffico locale dall’altro reclama l’aumento degli abbonamenti; ma è proprio sul traffico regionale che si basano  le ferrovie e ci vuol poco a capire che senza un traffico locale efficiente il traffico nazionale è un gigante con i piedi di argilla, e poi ci vuol poco a capire anche se i conti ufficiali direbbero il contrario, che è proprio il traffico regionale e locale a dare risorse alle Ferrovie. Infatti i 3,5 milioni di abbonati usano ovviamente tutti i treni locali o regionali; inoltre con i molteplici tagli operati oggi i treni locali e regionali viaggiano sempre molto affollati. E sono treni a costo quasi nullo. Personale ridotto all’osso, materiale spesso obsoleto e al limite o anche sotto al limite della decenza, manutenzioni inesistenti, costi fissi già ammortizzati li rendono praticamente a costo zero. Lo stesso discorso non si può certo fare con l’Alta Velocità i cui treni sono costosissimi, viaggiano con un personale numeroso e sono spesso semivuoti, infatti per occupare le tratte impedendo il traffico dei regionali e della concorrenza sono stati moltiplicati e replicati senza una effettiva utilità.

Però su una cosa ha ragione Moretti, non si deve definire la Stazione Tiburtina una cattedrale nel deserto, infatti, non somiglia affatto ad una cattedrale.

Emilio Santa Maria battitore libero, pendolare e ingegnere


2 thoughts on I treni non vanno a chiacchiere

  1. La ringrazio per il suo commento sig.Daniele, ritengo tuttavia di poter supportare ogni affermazione contenuta nell’articolo con adeguata produzione di documenti e/o spiegazioni. Evidentemente lei dispone di informazioni più precise e circostanziate delle mie e di un background culturale superiore. Siccome considero l’ignoranza una condizione imprescindibile dell’essere umano sono sicuramente conscio dei limiti della mia cultura, e la invito cortesemente a volerci illustrare quali sono i punti che lei ha trovato inadeguati, quali i luoghi comuni in modo da poter correggere il tiro al fine di diffondere messaggi veritieri.

    Mi domando quali argomentazioni l’abbiano portata a stigmatizzare così il mio articolo, non certo il fatto che la Stazione Tiburtina funzioni a mezzo servizio, ciò è immediatamente verificabile andandoci. Non credo siano le affermazioni sulla scarsissima convenienza dell’AV, infatti, come lei mi può insegnare, facendo un conto semplicissimo si verifica come con i ricavi (non i guadagni) di un mese di AV si ripagherebbero si e no 2Km di linea mentre il guadagno in termini di tempo, sempre facendo due conti semplicissimi è ridotto ad un massimo di 4 minuti ogni 100Km nelle poche tratte dove si può marciare a 300Km/h. Non credo neppure che siano state le affermazioni sulla inutilità della enorme costruzione aerea, anche lì è sufficiente una visita di pochi minuti per verificare quanto ho scritto, così come per verificare l’inadeguatezza della progettazione che in un particolare è documentata da una delle foto allegate che mostra cosa succede l’inverno nella piazza “ipogea” la cui pavimentazione assolutamente inadatta fa permanere l’umidità notturna che al mattino ghiaccia con grave pericolo per gli utenti.

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