Armonizzare l'atmosfera

Triduo Sponsale nel giubileo della Misericordia

Triduo Sponsale nel giubileo della Misericordia

Triduo Sponsale

È Incominciato oggi, in tutte le cattedrali nel mondo, oggi o ieri pomeriggio a secondo le consuetudini delle chiese locali, il triduo pasquale, che a me piace chiamare il triduo sponsale e non solo per l’assonanza tra i due termini ‘pasquale’ e ‘sponsale’ …

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Non fate date La regola di chi comprende la Misericordia di Dio

Non fate date La regola di chi comprende la Misericordia di Dio

Non fate date

ieri un mio amico, piuttosto anziano, mi ha mandato una mail con tanto di link e per telefono mi ha descritto l’orrore che una profezia, attribuita alla Madonna,  si sarebbe visto a San Pietro.

Un attentato in piena regola peggiore di quello avvenuto a Bruxelles, che avrebbe costretto il papa a fuggire sopra una fila di cadaveri e di moribondi sofferenti e mutilati.

Non ho sorriso, né ho pensato che fosse scemo o stupido, quel mio amico, che comunque pregava e invitava a pregare perché ciò  non accadesse, ma dentro di me pensavo a quello che accadde a Milano dopo l’attentato delle Torri Gemelle quando si diffuse la leggenda metropolitana di una dottoressa che curando un paziente arabo, per riconoscenza da lui ebbe il consiglio di non prendere il metrò in un preciso giorno della settimana.

Fu il caos totale, nessuno prendeva più i mezzi pubblici (cosa che va fatta solo quando viene comunicato dall’autorità il livello di emergenza alto) e dopo vari appelli fatti dalle autorità comunali la gente piano, piano ricominciò la vita normale.

Il terrorismo infatti mira a creare terrore, vivere bene la propria quotidianità, senza farsi prendere dal panico e dall’angoscia, è la prima risposta concreta che possiamo dare agli atti di terrore che sono stati compiuti e a quelli che potrebbero essere compiuti nei giorni successivi.

Con questa logica, ho scritto questo twitter,

richiamando il twitter che avevo scritto quando ho letto in rete di queste presunte profezie della Madonna di Anguera, che in modo per altro assai superstizioso legano all’ecclisi della luna gli eventi nefasti, cosa che non appartiene alla tradizione cristiana che pure nei vangeli parla di oscuramento di sole e di luna e di fatti apocalittici:

Il riferimento è agli atti degli apostoli, alla risposta che Gesù da prima di essere sollevato in cielo,  in cui di fatto nega di sapere come uomo i tempi in cui sarà ricostruito il regno di Sion, e lo nega perché è un evento in cui ci vuole la collaborazione umana e che quindi non può essere fissato con una data precisa.

Nell’unica rivelazione mariana solennemente approvata dalla Chiesa quella di Fatima  l’inquadramento temporale di quella che è stata la seconda guerra mondiale fu abbastanza preciso “La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un’altra ancora peggiore.” e fu oggetto di una polemica tra Lucia e i suoi detrattori.

Lucia, la confidente, sosteneva che la datazione della seconda guerra mondiale doveva essere fatta prendendo il primo atto di guerra che  si verificò con l’invasione dell’Austria da parte di Hitler, cosa che avvenne sotto il pontificato di Pio XI, e non con l’invasione della Polonia che avvenne sotto il pontificato di Pio XII.

Probabilmente Lucia aveva ragione, ma forse le preghiere sue e di tante altre anime in cielo e in terra hanno fatto sì che questo funesto evento fosse almeno ritardato …

In ultimo un racconto che un figlio spirituale di Padre Pio, recentemente scomparso, Don Giuseppe De Santis faceva di un episodio in cui vide Padre Pio strappare un messaggio che una carismatica gli mandava, senza neppure leggerlo, conteneva profezie e date, “I disegni di Dio non sono definitivi” era il suo insegnamento.

Bisogna pregare sempre ma non rinunciare alla quotidianità cosa che avveniva anche nelle prime comunità che San Paolo doveva ogni tanto riprendere dicendo:

Chi non vuol lavorare neppure mangi!“.

Claudio Pace Terni 23 Marzo 2016 su “Non Fate Date”

Non fate date De Maria numquam satis

Locuzioni dall’orazione mentale l’insegnamento di Teresa D’Avila

Locuzioni dall’orazione mentale l’insegnamento di Teresa D’Avila

Locuzioni

Oggi sono stato invitato da un amico di twitter tramite un tag ad una foto  a twittare usando l’hashtag “#racconTiamo” per dire il libro che si ama o la citazione che ci appartiene e con il twitt di sopra ho risposto volentieri citando una frase di uno dei libri più belli della letteratura in assoluto e della letteratura spirituale in particolare, il Castello Interiore, scritto da Teresa D’Avila.

Santa Teresa D’Avila, una donna energica che ha influenzato con la sua testimonianza il suo tempo e con i suoi scritti e insegnamenti quelli successivi, fino al punto di essere dichiarata ‘Dottore della Chiesa’ cosa che avvenne il 27 Settembre del 1970 ad  opera del beato Papa Paolo VI che con il suo modo accorato e sentito  di esprimersi cosi definiva il messaggio dell’orazione che viene dalla grande santa spagnola.

Viene a noi, figli della Chiesa, in un’ora segnata da un grande sforzo di riforma e di rinnovamento della preghiera liturgica; viene a noi, tentati dal grande rumore e dal grande impegno del mondo esteriore di cedere all’affanno della vita moderna e di perdere i veri tesori della nostra anima nella conquista dei seducenti tesori della terra. Viene a noi, figli del nostro tempo, mentre si va perdendo non solo il costume del colloquio con Dio, ma il senso del bisogno e del dovere di adorarlo e d’invocarlo. Viene a noi il messaggio della preghiera, canto e musica dello spirito imbevuto della grazia e aperto alla conversazione della fede, della speranza e della carità, mentre l’esplorazione psicanalitica scompone il fragile e complicato strumento che noi siamo, non più per trarne le voci dell’umanità dolorante e redenta, ma ascoltarne il torbido mormorio del suo subcosciente animale e le grida delle sue incomposte passioni e della sua angoscia disperata. Viene il messaggio sublime e semplice dell’orazione della sapiente Teresa, che ci esorta ad intendere «il grande bene che fa Dio ad un’anima, allorché la dispone a praticare con desiderio l’orazione mentale; . . . perché l’orazione mentale, a mio parere, altro non è che una maniera amichevole di trattare, nella quale ci troviamo molte volte a parlare, da solo a solo, con Colui che sappiamo che ci ama» (Vida, 8 , 4-5).  [PROCLAMAZIONE DI SANTA TERESA D’AVILA DOTTORE DELLA CHIESA  OMELIA DEL SANTO PADRE PAOLO VI  Domenica, 27 settembre 1970]

Al capitolo terzo (Par. 4) del citato libro Teresa, che ne ha fatto esperienza, cosi descrive le locuzioni:

Ritornando ora alle locuzioni interiori di cui ho parlato, in qualsiasi modo esse avvengano, possono procedere da Dio, dal demonio o dalla propria immaginazione. Voglio ora dire – se con l’aiuto di Dio vi riuscirò – quali siano i segni per riconoscere la loro origine e quando possono essere pericolose.
Molte sono le persone di orazione che ne vanno favorite, e io vi vorrei persuadere, sorelle, che non vi è alcun male, sia nel prestarvi che nel non prestarvi fede.
Quando riguardano soltanto voi, e sono parole di consolazione, oppure di avviso circa i vostri difetti, qualunque ne sia l’autore – siano pure effetto di fantasia – importa poco. Solo che non abbiate a credere – neppure se vengono da Dio – che per questo siate migliori delle altre.
Forse che Egli non ne ha dette molte anche ai farisei?… L’importante è di trarne profitto. Di quelle che non sono pienamente conformi alla sacra Scrittura, non fatene più conto che se le udiste dal demonio in persona.
Dobbiamo ritenerle per una tentazione contro la fede anche se sono frutto di nostra debole immaginazione, e resistere sino a farle cessare. E cesseranno sicuramente, perché non hanno forza.

Teresa poi invita a non badare al modo con cui si sentono, se dall’esterno, dall’interno dell’anima o dalla sua parte superiore ma a cercare di capire i segni primo di tutti quell’essere parola-fatto come parola-fatto fu quella di Dio a cominciare dal racconto della Genesi, Dio disse e fu, a partire dalla luce tutte le opere create, …  e infatti dice Teresa nel paragrafo successivo: Il primo e più rassicurante è la sovrana potenza che quelle parole hanno in sé, perché sono insieme parole ed opere …  Il secondo segno è che l’anima rimane in una grande quiete, in un devoto e pacifico raccoglimento e in una disposizione che la porta a lodare Iddio, e infine il terso ed ultimo segno è che queste parole non escono di mente neppure dopo moltissimo tempo. Alcune poi non si dimenticano mai, ciò che non avviene di quelle che si odono quaggiù; dico di quelle che udiamo dagli uomini, le quali, benché dette da persone gravi e sapienti, tuttavia non s’imprimono come queste, né come queste si credono nel caso che si riportino ad avvenimenti futuri. Queste infatti lasciano con una certezza assoluta, per cui, anche se sul loro avveramento sorgono dei dubbi, e l’intelletto – trattandosi di cose che paiono impossibili – si rilasci alquanto e vacilli, l’anima perdura in tale sicurezza da non mai dubitarne, nonostante le sembri che tutto vada al contrarío di quanto abbia inteso. Passeranno pure degli anni, ma ella non cesserà di pensare che Dio le avvererà, ricorrendo anche a dei mezzi che gli uomini nemmeno sospettano, come sempre avviene. Non lascia però di soffrirne se all’avveramento si frappongono ostacoli. Anzi, siccome le furono rivolte molto tempo addietro, e non sente più gli effetti e la certezza di allora sulla loro origine, l’assalgono dei dubbi, e si domanda se non siano state dal demonio o dalla sua immaginazione. Però, quando le intende, non solo non ha alcun dubbio, ma per attestarne la verità sarebbe pronta a morire.

Claudio Pace Blogger Terni 13 Marzo 2016 Locuzioni

Vedi anche http://www.claudiopace.it/franca-cornado-ut-unum-sint/

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Frate Alessandro a San Valentino e le DioIncidenze

Frate Alessandro a San Valentino e le DioIncidenze

Frate Alessandro

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Raccontare un concerto di frate Alessandro, o meglio un momento di preghiera comune con frate Alessandro, perché tale è stato quello vissuto a San Valentino, un sabato pomeriggio soleggiato di Febbraio, è una cosa piuttosto semplice e lo si può dire con una sola frase: Umiltà a servizio del Vangelo.

Già perché l’umiltà non è dire, ‘non so fare’, ‘non sono bravo’, ma dire ‘sono quello che sono perché l’ho ricevuto in dono’ e in effetti il dono ricevuto da frate Alessandro è quello di saper cantare, quello di avere una voce e un timbro di voce che gli avrebbe permesso anche nel secolo, con un po’ di fortuna, con un po’ di coincidenze (o Dioincidenze come dice lo stesso frate Alessandro)  di conseguire qualche buon risultato anche nel difficile e spietato mondo della lirica.

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