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OUTOKUMPU ASSUME A CALVERT ovvero … Volevo andare in Alabama

ALABAMA Dipendenti Ast TerniOUTOKUMPU ASSUME  A CALVERT ovvero … Volevo andare in Alabama 

Calvert  in Alabama è una fabbrica di acciaio inossidabile, voluta dalla thyssenkrupp e dal governo americano interessato ad industrializzare una zona non floridissima degli US che è costata fatica e sudore costruirla, con ritardi e costi notevoli,  e che adesso produce quello stesso acciaio che facciamo qui a Terni. Qualche anno fa Thyssenkrupp cercava personale all’interno dei suoi stabilimenti siti in varie parti del mondo, Germania, Italia, Cina, Messico, Brasile e nelle intenzioni del board tedesco di allora c’era quella di creare in Alabama un sito ‘multietnico’ dove lavoratori di varie nazionalità, in cui erano siti i loro stabilimenti, avrebbero dovuto collaborare alla riuscita di un nuovo stabilimento che aveva e forse ancora ha, programmi ambiziosi di sviluppo del mercato nell’intera America. Nessuno o quasi, voleva dirlo, ma tante persone, operai, impiegati, quadri e forse anche dirigenti, diedero la disponibilità ad andare in Alabama,  ma nessuno ha mai saputo ufficialmente quanta gente fosse. E su questo autentico fenomeno sociale, il desiderio di espatriare, ogni tanto si scherzava e si scherza ancora  il ‘Volevo andare in Alabama’  è un espressione di rammarico scherzoso per continuare ad affrontare la routine di lavoro all’interno dello stabilimento ternano. Ma lo scherzo era anche sui dettagli del lavoro,  qualcuno descriveva i dpi (dispositivi di protezione individuale) e gli strumenti di lavoro: una palla di ferro pesante da legare con una catena alla caviglia, una tuta a righe (come quella dei carcerati di Alcatraz) e degli enormi  spazzoloni per pulire i denti degli alligatori. Insomma tanto materiale per un film di Paolo Villaggio, che prima di essere un grande attore comico era dipendente di una nota acciaieria di stato ligure. Di questi anonimi richiedenti ne ho conosciuto due, uno, di livello quadro, giudicò insufficienti le condizioni economiche, l’altro che invece aveva accettato di mail in mail si è vista rinviare la partenza, dovuta ai ritardi della costruzione,  finché capì che il suo sogno era sfumato.  Mi è capitato pure di assistere a un litigio tra coniugi, uno dei quali, un collega aveva ormai deciso di andare dando la sua disponibilità mentre lei invece si diceva  pronta a rompere la relazione perché non voleva rimanere sola mentre lui chissà come si sarebbe consolato … ,  avessero saputo dell’assoluta inutilità del litigio … Confesso che anch’io fui tentato, cercavano personale esperto dei sistemi di gestione qualità ma con esperienza sulle norme del settore automotive (ISOTS 16949) che però non avevo. Insomma questo Alabama è stato ed è un sogno infranto di molti ternani,  che possono consolarsi del fatto che Outokumpu oggi cerca personale anche attraverso un filmato visibile in un sito internet americano. Chi vuole andare in Alabama e conosce un po’ di inglese può provare a contattarli,  anche se la zona non appare decisamente tra la più bella degli Stati Uniti di America.

6 7 2013 Claudio Pace

Lumen Fidei alla ricerca di Dio e del senso della vita

Lumen FideiLUMEN FIDEI alla ricerca di Dio e del senso della vita.

Lumen Fidei , questa lettera enciclica è una delle sorprese più belle di questo primo anno di pontificato del nuovo papa Francesco, tanto più sorprendente quanto il linguaggio dimostra continuità con quello del suo, meno popolare, ma non per questo meno amato, papa Benedetto XVI.

Le parole dell’enciclica Lumen Fidei, non hanno la stessa familiarità di quelle che escono dalla sua bocca, quando saluta i fedeli con i classici ‘buon giorno, buon pranzo’ che parlano al cuore delle persone molto di più di dotte parole.

“Il papa mi saluta, mi augura buon pranzo,  è uno di noi che vive nel mondo come noi è un amico che percorre le nostre stesse strade … “!

E’ vero, ma non per questo esserci cosi vicino che rinuncia ad aiutarci a percorrerle nella direzione giusta che è quella che della fede che non abbaglia soltanto ma  illumina il cammino, aiutando il lume della ragione ad andare oltre i suoi limiti intrinsechi.  Il papa Francesco, …

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AST Terni non è e non deve essere come il vaso di coccio tra i vasi di ferro

AST Terni 5 Giugno 2013 alla stazione il sindaco ferito
AST Terni 5 Giugno 2013 alla stazione il sindaco ferito durante la manifestazione per l’AST di Terni

AST Terni non è e non deve essere come il vaso di coccio tra i vasi di ferro

AST Terni: Solo alcuni problemi della siderurgia italiana sono comuni a molte altre realtà non solo europee,  siamo in un periodo di recessione, e la recessione colpisce tutti, specie le aziende siderurgiche che vengono definite cicliche, proprio perché più delle altre risentono delle condizioni generali del mercato. Il sottoscritto quando fu assunto in Terninoss, azienda antenata dell’AST  Terni se così si può dire, nel lontano 1985, si sentiva dire dai colleghi più anziani che gli americani, comproprietari con finsider del comparto del freddo fino al 1986, se ne andavano perché era finito un ciclo e gli azionisti che avevano tanto guadagnato non volevano rimetterci nel mandare avanti una  azienda siderurgica in un momento, allora come oggi, così difficile per il mercato.

Venticinque anni dopo i discorsi non cambiano per l’Ast  Terni , cambiano gli scenari con attori che prima non c’erano. Brasiliani, cinesi, coreani, indiani, turchi allora non si consideravano concorrenti, oggi invece lo sono, hanno conquistato il mondo.  Le lavorazioni del magnetico, per esempio, finiscono in Turchia, dove la manodopera costa decisamente meno e forse non c’è la stessa attenzione per i problemi della salute e dell’ambiente che in Italia fortunatamente c’è. In Italia nel settore, per anni, abbiamo avuto un panorama di coesistenza tra aziende medio piccole e grandi come l’Ilva di Taranto e la stessa AST  Terni,  oggi invece si sconta il fallimento di quelle che sono state le privatizzazioni fatte negli anni novanta, quando si pensava che lo stato non fosse più in grado di sostenere economicamente la siderurgia e che invece il mercato sì. Ma il mercato, è degli speculatori, qualcuno lo dimenticò e il mercato non ha le stesse finalità dello stato che deve interessarsi del bene comune dei cittadini e che può investire il denaro pubblico  anche dove il denaro privato non sarebbe mai messo perché a rischio perdita. Adesso però non è più il momento di soffermarsi  al passato, ma di guardare verso il presente prima e il futuro poi anche se le lezioni del passato non vanno dimenticate, e se questo vale  per tutti lo vale di più per l’AST Terni. Il presente, purtroppo,  va verso la concentrazione delle industrie e una sempre costante diminuzione di alcuni ‘output’ tradizionali come quello diretto verso l’automotive o il settore ‘bianco’ degli elettrodomestici per esempio, che va sempre più delocalizzandosi perché ahimè, per quanto si tratti e di discuta, solo una forte diminuzione dei costi della manodopera,  della tassazione e della burocrazia (si pensi agli infiniti tempi legali per ottenere un recupero forzoso dei crediti) potrebbero invertire il declino economico  industriale del bel paese, che invece continua ad essere il bel paese per pochi. Una corte che decide di cassare la tassazione delle pensioni  d’oro e cancellare il lungo, lento e laborioso lavoro fatto dai due rami del parlamento, lasciando inalterato un sistema che ormai ha creato un abisso tra ricchi e poveri, tra occupati, per lo più vecchi, e giovani, per lo più precari, da l’idea di come siamo messi davvero male come capacità di attrazione di capitali e imprese  da fuori e soprattutto capacità di uscire rapidamente  alla recessione, non è stato un bel segnale e i media lo hanno praticamente ignorato. Hanno sotto il loro mirino la politica e non osano discutere di altro anche quando sarebbe giusto farlo. Vogliamo parlare del credito? Del disastro che hanno creato i trattati di Basilea, uno, due e tre con una stretta sul credito e un rialzo dei tassi di interesse che non ha messo al sicuro nemmeno le banche? Queste alla fine traggono anche loro il guadagno dal lavoro delle imprese e non dai pezzi di carta, i derivati, che rischiano di essere solo una moderna catena di sant’Antonio e che possono essere usati come strumento di pressione contro le democrazie.  Se una banca internazionale muove un po’ di derivati o vende un po’ di titoli di debito di uno stato, lo mette in ginocchio e può far cadere i governi anche se democraticamente eletti. La concentrazione delle banche,  in un sistema come quello italiano che è fatto da imprese, per lo più medio piccole, è stato davvero un guaio per l’intera economia italiana.  Per gli imprenditori locali non c’è più una banca locale che li conosca bene e che è capace di dare fiducia a chi è veramente nel bisogno e non è in grado di dare quegli asset che le banche vogliono.  E purtroppo non si vuole tornare indietro, e si dimentica che non siamo negli Usa ma negli stati non uniti di Europa, dove ogni stato, se non regione, fa solo i suoi interessi e vede gli altri stati come concorrenti e l’Europa come un concentrato di lobby e di potentati.  

In questo contesto Terni non è e non deve essere come il vaso di coccio tra i vasi di ferro di manzoniana memoria. L’ Umbria è compatta e unita, ha già fatto sentire la sua voce con le manifestazioni di piazza e con le dichiarazioni dei suoi massimi esponenti e non è disposta ad accettare qualunque soluzione purché si salvi qualche posto del lavoro.  La lezione venuta dalla vertenza del magnetico è servita! Che siano due T, AST Terni – Tornio, con riferimento a quel piano bocciato dall’antitrust che perlomeno garantiva la saturazione dello stabilimento dell’AST Terni con la produzione del ferritico, che siano le 3 T, che si dice siano comprese nel piano Tajani (Taranto, Terni e Trieste), il bel paese deve mantenere la sua forza nella siderurgia che è strategica a prescindere e Terni vuole politiche industriali chiare da uno stato che venti anni fa commise l’errore di svendere i suoi asset allo straniero , allora non si chaimava AST Terni ma solo Terni, senza garanzie di sorta.

Per il momento ci sono solo indiscrezioni, bocche cucite, qualcuno sa qualche mezza cosa,  “quelli che contano e che sanno” sappiano però che la gente di Terni vuole un futuro per il polo siderurgico, un futuro che magari preveda il ritorno a lavorazioni come quella del Titanio o del Magnetico, che diversifichino il rischio di fare solo inox.  In questo senso anche i fucinati vanno salvaguardati e per una ragione anche di cultura industriale:  sbagliato perdere le conoscenze tecnologiche in questo settore che con una ripartenza della domanda energetica potrebbe all’improvviso ripartire.    

Cosa dice l’Europa in tal senso? Cosa dirà l’Aperam messo che Outokumpu accetti la sua offerta fino ad oggi considerata irricevibile?  Si presentino con un piano industriale serio e credibile!

E a questo futuro vanno legati i servizi! E non solo per l’AST Terni. 
Il sottosegretario umbro ai trasporti compia, con il ministro Lupi, il miracolo di concretizzare il collegamento stradale-ferroviario (per le merci)  al porto di Civitavecchia con l’Umbria e l’università di Perugia delocalizzi completamente la sua facoltà di Ingegneria a Terni, che i soldi spesi per altri corsi sono soldi veramente spesi male  mentre sarebbe giusto che il dipartimento di Ingegneria stesse vicino ai luoghi dove il suo sapere da una parte serve, da una parte si arricchisce dal confronto con la realtà del mondo del lavoro.

Terni 5 luglio ’13         Claudio Pace Blogger

 

Gustavo Selva In viaggio con Gustavo Selva

Gustavo Selva 2013-07-03 12_34_42
Gustavo Selva era di casa a Terni, veniva spesso a trovare dei suoi amici … era molto vicino a Don Pierino Gelmini e alla Comunità Incontro di Amelia.

Gustavo Selva In Viaggio con Gustavo Selva

Gustavo Selva

Ho conosciuto Gustavo Selva, ai piedi della funicolare di Orvieto, l’anno passato, andavamo entrambi al palazzo del capitano del popolo per un congresso, e abbiamo fatto subito amicizia. Lo avevo ascoltato altre volte ma quella fu l’occasione per scambiare due parole con un personaggio il cui nome mi era ben noto fin da ragazzo quando ascoltando lo stacco del  Gr2 lo speaker declamava il nome del direttore, ‘Gustavo Selva’ appunto.

Era in difficoltà con la macchinetta automatica per fare i biglietti,  non avendo la carta, si era rimesso in coda per fare il biglietto per Roma, rischiando però di perderlo perché la fila era assai grossa.  L’ho salutato, mi ha riconosciuto e il biglietto lo abbiamo fatto insieme con la mia carta, senza perdere il treno … e insieme abbiamo fatto una lunga chiacchierata. 

Il suo argomento preferito è l’eternità, vuole scrivere un libro per spiegare la sua fede nella resurrezione, tanto provata dalla morte in giovane età di uno dei suoi figli. Ma mi ha fatto domande sull’Ast dimostrando un interesse e un aggiornamento sui problemi davvero invidiabile. Poi il discorso è andato sulla storia moderna, mi diceva che lui non avrebbe mai immaginato di vedere da vivo la fine dell’impero sovietico, e cosi siamo andati avanti fino alla stazione Termini, senza nemmeno accorgerci del tempo passato.

Per me è stata come una lezione di storia ma soprattutto di umanità di un uomo che per le sue idee decisamente ‘occidentali’ e liberal ebbe parecchie … ostilità.

Claudio Pace Terni 3.7.2013 Blogger

Di oggi 16 Marzo 2015 la notizia della morte di Gustavo Selva, Riposi in pace nella consolazione di Cristo Risorto …

 

 

 

Pulizia residui della precedente pulizia in via Trevi a Terni

Pulizia residui della precedente in via Trevi

Pulizia residui della precedente pulizia in via Trevi i residui caricati sul camion 2
Pulizia residui della precedente pulizia in via Trevi i residui caricati sul camion 2

Pulizia residui della precedente pulizia in via Trevi  iniziata!

Ringrazio comune, circoscrizione e asm per aver accolto la mia precedente richiesta di portare via quanto circa un mese fa la ditta incaricata aveva accumulato di verde tagliato.

Ho segnalato agli operatori altri due mucchi ancora da portar via, uno seminascosto davanti al cancello del vecchio casale, l’altro dietro ai bidoni dell’isola ecologica. La Pulizia residui non concludono però le attività da fare nella zona.

Questo un filmato dell’area prima del taglio e dopo un po’ di tempo prima del prossimo.  😯

[youtube]http://youtu.be/-Cfl2o68GvA[/youtube]

L’unico pezzo di verde comunale, che c’è in tutta l’area di via Trevi e de lla strada della Val Di Serra, che nei piani edilizi comunali fu definita area ad alta densità abitativa, è infestata di ogni tipo d’erba. Si vede in particolare quella pianta infestante di origine asiatica che si sta diffondendo dappertutto e che costituisce buona parte della Pulizia Residui, perché è stata tagliata anche se purtroppo presto ricrescerà nel verde . Insieme ai ben più gravi problemi dovuti agli incendi, agli edifici di interesse culturale e di archeologia industriale in rovina, c’è anche il problema della pulizia del verde dentro la città.
Rimane da tagliare …  

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