Referendum trivelle occasione mancata per mandare un segnale …
Referendum trivelle
Facendo i conti della serva, essendo ormai gli italiani ‘abituati’ al voto circa il 50 % degli aventi diritto, il 32% degli aventi diritto che vanno a votare per una questione come quella dei diritti di concessione sull’estrazione petrolifera in mare, non è cosa da poco.
È vero, l’impatto emotivo delle trivelle che perforano il mare non è paragonabile a quello del nucleare che spaventa la gente e che in Italia, che è la patria di questa moderna forma di energia, non si è voluto nemmeno tenere in piedi le due, tre centrali che erano state messe su nel dopo guerra nonostante che il nucleare lo abbiamo comunque a due passi essendo l’Europa piena di centrali nucleari anche non moderne e che noi ci troviamo a pochi chilometri in linea d’area da esse.
L’enciclica del papa sulla difesa del creato che avrebbe dovuto motivare un po’ di più il mondo cattolico, quanto meno a dibattere su questi temi, non sembra avere influito più di tanto sul risultato del referendum, il tema delle unioni civili e della difesa della famiglia ha appassionato di più, ma probabilmente il mondo cattolico e l’opinione pubblica in generale non ha recepito cosa c’è in gioco e cosa continua ad esserci dietro la questione trivelle.
Al di là della questione molto tecnica, sulla questione delle proroghe sulle 21 concessioni di trivellazione in mare entro le 12 miglia dalla costa, il problema veramente grande è la questione della politica energetica, della sua trasparenza, del ruolo dell’Eni nei confronti delle altre compagnie petrolifere straniere, del suo essere sotto controllo pubblico dei rischi che potrebbero esserci in una sua privatizzazione che potrebbe portare fuori dall’Italia la proprietà e il controllo di questa grossa azienda.
Un governo che fa come gli pare, che strumentalizza come demagogica la proposta referendaria, umiliando anche le componenti del partito di maggioranza che lo sostiene e che governano le regioni promotrici del referendum preoccupa e preoccupa molto.
Chi ha veramente cuore la trasparenza e l’efficacia della politica energetica nazionale non si scoraggi del risultato e continui la sua battaglia, senza dimenticare che il petrolio è una della concause delle guerre moderne … e che l’Italia sfruttando il suo potenziale umano, culturale e scientifico può dare con la ricerca un contributo pacifico e positivo alla questione energia diminuendo il potenziale ‘esplosivo’ della oil war e dei danni che stiamo facendo al pianeta rimanedo ancorati all’energia fossile.
Claudio Pace Terni 18 4 2016 su Referendum Trivelle
http://www.claudiopace.it/cantico-delle-creature-fonti-energia/