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Vaticano obiettivo ISIS e dei fondamentalisti islamici?

Vaticano obiettivo ISIS  e dei fondamentalisti islamici?

Vaticano Obiettivo Isis
Vaticano obiettivo Isis e dei fondamentalisti dell’Isis? Una notizia quasi scontata.

Vaticano obiettivo Isis

E’ di questi giorni la notizia che il pericolo di qualche azione eclatante dell’Isis verso il Vaticano, è un pericolo davvero reale, e la notizia, non notizia per la verità, segue come osservano i maggiori commentatori, alcune azioni eclatanti di sfida dell’occidente da parte di questo movimento fondamentalista, che senza l’azione diplomatica del Vaticano, oggi estenderebbe le sue conquiste territoriali fino in Siria minacciando ancor di più la Giordania.

Non meraviglia il desiderio di distruggere la tomba di Pietro, da parte di chi non ha esitato a far saltare la tomba di Giona con tutta la moschea di Mossul, desiderio espresso nelle minacce farneticanti che viaggiano attraverso i social media, e che quanto più la sparano grossa, maggiore è il tam tam mediatico e lo spazio che riescono a conquistare nei media di tutti il mondo a partire dai social media.

Minacciare l’occidente serve anche a gasare di più chi in occidente e nel mondo islamico vede nelle tesi dell’Isis, una visione del mondo da seguire, un paradigma di salvezza da offrire soprattutto ai giovani che per natura cercano grandi ideali e sono più vulnerabili di fronte a questo tipo di tentazioni, come ricordava San Giovanni Paolo Secondo nel suo memorabile discorso ai giovani a Tor Vergata durante il grande Giubileo dell’Anno duemila.

Un discorso da leggere e meditare sempre che si conclude con questo appello paterno:

Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” (cfr Is 21,11-12) in quest’alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni.

Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti. […]

L’Isis è un nuovo messianismo? In un certo senso si lo è, e la sua idea di base è una identificazione dell’occidente come il nemico di Dio, da abbattere tramite un califfo che riunirà tutti i musulmani in una definitiva guerra santa che ha lo scopo di imporre l’unica religione in tutto il pianeta …

Farà altrettanti danni dei precedenti questo nuovo messianismo, oltre ai tanti che sta facendo già in Siria ed Iraq e in altre parti del mondo?

E le risposte che l’occidente deve dare sono solo ‘militari’ o deve invece interrogarsi anche sui valori, sulle sue radici cristiane che rinnegando ha favorito in passato i messianismi secolarizzati di cui parlava Papa Giovanni Paolo Secondo?

Anche se ormai confinato nei ricordi della storia e della memoria, non va dimenticato che  l’attentato alle torri gemelle è stato uno degli eventi più eclatanti del nuovo millennio, l’atto di guerra del fondamentalismo islamico contro l’occidente.

Pochi lo ricordano ma la conclusione di quella triste giornata fu l’inutile schieramento di quattro navi da guerra della marina militare americana nel mare di fronte a New York.  

Fu un atto completamente inutile, evidentemente pianificato in tempi di guerra fredda, nel caso che l’attacco alla città fosse venuto da qualche sottomarino o comunque dal mare e invece l’attacco venne del cielo, in un modo che ancora oggi sorprende.  

Siamo pronti a reagire a questa violenza, a immaginare anche il non immaginabile?

Siamo di fronte a gente che considera le nostre vite umane, la nostra arte e la nostra civiltà meno che nulla,  ma non si deve avere paura, la paura è proprio quello che questa gente vuole, bisogna reagire ma senza cadere nella stessa trappola del fondamentalismo, dello scontro tra civiltà e religioni, l’Isis e il suo modo di pensare sono ancora minoranza nel vasto e variegato mondo islamico, sono un lievito però a cui bisogna impedire di fermentare.

In questo momento l’emergenza sono i profughi curdi, in stragrande maggioranza musulmani,  in fuga verso il confine turco, di un paese che occorre ricordare appartiene all’alleanza atlantica, purtroppo ci stiamo abituando troppo a queste tragedie e siamo troppo rassegnati a vederne ancora delle brutte … ma cosa si può fare?

Claudio Pace Blogger Terni 23 Settembre 2014 su Vaticano obiettivo Isis

 

 

 

 


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