Armonizzare l'atmosfera

Melatelfer Caro Enrico Stai sereno sulla questione della Passerella Telfer

Melatelfer Caro Enrico Stai sereno sulla questione della Passerella Telfer

MelaTelfer

Senza soluzione di continuità con l’operato dei precedenti assessori ai lavori pubblici,

il primo problema all’ODG del nuovo assessore ai lavori pubblici,

Enrico Melasecche, sembra essere ‘abbattere la passerella Telfer’.

Perché?

Perché è pericolante, si risponde,

bisogna mettere in sicurezza i veicoli e i mezzi che transitano sotto di essa nella strada statale Valnerina

che non succeda come al ponte Morandi.

Quello che non si capiva e si continua a non capire è perché mettere in sicurezza significa abbattere la passerella,

che se è nelle cattive condizioni in cui viene descritta è per colpa degli amministratori del comune di Terni

non per colpa sua propria

e perché per metterla in sicurezza non si prenda un provvedimento simile a quello preso per la galleria Marmore,

in cui si è puntellata la presunta lesione, tenendola sotto controllo, si è imposto un limite di velocità ed è passata la paura.

Se è una cosa è urgente è proprio il momento in cui bisogna aspettare!

Così recita un noto aforisma, ma è chiaro che sulla sicurezza delle persone non si può fare filosofia,

la tragedia del ponte Morandi insegna!

Ben venga dunque la decisione del nuovo sindaco di Terni di chiudere la Valnerina

e la messa in sicurezza ma non lo smantellamento del manufatto.

Passerella Telfer valore non tanto affettivo

Melatelfer
https://www.fondoambiente.it/luoghi/telfer-e-magazzino-della-calciocianammide-di-papigno

Il Manufatto non è un pezzo di ferro qualsiasi che ha fatto il suo lavoro

e che non merita altro di finire nel rottame delle acciaierie per rinascere a nuova vita

in qualche bramma o rotolo che uscirà dalle vicine di acciaierie.

Il Manufatto è un pezzo di storia di Italia,

Italia che bisogna amare con i fatti non solo con le parole e gli slogan di amore alla patria

quando della sua storia alla prima occasione non si esita di cancellarne le tracce.

Il manufatto, la passerella telfer, non è una melatelfer,

non è una proprietà qualsiasi che il comune di Terni può disfarsene come e quando vuole,

il manufatto è la pietra angolare di un corretto approccio all’Archeologia Industriale

che fino ad adesso a Terni purtroppo non si è proprio visto.

Vogliamo evocare la storia della Siri, nella cui area è stato fatto un ipermercato, la Coop,

che fino a poco tempo fa conservava solo le foto di ciò che era in passato e che non sarà mai più?

Dalle Cascate alla Telfer

La posizione ideale della Passerella Telfer,

a pochi passi dal flusso di turisti continuo come quello che si verifica da sempre alla cascata delle Marmore,

e che capisco può far gola a lecitissime attività di carattere commerciale,

potrebbe indurre regione e comune di recuperare non solo la passerella

ma l’intero complesso industriale dismesso di Papigno,

farlo diventare il secondo luogo da visitare dopo la cascata,

inducendo i turisti della cascata a non fare un mordi e fuggi,

ma a fermarsi nelle nostre strutture alberghiere,

per visitarlo insieme al museo delle armi, Carsuale, San Valentino, il centro storico di Terni,

le centrali idroelettriche del Nera, Piediluco, etc.

Ci rifletta l’assessore Enrico Melasecche, il sindaco Latini, la Presidente Marini

e tutte le persone impegnate in politica a vari titoli,

recuperare la passerella Telfer potrebbe diventare un simbolo come fu la lancia di Luce per la giunta Ciaurro

non ci si lasci sfuggire questa ghiotta occasione di rilanciare veramente l’archeologia industriale,

mettendo una pietra tombale sugli scempi operati in passato nella conca ternana.

Claudio Pace 15/9/2018 MelaTelfer

La dura presa di posizione della sopraintendenza del 21 12 2018 sulla necessità di rifare la passerella come era perché vincolata

La tecnologia dell’arch. Giavazzi potrebbe essere applicata alla nostra passerella salvandola?

Magari nella zona si potrebbe fare il famoso parco delle Cascate auspicato in passato e ricordato da Liberati

Il filmato del Flashmob che in passato contribuì a bloccare lo scellerato disegno di abbatterla

 

Terni Capitale Cultura 2016 con Spoleto? Sì Grazie!

Terni Capitale Cultura 2016 con Spoleto? Sì Grazie!

Terni Capitale Cultura 2016

Mi è arrivato su Facebook un messaggio con un link ad un articolo, in cui Giuseppe Cassio ha fatto un ampia e tutto sommata condivisibile analisi su questa notizia della presenza della coppia Spoleto Terni nella Short List ( un temine inglesiano che sostituire con la parola ‘elenco selezionato’ non è più di moda) delle dieci candidature per il titolo di capitale italiana della cultura italiana per il 2016 e 2017: Spoleto e Terni Capitale Cultura 2016 dell’Italia!

In effetti Spoleto, con il suo festival dei due mondi, con i suoi monumenti, con il suo teatro lirico sperimentale sembra proprio una candidatura appropriata per un titolo culturale, ma Terni?

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Sorci verdi a Terni al convegno dei paraboloidi

Sorci verdi a Terni al convegno dei paraboloidi

Sorci verdi        Clicca QUI per acquistare on line l’imperdibile libro sui paraboloidi di Francesca Santarella

Clicca QUI per leggere del convegno successivo che si è ispirato a questo

È proprio così, ovvero non proprio 😉  i sorci verdi non si sono visti, ma se ne è parlato in un convegno organizzato dal Centro Studi Malfatti ( che ha provveduto anche a fare le riprese che presto vedremo in rete) grazie ad un breve ed efficace intervento di Sergio Dotto, che ha presentato delle slide sull’Alfina, dove prima della seconda guerra mondiale era stato costruito un aeroporto militare con un Hangar a forma di Paraboloide progettato dal Nervi , utilizzato anche dai sorci verdi!

I sorci verdi erano infatti un’audace formazione militare dell’epoca che aveva come simbolo un topo verde e la cui fama è cristallizzata nell’espressione linguistica “vi faremo vedere i sorci verdi” e per una simpatica canzone degli inizi del secolo scorso …

[youtube]https://youtu.be/YXvEsGXh9AY[/youtube] (dedico questo filmato al carissimo gen. Aldebrano Micheli ieri presente e in prima fila al convegno sui paraboloidi) 

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Assessore Bucari siacoerente si dimetta …

Assessore Bucari siacoerente si dimetta …

Assessore Bucari siacoerente

Ho letto sulla stampa gli articoli sulla dichiarazione, a mio avviso ‘normale’, del soprintendente regionale Gizzi sulla Telfer e il sito di Papigno: “Si tratta di un sito di archeologia industriale di valore che, se rimesso a nuovo e restaurato, può rappresentare un polo di attrazione sul modello tedesco della Ruhr e islandese di Reykjavik, dove le ex industrie sono diventate un centro turistico, con strutture alberghiere e termali“.

Non è quello che diciamo da anni? Uso il plurale perché mi riferisco agli amici del Centro Studi Malfatti, il consigliere PD di Marmore Sandro Piccinini, a cui nell’atto di indirizzo Pro Telfer si sono uniti altri suoi colleghi di partito e il presidente del consiglio comunale Mascio, i consiglieri del M5s che hanno coinvolto i loro rappresentanti in parlamento che hanno fatto le loro interrogazioni, il Senatore Luciano Rossi che ha fatto una interrogazione parlamentare molto pertinente ed efficace, il candidato del Cdx alle prossime regionali Claudio Ricci che è venuto a Papigno a dire la sua ( speriamo facciano altrettanto Catiuscia Marini, Andrea Liberati ed eventuali altri candidati alla presidenza della regione Umbra), a tutti gli amici che hanno partecipato al flashmob per la Telfer e soprattutto agli abitanti della zona, alcuni testimoni che hanno lavorato personalmente, o i loro padri l’hanno fatto, sopra quella passerella, memoria storica del lavoro della Terni Operaia che nel corso degli anni non ha perso la sua cultura del lavoro e non vuole che si brucino le  sue radici che sono le opere dell’Archeologia Industriale.

Se l’assessore Bucari non riesce a stare sereno ed essere lui, insieme alla giunta e il consiglio comunale, a darsi da fare per trovare disponibilità di fondi dalla regione, dal governo, dall’Europa per  creare un polo di attrazione sul modello tedesco della Ruhr e islandese di Reykjavik, non resta che dirgli: ‘Assessore Bucari siacoerente si dimetta’.

Con quel siacoerente tutto attaccato secondo il moderno linguaggio degli #hashtag di Twitter …

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Edilizia scolastica ternana IoStoConIMetelliani ;-)

Edilizia scolastica ternana IoStoConIMetelliani 😉

Edilizia Scolastica Ternana
Edilizia Scolastica Ternana: Uno slogan tutto da condividere ‘lasciate l’artistico agli artisti’!

Edilizia scolastica ternana

Tanto è stato scritto in questi giorni sulla stampa locale, cartacea e web, circa la protesta dei ragazzi del liceo artistico Metelli, che per presunte ragioni di sicurezza dovrebbero lasciare la loro sede storica sita presso la passeggiata di Terni, l’Anfiteatro Fausto, il monumento ai caduti della prima e della seconda guerra mondiale, per essere delocalizzato in qualche parte nella periferia della città.

Edilizia Scolastica Ternana 3
Edilizia Scolastica Ternana: lo storico monumento ai caduti si trova proprio davanti alla storica sede del Metelli

Intendiamoci, le periferie vanno di moda, grazie anche a Papa Francesco e al suo slogan delle periferie esistenziali, come va di moda la spending review, ma un progetto educativo come quello artistico non può fare a meno di essere realizzato il più vicino possibile ai luoghi artistici di Terni scampati ai bombardamenti della seconda guerra mondiale e a discutibili scelte delle precedenti amministrazioni comunali (vedi l’abbattimento del palazzo delle Orsoline o il modo con cui è stata trattata la torre medioevale di via della Biblioteca).

Non è un caso che la amministrazione precedente ha voluto dedicare la toponomastica di Otello Fabri ad una piazzetta sita proprio dietro lo storico istituto, che i ragazzi stessi del liceo hanno inaugurato festosamente mettendo in bella mostra i loro lavori.

L’amministrazione comunale e provinciale non dovrebbero tener conto di questo decisivo elemento culturale e storico?

Edilizia Scolastica Ternana 2
Edilizia Scolastica Ternana. L’Anfiteatro Fausto a due passi dal liceo Artistico, un felice esempio di didattica naturale

Penso anche alla memoria dell’indimenticato preside Giulio Viscione, che tra quelle mura ha vissuto i suoi migliori anni … Si potrebbe, se ci fosse un po’ di buona volontà, trovare il modo di mettere in sicurezza una struttura che non pare poi messa cosi malaccio rispetto ad altre che si vedono in giro nel panorama dell’edilizia scolastica nazionale.

Se si tratta poi di spendere 400.000 euro, perché non stornarli dall’inutile, quanto incomprensibile,  progetto di abbattimento della Telfer?

Stiamo parlando della stessa cifra, della stessa quantità di denaro.

Si eviterebbe di compiere l’ennesimo scempio e si lascerebbe ai ragazzi di Terni e dintorni, non solo un edificio ma la memoria storica dell’arte in una città che da sempre ha saputo coniugare arte e lavoro.

Claudio Pace Terni 6 Gennaio 2015 su Edilizia scolastica ternana