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Idrologia Medica e Medicina Termale ovvero cure scientifiche naturali

Idrologia Medica  e Medicina Termale ovvero cure scientifiche naturali

Idrologia Medica

Idrologia Medica
Lo spettacolo della luna che tramonta alle 10 del mattino ad Agosto nei residui di un ghiacciaio nella Val di Peio.

Non si possono chiamare sette, perché altrimenti ti becchi subito una denuncia, ma quando certe associazioni per il loro credo religioso o filosofico che sia, impediscono ad una persona di utilizzare le cure mediche tradizionali e la persona muore, il caso finisce nelle prime pagine dei giornali che denunciano giustamente la mancata cura ( che sia una chemio o una trasfusione o altro) che quella persona specie se giovane, ha rifiutato o peggio ancora ha dovuto rifiutare.

L’unica giustificazione valida, universalmente accettata, è quando una madre lo fa per salvare la vita del bambino che porta in grembo, è il caso di Chiara Corbello Petrillo  e di tante altre mamme che per fede religiosa e/o per puro amore dell’essere che portano in grembo rinunciano a cure che potrebbero compromettere la sua nascita.

Ma il fatto che ci siano abusi e speculazioni sulle cosiddette cure naturali non deve però far calare l’attenzione che esistono cure scientifiche naturali, scientificamente riconosciute come le cure termali e l’idrologia medica, che in Italia è ancora una specializzazione post laurea di medicina, che non sono però diffuse e pubblicizzate quanto credo dovrebbero essere fatto.

Si contano sulle dita di una mano i corsi di specializzazione in Idrologia  che non  credo siano ritenuti il massimo per la carriera di un medico …

Anni Sessanta

Nell’Italia degli anni sessanta, queste cure venivano concesse dal sistema previdenziale, veniva riconosciuto anche come malattia il periodo di assenza dal lavoro, con il risultato che i centri termali brulicavano di presenze.

Questo si traduceva in un ritorno occupazionale non indifferente per i centri termali con una spesa che nel corso degli anni si ritenne sempre più insostenibile e che man mano si è tagliata fino a concedere solo una volta l’anno per dodici giorni l’utilizzo di una fonte termale a spese dello stato …

Forse in quei tempi d’oro per la medicina termale, nel computo delle spese statali non si è sufficientemente ponderato il risparmio difficilmente calcolabile del non costo della maggiore salute, in senso preventivo o curativo … d’altra parte i medici di famiglia si pagano secondo il numero dei pazienti che assistono non in base alla loro condizione di salute premiando il medico con i successi delle loro cure sui loro pazienti!

La mia esperienza

Vorrei fare un esempio concreto, il sottoscritto soffre di calcolosi renale, dal 2009, ha subito interventi endoscopici in anestesia generale, bombardamenti, e più ricoveri ospedalieri presso strutture pubbliche … con i loro relativi costi a carico del SSN.

Nell’ultimo ricovero mi sono stati fatti due bombardamenti che hanno avuto l’effetto di sbloccare una preoccupante Idronefrosi, termine tecnico per dire che il rene si dilata perché non riesce a mandare via l’urina e a lungo andare potrebbe, diciamo così, smettere di funzionare.

Uscito da ospedale ho voluto provare ancora una volta le cure termali, questa volta a Peio Terme, dove vengono messe a disposizione tre tipi di acque, quella oligominerale adatta a chi soffre di calcoli renale come me e quella frizzante ferruginosa e artificialmente deferrizzata che viene messa a disposizione di chi soffre di anemia o ha problemi di carattere digestivo.

Ho bevuto quell’acqua per una decina di giorni, ma ho associato alla cura idropinica, delle lunghe passeggiate in montagna nella val della Mite, partendo da Peio 3000 raggiunta con la funivia, e devo dire che per la prima volta sono riuscito ad espellere numerosi frammenti (forse non tutti) dei calcoli che mi portavo appresso da anni.

Ovviamente non posso dire, dal punto scientifico, se è stato il bombardamento fatto in ospedale, l’acqua o il camminare in discesa per le valli trentine, il problema è stato definitivamente risolto ma questa cura fatta seguendo i canoni dell’idrologia medica qualche effetto lo ha avuto: numerose coliche con relative espulsioni di materiale calcoloso (ossalato di calcio) mai fatto prima.

Cure Scientifiche

Probabilmente sono stati tutti e tre fattori insieme all’origine di questa espulsione parziale dei calcoli, ma mi chiedo perché non si studia e si investe di più in queste cure naturali?

Perché non si da spazio di più all’Idrologia Medica e alle cure termali che oltre a offrire una cura meno costosa e invasiva per il paziente, preventiva e curativa, darebbero un impulso maggiore al turismo che è e rimane una delle risorse economiche su cui l’Italia può ancora contare?

In epoca di data base e di informazioni che viaggiano on line, i centri termali potrebbero essere collegati con gli ospedali dove un paziente ha fatto delle tac e varie analisi, potrebbe esserci più scambio di dati nell’interesse del malato, che dovrebbe essere indirizzato al posto dove probabilmente il suo tipo di patologia può essere curato meglio.

Oggi l’unica informazione disponibile on line è solo sull’acqua.

Se è oligominerale o se di è altro tipo, e la visita medica che ti fanno alle terme è del tutto scollegata con tutto il resto, con tutta la buona volontà il medico può darti solo qualche consiglio basato sulla sua esperienza nulla di più ed è un peccato.

Forse un approccio scientifico più aperto del Servizio Sanitario Nazionale all’Idrologia Medica e in genere alle cure termali potrebbe essere utile a contrastare anche un approccio settario alle problematiche mediche, e ridurre il ricorso alla chirurgia e alla farmacologia solo quando è strettamente necessario, come dovrebbe essere ma che forse in alcuni casi non è.

Claudio Pace Terni 18 Settembre 2016 Idrologia Medica