Armonizzare l'atmosfera

Vescovado Assisi a porte aperte tra memoria e nuova evangelizzazione

Vescovado Assisi a porte aperte tra memoria e nuova evangelizzazione

Vescovado Assisi

Nuova Evangelizzazione

Quando si pensa ad Assisi, si pensa a San Francesco e Santa Chiara, si pensa a Giotto e alle sue bellezze artistiche, si pensa a Papa Francesco e ai papi da Giovanni XXIII in poi che l’hanno visitata e messa al centro dell’attenzione del mondo come la città della Pace, la città per eccellenza della salvaguardia del Creato.

Ma Assisi ha una dimensione ecclesiale comune a tutte le diocesi del mondo, ha il suo vescovo, i suoi pastori, le parrocchie, i suoi sinodi pastorali come in tutta la chiesa cattolica che appunto significa universale.

E come in tutta la chiesa, ad Assisi si sente l’anelito di una nuova evangelizzazione, nella quale come sostiene il vescovo Sorrentino, il ruolo dei laici assume grande importanza.

Il ruolo dei laici fu una delle novità del concilio che ormai ha compiuto più di mezzo secolo di storia, ma non per questo si può dire compiuto e realizzato, anzi forse di strada da compiere c’è ne è ancora tanta.

Vescovado Assisi a porte aperte

Di qui l’invito del Vescovo di Assisi nella sua storica casa, nella quale anche Papa Francesco è venuto il 4 ottobre del 2013.

Papa Francesco tenne un discorso memorabile proprio nella storica sala della Spoliazione, che ricorda il luogo dove Francesco si denudò pubblicamente degli abiti di suo padre Pietro da Bernardone cominciando una vita nuova, una nuova evangelizzazione, nella radicalità del Vangelo, vissuto integralmente prima ancora di essere annunciato.

Dopo l’incontro tra le persone della chiesa di Assisi con il proprio Vescovo, in cui protagonista è stato proprio il canto e la lode secondo l’antica tradizione della chiesa umbra, una visita guidata, dal direttore dei beni culturali della diocesi di Assisi, Francesca Cerri.

Una visita del Vescovado che è stata in realtà una visita nell’arte, nella cultura e nella memoria, dei cunicoli e dei luoghi esatti in cui Francesco spogliandosi poteva essere preso e bruciato direttamente come eretico ed invece ebbe il manto del vescovo Guido che lo accolse pur nella novità del suo straordinario carisma.

Vescovado Assisi luogo di rifugio per gli ebrei

Ma non solo Francesco nel Vescovado si trovano i luoghi dove numerosi ebrei hanno trovato scampo dalla furia della Bestia Nazista che voleva eliminare con le loro vite anche le radici della nostra fede e della nostra cultura, che sono radici giudaico cristiane, perché Gesù, Maria, Paolo, gli apostoli erano tutti ebrei e seguivano strettamente fino all’ultimo Iod della Torà.

Claudio Pace su Vescovado Assisi 18 Dicembre 2016

Luce Immacolata Voce Immacolata Carne Immacolata l’omaggio del sole e delle Creature a Santa Maria Regina Degli Angeli

Luce Immacolata Voce Immacolata Carne Immacolata l’omaggio del sole e delle Creature a Santa Maria Regina Degli Angeli

Luce Immacolata Voce Immacolata Carne Immacolata

Luce Immacolata
La locandina del Convegno

Luce Immacolata

Per visualizzare le foto scattate da Marcello Betti dentro la Basilica clicca sulla data dic-2016  9-dic 2017 

Qui invece per vedere le foto del compianto amico Cosmo Oliva

Per l’articolo del Corriere dell’Umbria clicca QUI

Segue la playlist degli interventi e alcune foto, le relazioni (filmati e file di 2 presentazioni) ed un breve racconto dell’evento del 9 dicembre 2017.

Nella pagina seguente altre foto e il racconto della ‘prima esperienza’ del fenomeno solare.

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Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo

"Francesco Araldo del Gran Re

Chi è Francesco?

Dalla Vita Prima di San Francesco d’Assisi di Tommaso da Celano Cap. VII  ASSALITO DAI BRIGANTI, É GETTATO NELLA NEVE, POI SI APPLICA A SERVIRE I LEBBROSI §16 FF 346

Vestito di cenci, colui che un tempo si adornava di abiti purpurei, se ne va per una selva, cantando le lodi di Dio in francese Ad un tratto, alcuni manigoldi si precipitano su di lui, domandandogli brutalmente chi sia.

L’uomo di Dio risponde impavido e sicuro:
«Sono l’araldo del gran Re; vi interessa questo?».

Quelli lo percuotono e lo gettano in una fossa piena di neve, dicendo: «Stattene lì, zotico araldo di Dio!».

Ma egli, guardandosi attorno e scossasi di dosso la neve, appena i briganti sono spariti balza fuori dalla fossa e,
tutto giulivo, riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di tutte le cose.

Il brano appena trascritto intende rispondere ad una domanda fondamentale, molto simile a quella che Gesù stesso pose ai suoi discepoli chiedendo prima cosa la gente pensasse di Lui  e dopo, cosa i loro discepoli pensavano di lui.

Nell’episodio Francesco rischia la vita, perché un giovane di bell’aspetto, sebbene non dovesse essere molto in carne per la vita già piena di sacrifici e digiuni che faceva nelle selve, poteva essere una bella preda da rapire, per chiedere poi e ottenere un riscatto, se di famiglia facoltosa come in effetti Francesco era.

Se avesse detto di essere il figlio di Pietro Bernardone, come in altre occasioni fa per umiltà, probabilmente non se la sarebbe cavata con un po’ di botte, insulti e umiliazioni.

Pietro Bernardone infatti era un mercante e non un nobile e lui, Francesco, stava per andare a fare il cavaliere crociato per dare alla sua famiglia quel blasone nobiliare che nemmeno con il denaro non si poteva comprare.

Essere figlio di Pietro Bernardone dunque significa confessare la propria mancanza di nobiltà, ma non in quel contesto con i briganti interessati solo ai soldi.

Francesco Araldo del Gran Re

San Francesco, profeticamente come nota l’autore,  si presenta invece con l’espressione ‘Sono l’araldo del Gran Re’.

E nota bene che i briganti capiscono bene di che genere di Re si tratta, lo definisco rozzo,

ma comunque sia Araldo di Dio e con disprezzo lo buttano in un fosso in mezzo alla neve,

che gran Re sarà mai se i suoi araldi sono degli straccioni …

Un gesto che in Francesco  non provoca alcun sentimento negativo, ma anzi pare infondergli letizia.

Non ancora quella perfetta letizia che al ritorno della Terra Santa proverà quando si accorgerà di non essere quasi più accolto  tra i suoi, che lui lontano hanno cominciato a costruirsi case, conventi, biblioteche … Tradendo lo spirito di chi seguendo il suo cammino avrebbe dovuto preoccuparsi solo di far riecheggiare le lodi di Dio tra le selve e tra gli uomini, di curarsi dei lebbrosi e dei poveri e di null’altro.

Francesco proverà a farsi capire a modo suo, salirà sui tetti

e tenterà di distruggerli buttando giù le tegole, ma non sarà molto capito,

il fatto è che la santità non ammette mezze misure.

Francesco e l’Eco della Parola di Dio

Il Francesco del brano di Tommaso da Celano comunque salta dal fosso e riprende il canto che fa ri-echeggiare, fa diventare una “Eco”, le lodi di Dio, in mezzo alle selve per adesso abitate solo da animali, lebbrosi e briganti.

Poi in mezzo a questo popolo ci saranno anche i suoi frati …

Dagli Arcani colloqui alla forza arcana dell’eco della Parola del Signore, delle Lodi di Dio che si diffondono,

questo movimento musicale, armonico, che proviene dalla voce di Francesco Araldo,

eco della voce di Dio, non è un dono dello Spirito Santo?

La gioia che invade Francesco non è proprio un sigillo dello Spirito Santo al cammino che Francesco aveva intrapreso?

E l’Eco delle lodi del Signore non richiama, l’Eco,

il Suono della Parola di Gesù che si diffonde nella Galilea insieme alla fama dei suoi miracoli

o del Suono Armonioso dello Spirito che si siede, il giorno di Pentecoste,

su Maria, le donne, gli apostoli riuniti nello stesso luogo a lodare il Signore?

Origini del Cantico di Frate Sole

E sebbene Francesco sia l’autore del più bello e famoso testo poetico della letteratura italiana, il cantico di frate sole,

viene da immaginare che il testo potrebbe essere una rielaborazione di queste lodi in francese di Francesco,

di questi gemiti dell’ Araldo di Dio che in mezzo alle selve cantava in Francese qualcosa di simile:

Loué sois tu, mon Seigneur, avec toutes tes créatures, spécialement, monsieur frère Soleil …

O forse nemmeno cosi in francese, magari usava quella antica lingua provenzale che si parlava nel sud della Francia,

chissà, di fatto ancora oggi a noi italiani la lingua francese ci appare dolce e melodiosa,

e chissà se Francesco la dovette conoscere bene per ragioni di carattere mercantile dato il mestiere che faceva il babbo

e che probabilmente aveva imparato a fare anche lui:

molto meglio usare il francese per lodare Dio piuttosto che per trafficare con il denaro!

Claudio Pace Terni 30/09/2016 Francesco Araldo del Gran Re

Mistica razionale e ricerca LENR all’Evento sull’IOSONO di Assisi

Mistica razionale e ricerca LENR all’Evento sull’IOSONO di Assisi

Mistica razionale

Gli interventi di Ubaldo Mastromatteo all’evento che si è tenuto ad Assisi lo scorso 26 Giugno 2016 dal titolo:

Io Sono Festa della Mia Parola, Carismi e Scienza per la Salvaguardia del Creato

Mistica Razionale, la prima parte con la spiegazione del confronto tra la spiritualità del Cantico delle Creature di San Francesco e la razionalità di Don Carlo Borghi

[youtube]https://youtu.be/cTQ_Mr8urhs?list=PLK40E5JdJBZTXC_ZOEHyi16pLylDDbJ_Y[/youtube]

Mistica Razionale, la seconda parte

[youtube]https://youtu.be/glPLCQcyNgI?list=PLK40E5JdJBZTXC_ZOEHyi16pLylDDbJ_Y[/youtube]

Clicca QUI per l’intervento di Ubaldo Mastromatteo e gli interventi LENR nel Pomeriggio Lenr e Creato

Clicca QUI per le varie pagine del blog che contengono interventi di Ubaldo Mastromatteo su Don Carlo Borghi o sulla ricerca Lenr

Inno Fusione Fredda

L’inno della fusione fredda scritta da Ubaldo Mastromatteo, qualche anno fa.

[youtube]https://youtu.be/mwFy0k1cXzg[/youtube]

Ubaldo Mastromatteo  canta e suona la chitarra, e compone … Purtroppo ad Assisi non c’è stato tempo di eseguire insieme l’inno composto da Ubaldo, ci accontentiamo della versione su you tube, spero che non mancherà occasione in futuro di farlo.

Con l’evento celebrato ad Assisi abbiamo cercato di far capire che il mondo della ricerca scientifica non solo si accosta molto bene con il mondo della fede e quello assai particolare dei carismi straordinari, ma anche con quello che è il frutto primo della fede, il dono della Gioia.

Il canto, la musica esprimono la gioia, come è gioia condividere insieme le proprie ricerche, i risultati ottenuti nei propri lavori.

Assisi è come ci ha ricordato il neo sindaco di Assisi la città dell’ambiente per eccellenza, sulla scia di Francesco e Chiara, esempi fulgidi di povertà e umiltà.

Due virtù che tutti anche i ricercatori possono vivere nel loro lavoro quotidiano, mettendo da parte quella giusta ( se non eccessiva) rivalità  e condividendo quel pezzettino di conoscenze di creato in più che acquisiscono giorno per giorno con i loro esperimenti.

Claudio Pace su Mistica Razionale.  Nella PAGINA SEGUENTE gli interventi LENR del Pomeriggio Lenr E Creato 

Divina Volontà l’intervento di Padre Gary all’Io Sono Festa della Mia Parola

Divina Volontà l’intervento di Padre Gary all’Io Sono Festa della Mia Parola

Divina Volontà

Divina volontà Padre Gary
Divina Volontà. Padre Gary mentre celebra a San Rufino Assisi il 25 Giugno 2016 Anno santo della Misericordia

Contributo di Padre Gary all’evento “IO SONO” Festa della Mia Parola Carismi e Scienza per la Custodia del Creato Assisi Sabato 25 giugno 2016 – Sala Blu Comune di Assisi

Festa della Parola e del Creato

Chi è Luisa Piccarreta?

[youtube]https://www.youtube.com/playlist?list=PLK40E5JdJBZQZip4z7NxHu7TUeTiZJA-E[/youtube] Per vedere anche la seconda parte e la Messa celebrata da Padre Gary nella cappella eucaristica della cattedrale di  San Rufino ad Assisi cliccare sull’icone You Tube nel filmato o direttamente sul link https://www.youtube.com/playlist?list=PLK40E5JdJBZQZip4z7NxHu7TUeTiZJA-E

Dagli scritti della Serva di Dio.

(Cfr. Il volumetto “La Mia Parola” ecc.)

Volume 24, Aprile 4, 1928   (4)

Come in Dio la parola è tutto.

La conoscenza è il portatore dell’atto divino ed il possesso alle creature dei beni divini. Cura che prescrisse Gesù.

Stavo facendo il mio giro nel Fiat Divino, e nella mia mente si aggiravano tante cose sullo stesso Supremo Volere.

Onde pensavo tra me: “Come può essere che se le conoscenze di questa Divina Volontà saranno conosciute dalle creature, può venire il suo regno?

Se per venire il Regno della Redenzione fece tanto, non bastò il solo conoscere, ma operò, patì, morì, fece miracoli, e per il regno del Fiat Divino che è più della redenzione basteranno le sole conoscenze?” Ma mentre ciò pensavo, il mio sempre amabile Gesù si è mosso nel mio interno e mi ha detto:

“Figlia mia, per le creature, per formare la più piccola cosa hanno bisogno di opere, di passi e di materie prime, ma per Dio, per il tuo Gesù, non ha bisogno di nulla per creare e formare le opere più grandi ed universo intero; per noi la parola è tutto, non fu creato tutto l’universo colla sola parola?

E [al]l’uomo per godere di tutto questo universo bastò conoscerlo. Sono le vie della nostra sapienza che teniamo, che per dare ci serviamo della parola, e l’uomo per ricevere se ne deve servire di conoscere ciò che noi abbiamo detto e fatto colla nostra parola.

Difatti se qualche popolo non conosce tutte le varietà delle piante che sono sparse in tutta la terra, non gode né è padrone dei frutti di quelle piante – perché nella nostra parola c’è non solo la forza creatrice, [ma] unita insieme la forza comunicativa, cioè di comunicare alle creature quello che abbiamo detto e fatto; ma se non conoscono, nulla vien loro dato.

Che cosa aggiunse l’uomo per godere la luce del sole e ricevere i suoi effetti? Nulla, né aggiunse nulla all’acqua che beve, al fuoco che lo riscalda ed a tant’altre cose da me create; ma gli necessitava il conoscere, altrimenti sarebbe stato per l’uomo come se non esistessero.

La conoscenza è il portatore della vita dell’atto nostro ed il possesso alla creatura dei nostri beni.

Sicché le conoscenze sulla mia Volontà tengono virtù di formare il suo regno in mezzo ad essi, perché tale è stato lo scopo nostro di averle manifestate.

E se nella redenzione volli scendere dal cielo per prendere umana carne, fu perché volli scendere in tutti gli atti umani per riordinarli, molto più che Adamo si sottrasse dalla nostra Volontà Divina per contentare la sua umanità, e con ciò si disordinò tutto, perdette il suo stato d’origine, ed io dovetti fare la stessa via, scendere in una Umanità per riordinarlo di nuovo; e tutto ciò che feci in essa doveva servire come rimedio, medicine, esempio, specchio, luce, per poter mettere in ordine l’umanità decaduta.

Ora avendo fatto tutto ciò che era necessario, ed anche di più, tanto che io non avevo più che fare – feci tutto e operai da Dio, con mezzi sorprendenti e con amore invincibile, per riordinare questa umanità decaduta, e l’uomo non può dire che: ‘Questo, Gesù non l’ha fatto, per curarci, per riordinarci e metterci in salvo’.

E tutto ciò che io feci nella mia Umanità non fu altro che preparazione e cure che prescrivevo perché l’umana famiglia guarisse, per ritornare di nuovo nell’ordine della mia Divina Volontà.

Quindi dopo circa duemila anni di cura, è giusto e decoroso per noi e per lui che non sia più malato, ma che ritorni sano, per entrare nel Regno della nostra Volontà.

E perciò ci volevano le conoscenze di essa, per fare che la nostra parola creatrice – che parla e crea, parla e comunica, parla e trasforma, parla e vince, parla e fa sorgere nuovi orizzonti, nuovi soli [per] quante conoscenze manifesta, in modo che formeranno tanti dolci incanti che, sorpresa, la creatura resterà conquistata ed investita dalla luce del mio eterno Volere, perché non ci vuole altro perché venga il suo regno, che le due volontà si bacino insieme, una si sperda nell’altra, la mia per dare e la volontà umana per ricevere.

Perciò la mia parola creatrice come bastò per creare l’universo, così sarà sufficiente per formare il Regno del mio Fiat. Ma è necessario che si conoscano le parole che ho detto, le conoscenze che ho manifestato, per poter comunicare il bene che contiene la mia parola creatrice.

Perciò insisto tanto che siano conosciute le conoscenze sulla mia Volontà, lo scopo per cui le ho manifestate, per poter realizzare il regno mio che tanto sospiro di dare alle creature.

Ed io travolgerò cielo e terra per ottenerne l’intento”.

Volume 23, Settembre 21, 1927   (2)

(. . .) Come la verità è vita perenne e miracolo continuato.

Stavo girando per tutta la creazione e chiedevo in ciascuna cosa creata il Regno del Fiat Supremo, ed il mio adorato Gesù movendosi nel mio interno mi ha detto:

(. . .).

Dopo di ciò stavo pensando a tutto ciò che il mio adorato Gesù mi aveva detto sulla sua Divina Volontà, e come se volessi altre prove più certe che fosse Gesù che mi parlava; e Gesù uscendo dal mio interno mi ha detto:

“Figlia mia, non c’è altra prova più certa e sicura e che può fare più bene tanto a te quanto agli altri, che l’averti manifestate tante verità. La verità è più del miracolo.

Essa porta con sé la vita divina permanente e, dove giunge e [in] chi l’ascolta, biloca la verità insieme colla sua vita per darsi a chi la vuole.

Quindi le mie verità sono luce perenne, non soggette a smorzarsi, e vita che mai muore.

Qual bene non può produrre una mia verità?

Può formare i santi, può convertire le anime, può fugare le tenebre e tiene virtù di rinnovare tutto il mondo.

Perciò faccio più miracolo grande quando manifesto una mia verità che quando do altre prove che son io che vado dall’anima, o facessi altre cose miracolose, perché queste sono ombra della mia potenza, luce passeggera, e siccome è passeggera non porta a tutti la virtù miracolosa, ma si riduce all’individuo che ha ricevuto il miracolo, e molte volte chi ha ricevuto il miracolo neppure si fa santo.

Invece la verità contiene la vita, e come vita porta la sua virtù a chiunque la vuole.

Sii certa, figlia mia, che se io nel venire sulla terra non avessi detto tante verità nel Vangelo, ad onta che avessi fatto miracoli, la redenzione sarebbe stata inceppata, senza sviluppo, perché [le creature] non troverebbero nulla, né insegnamenti né luce di verità per apprendere i rimedi, per trovare la via che conduce al cielo.

Così sarebbe di te se non ti avessi detto tante verità, specie sulla mia adorabile Volontà, che è stato il più gran miracolo che ho fatto in questi tempi: qual bene porterebbe la tua missione sì grande a te affidata, di far conoscere il Regno del Fiat Supremo?

Invece coll’averti detto tante verità su di esso, può conoscersi la mia Divina Volontà nel mondo, può essere restituito [all’uomo] l’ordine, la pace, la luce, la felicità perduta.

Tutte queste verità porteranno l’uomo in grembo al suo Creatore, per darsi il primo bacio della creazione ed essere restituita l’immagine di colui che l’ha creato.

Se tu sapessi il gran bene che porteranno alle creature tutte le verità che ti ho detto, il cuore ti creperebbe di gioia.

Né puoi temere che il nemico infernale potesse ardire di manifestarti una sola verità sulla Divina Volontà, perché lui innanzi alla luce di essa trema, fugge; ed ogni verità sulla mia Volontà è per lui un inferno di più, e perché non volle né amarla né farla, si cambiò per lui in tormenti che non avranno fine. Lui innanzi alla sola parola Volontà di Dio si sente talmente scottare che monta in furore ed odia quella Santa Volontà che lo tormenta più dell’inferno.

Perciò puoi star sicura che Volontà di Dio e nemico infernale non vanno mai d’accordo né insieme né vicino; la sua luce lo eclissa e lo precipita nelle bolgie dell’inferno.

Quindi quello che ti raccomando [è] che nessuna verità o semplice parola sul mio Voler Divino tu faccia sperdere, perché tutto deve servire a compiere la catena dei miracoli perenni, per far conoscere il regno di esso, ed a restituire la felicità perduta alle creature”.

Volume 12, Febbraio 22, 1921   (153)

Come Gesù riposa nella sua stessa parola ed i tre Fiat.

Stavo nel mio solito stato, ed il mio dolce Gesù stava tutto silenzioso; ed io gli ho detto: “Amor mio, perché non mi dici nulla?” E Gesù:

“Figlia mia, è mio solito, dopo aver parlato, fare silenzio.

Voglio riposarmi nella mia stessa parola, cioè nella mia stessa opera uscita da me, e questo lo feci nella creazione.

Dopo aver detto Fiat lux, e la luce fu, Fiat a tutte le altre cose, e le cose uscirono a vita, volli riposare, e la mia luce eterna riposò nella luce uscita nel tempo, il mio amore riposò nell’amore in cui investii tutto il creato, la mia bellezza riposò nell’universo tutto, che temprai della mia stessa bellezza; come pure riposò la mia sapienza e potenza con cui ordinai tutto con tale sapienza e potenza, che io stesso guardando dissi: ‘Com’è bella l’opera da me uscita! Voglio riposarmi in essa’. Così faccio per le anime: dopo aver parlato, voglio riposarmi e godere gli effetti della mia parola”.

Dopo ciò ha soggiunto: “Diciamo insieme Fiat”, e tutto, cielo e terra, si riempiva d’adorazioni alla Maestà Suprema. E di nuovo ha ripetuto: “Fiat”, ed il sangue, le piaghe, le pene di Gesù sorgevano, si moltiplicavano all’infinito. E poi una terza volta: “Fiat”, e questo Fiat si moltiplicava in tutte le volontà delle creature per santificarle.

Poi mi ha detto: “Figlia mia, questi tre Fiat sono il creante, il redimente ed il santificante.

Nel creare l’uomo lo dotai con tre potenze: intelletto, memoria e volontà; con tre Fiat compirò l’opera di santificazione sull’uomo.

Al Fiat creante l’intelletto dell’uomo resta come rapito; e quante cose comprende di me, e come io lo amo, essendo io nascosto in tutte le cose create per farmi conoscere e dargli amore per farmi amare!

Nel Fiat della redenzione la memoria resta come incatenata dagli eccessi del mio amore, nel patire tanto per aiutare e salvare l’uomo nello stato della colpa.

Nel terzo Fiat il mio amore vuole sfoggiare di più, voglio assalire la volontà umana, voglio mettere a sostegno della sua volontà la mia stessa Volontà, in modo che la volontà umana resterà non solo rapita, incatenata, ma sostenuta da una Volontà eterna, che facendosi poggio a tutto, l’uomo quasi non le potrà sfuggire. Non finiranno le generazioni fino a quando la mia Volontà non regnerà sulla terra. (. . .)

Padre Gary Burkart sulla Divina Volontà Assisi 25 Giugno 2016