Armonizzare l'atmosfera

NDE Pre Morte: finzione, sogno o realtà?

Un’esperienza….con NDE Pre Morte! testimonianza personale del mio INFARTO !!

Nde Pre Morte da una nota Facebook del 9 agosto 2010 alle ore 20.34

17 Marzo 1997

Ieri ho visitato inusualmente il Santuario di ColleValenza insieme a Laura, Massimo e Novella ho fatto il tragitto della Via Crucis.

Dopo l’agitazione per l’inaugurazione del Videocentro ho potuto respirare quella serenità di cui tutti noi abbiamo bisogno ed io più di tutti.

Si preannuncia una settimana piena di attività ed oggi è lunedi.

Ho accettato la presidenza del SOCOMI perchè l’Alcantara deve raddoppiare i propri impianti ed ha bisogno di una nuova e buona organizzazione.

Sono le 10 mi chiama Arianna,mi cercano in 3 prima di salire in ufficio, solita tappa al bar Vetturini per un orzo macchiato, il caffè non lo prendo da due giorni, devo stare calmo, i problemi sono tanti, 9 soci da tenere insieme e di fronte il più grosso dei lavori che in questo periodo Terni offre.

L’intermezzo è con Attilio Urbani, l’argomento è la posizione politica di Folco, per chi non lo sa ancora, vuole fare l’assessore alla cultura!!!!!!boh.!!!

Sono le 10 e 25 mentre Arianna compra le sigarette io parlo con Giancarlo, il mio tabaccaio di viale Brin, facciamo apprezzamenti più negativi che positivi sulla mia nuova macchina: una “K” mi sembra che le parole escano a fatica ma forse non mi piace l’argomento.

Cento metri e sono al piano terra c’è l’ufficio del Socomi, mi siedo alla scrivania, uno scambio di veduta sul videocentro con Susanna, mi alzo per prendere una lettera arrivata da Alcantara …

Il Dolore

Mi sento leggero, pesante, oppresso, tirato, stirato, strano, dolorante, senza forze, senza dimensione, la mano sinistra sembra non esserci più, un dolore fisso al di sotto della scapola sinistra: cuore dove sei?

Susanna mi guarda ma non capisce, meglio cosi, lentamente vado verso il bagno, casco non casco, ca…sco, non casco, non mi sembra di essere sbiancato … forse è solo ansia.

Saluto con un filo di voce, vado fuori, la farmacia e sull’altro lato della strada, li si può controllare la pressione ma quanto è larga la strada.

Raccolgo tutte le forze rimaste e ci faccio una corazza per sorreggermi, sono sull’altro marciapiede mi fermo e aspetto una botta al cuore,  mi sembra di controllarla mentre l’analizzo, sento dolore sotto la scapola, meglio tornare indietro, la farmacia dista ancora dieci metri e forse potrebbero essere troppi, lentamente torno indietro, lentamente lentamente.

Sento che è impossibile risalire in ufficio e decido di mettermi seduto in macchina al posto di guida.

Una telefonata allunga la vita

La testa gira, gira come una trottola, la chiave non si infila, ma dove voglio andare, il telefono è li a portata di mano, bella questa invenzione, può diventare la pasticca salvavita sono le 10,45 .

“Pronto sono Gianfranco, Arianna per favore mandami giù Amedeo”

“Dove sei?”

“Sono in macchina qui sotto”.

Non so se le parole escano senza accento di pauroso timore.

Io mi sforzo ad essere più normale possibile:

“Dai portami in ospedale”

“Vado a prendere la patente” mentre lei cambia posto.

“Ingegnere lo è ma di certo non ha capito una cicca,  non sa come mi sento,altrimenti frega un cazzo della patente e non ci metterebbe una vita a tornare, un minuto è già lunghissimo e importante. Per mettere la marcia indietro devi tirare su il pomello ecco cosi”,

ma in effetti non lo guardo affatto per non farmi girare ancor più la testa.

Finalmente partiamo, c’e’ tanto traffico, arriveremo in tempo ? Penso tra me e me.

Meglio non dire niente all’ingegnere si emozionerebbe e chissà ma mi sento tanto teso, ingessato, oppresso ma anche leggero senza confini,sensazioni contraddittorie ma reali.

Lentamente la testa manda ancora informazioni meglio telefonare a Pierluigi che starà sicuramente in ospedale, meglio avvertirlo siii.

“Sto arrivando al pronto soccorso con un infarto”.

Amedeo mi guarda da 10 km orari passa a 50 il lavoro può aspettare ma un infarto nooo!

Lui non parla guarda solo la strada è una corsa contro il tempo e contro il traffico.

Scendo da solo, mi sento un eroe,da dove prendo questa calma non lo so!

“Per favore porta la macchina di sotto al parcheggio”.

Io intanto entro.

Pierluigi, sicuramente incredulo, non è ancora arrivato.

Pronto Soccorso

Vado in sala di attesa e mi siedo, chiunque altro sarebbe entrato di forza, saltando la fila, ma io sono un eroe coglione!

Mi alzo e mi siedo continuamente..15 minuti interminabili.

Ecco Pierluigi … Sono le 11.00… non mi sento bene anzi mi sento proprio male capisce, entra in ambulatorio di corsa tra le lamentele degli altri, mi stendono su di un lettino, finalmente posso assaporare il dolore di un infarto stando più tranquillo sicuramente protetto da mani amiche e capaci .

Respiri, non respiri, pinze ai polsi, pinze alle caviglie, pompette al torace, carta da tracciato che viene rotta di corsa e di corsa via per i corridoi.

La cravatta, si è la cravatta che mi stringe, che mi soffoca, come non ci ho pensato prima, mannaggia ho il colletto con i bottoni, che fatica per slacciare il tutto ed aprire la camicia sul petto.

E’ la dottoressa Bovelli che alle 11’30 mi fa un’altro elettrocardiogramma.

Il dolore è grande e sta crescendo ancora di più, sarebbe il caso di farlo finire in qualche modo, una lama infuocata mi sta appena sotto la scapola e finisce a sinistra del capezzolo, il petto vorrebbe esplodere per disfarsene, prendo la mano di Pierluigi … la stringo forte, forse lo penso solo poi tutto è zero e notte intorno a me.

La lama non c’è più..finalmente!

Ma io non me ne rendo conto … sono le 11.40.

Il Grande Viaggio

Un letto regolabile, un’attrezzatura robotica, un computer e tanti tanti fili, io con le braccia distese, sulla sinistra la flebo, sulla destra a tirare sangue per le analisi, questa è l’ultima immagine immaginata e da questa inizia il mio Grande Viaggio, si sono proprio io, in uno spazio di colori intensi e meravigliosi e rasserenanti, colori che mancano anche nella tavolozza di un pittore.

Colori che vanno e vengono e allargano lo spazio, colori che si bagnano di luce altrettanto rara, intensa e bellissima.

Laggiù in fondo un ingresso a volta ed io gli vado incontro serenamente, soddisfatto e con gli occhi che vorrebbero saziarsi di tutti quei colori e quella luce, il mio cuore vorrebbe farne scorta per paura di non vedere più quella magnificenza.

Entro nella volta e corro tra pareti di immagini e suoni rumorosi, in fondo la volta non restringe anzi a dispetto della prospettiva è ancora più grande e mette in mostra colori e luce di intensità maggiore ed ancor con più fascino..cerco di fermare le immagini e con stupore vedo come in un grande quadro la mia vita.

Il Libro della Vita

Non ore, giorni od anni, non pagine di un libro vissuto da sfogliare e leggere ma la mia vita, tutta la mia vita fatta di milioni di attimi in un’unica soluzione.

Gioie e dolori disegnano il quadro della volta fatta di spazio senza tempo.

Appena realizzato prendo ancora più velocità … quella Cosa laggiù mi attrae.

Sento voci indefinite, vedo volti amici , sento amore e serenità, stendo le braccia per abbracciare quel mondo fantastico in cui tutto è realizzato senza bisogno del tempo, una mano forte e decisa afferra il mio polso sinistro,.con fermezza ma con immensa delicatezza ferma la mia corsa:

“Dove vai? Torna indietro,non è l’ora per te, hai ancora tante cose da fare”.

Io la guardo ma non riesco a parlare con mia madre e quanto vorrei farlo vorrei chiedere perché, perché devo tornare se sono cosi felice!

Ora la corsa è all’indietro, un sibilo lungo assordante, un flop ed io sospeso in aria, non più luce e colori ma una stanza piccola.

Mio cugino Pierluigi ed un medico di nome Mauro affacciati alla finestra, un letto regolabile, un’attrezzatura robotica, un computer e tanti tanti fili, io con le braccia distese e gli occhi chiusi, sulla sinistra la flebo, sulla destra a tirare sangue per le analisi.

Io sopra di tutti a vedere e sentire : sono le 12.15.

Jole dalla stanza dei bottoni urla “E’ PARTITO..E’ PARTITO!”.

Io invece sono già tornato e sono li sospeso sopra tutti e conosco i loro nomi e vedo l’infermiere,anche lui di nome Mauro, destreggiarsi con i fili del defibrillatore.

Mauro, il medico, intervenire e far tornare il battito al mio cuore.

Conosco tutti, so le loro fattezze e i loro nomi e ho, cosi, conferma che il mio viaggio è stato un GRANDE VIAGGIO REALE che ha lasciato nel mio cuore tanta nostalgia e consapevolezza : un giorno tornerò e potrò abbracciare quella Cosa meravigliosa lassù!

VAN LOMMEL

p.s.( NDE)IL DR. VAN LOMMEL ha dichiarato alla fine di una lunga intervista:(Grazie alla sua ricerca, ha impartito molte lezioni preziose, tanto che ha deciso d’abbandonare la sua carriera in cardiologia nel 1992 per favorire la ricerca, per scrivere libri e tenere conferenze sulle NDE, fondando la “Merkawah FOundation” ad Hague e la International Association for Near-Death Studies, (Associazione Internazionale Olandese per gli studi sulle NDe) al fine di offrire informazioni e guida agli Olandesi “Lavorare sulle NDE mantenendo un atteggiamento mentale aperto)  ha cambiato la mia vita.

Ora mi rendo conto che tutto si origina dalla coscienza e capisco che ognuno di noi crea la propria realtà basandosi sulla consapevolezza che possiede e sulle idee che segue nella vita. So che la coscienza é alla base della vita che é principalmente fondata sulla compassione, l’empatia e l’amore reciproco.

Dalla nota di Gianfranco su NDE Pre Morte scritta su Facebook il 9 agosto 2010 alle ore 20.34

Per tornare alla prima pagina NDE Pre Morte: finzione, sogno o realtà?

[youtube]http://youtu.be/9EV3DKPo-4U[/youtube]

NDE Pre Morte


5 thoughts on NDE Pre Morte: finzione, sogno o realtà?

  1. Ciao Claudio, ho trovato molto interessante l’argomento trattato in questo articolo.
    Innanzitutto vorrei fare una premessa, sia il mondo religioso che quello scientifico sono restii ad accettare che si facciano ricerche in questo campo.
    Il primo perché si fonda sul fideismo religioso, cioè la spiritualità attraverso i dogmi e quindi non ammette il dubbio e accetta la conoscenza solo a patto che non vada oltre ciò che è divinamente rivelato;
    Il secondo perché pretende che sia vero solo ciò che è scientificamente dimostrabile; ma non vi può essere uno studio scientifico oggettivo, esso è comunque sempre influenzato da chi lo conduce e dai suoi “limiti”.
    Mi spiego meglio, l’uomo ha una percezione del mondo parziale e deformata basata su quello che i suoi 5 sensi percepiscono. Gli animali, dotati di altri organi, hanno una percezione differente dalla nostra.
    Ovviamente ci sono anche molti scienziati, membri del clero e studiosi che hanno avuto il coraggio di indagare e provare ad aiutare chi ha bisogno di risposte.
    Le esperienze di pre morte sono più diffuse di quanto si creda ma chi le ha vissute, una o anche più volte, trova molta difficoltà a parlarne sia per paura del giudizio altrui e di non essere creduto, sia perché è un’esperienza così forte e particolare da non riuscire a trovare “parole umane” per descriverla.
    Ho letto il racconto di varie esperienze e sono molti gli elementi comuni sia che la persona fosse credente o meno; ovviamente come spiegavo prima la cultura personale porta ad identificare ciò che accade con quelle che sono le nostre conoscenze. L’essere di luce che accoglie le anime in questo viaggio viene identificato con Cristo dalle persone di fede cattolica, con un angelo da quelle ebree e come una luce dai non credenti ; ma è presente in tutte le esperienze raccontate.
    Permettimi però per favore di dissentire con te su una cosa, non trovo confacente il paragone con il giudizio particolare del cattolicesimo in quanto anche se un altro elemento molto comune alle varie esperienze è rivedere in un istante la propria vita, questo non viene avvertito mai come se si fosse giudicati ma piuttosto fatto per far acquisire maggiore consapevolezza.
    Mi scuso se mi sono dilungata un po troppo ma è un argomento complesso e delicato e meritava delle precisazioni. Paola

    1. Cara Paola,
      non sono uno specialista di quest’argomento che ho trattato sul blog dopo aver letto un interessante post su Facebook di un amico, Gianfranco di Matteo che puoi leggere nella seconda pagina di questo stesso articolo ( http://www.claudiopace.it/nde-pre-morte-finzione-sogno-o-realta/2/ ).
      Cito l’amico Gianfranco “Entro nella volta e corro tra pareti di immagini e suoni rumorosi, in fondo la volta non restringe anzi a dispetto della prospettiva è ancora più grande e mette in mostra colori e luce di intensità maggiore ed ancor con più fascino..cerco di fermare le immagini e con stupore vedo come in un grande quadro la mia vita. Non ore, giorni od anni, non pagine di un libro vissuto da sfogliare e leggere ma la mia vita, tutta la mia vita fatta di milioni di attimi in un’unica soluzione.”.
      Questo concetto che ha espresso anche Gianfranco, è perfettamente compatibile con il senso del ‘giudizio particolare’ per come viene descritto nel catechismo della Chiesa Cattolica (da 1020 a seguire vedi http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p123a12_it.htm ).
      Ma forse questa consapevolezza di cui parli non è in contraddizione con il giudizio anche se non ci si sente giudicati nel senso che diamo a questa parola.
      Forse se dessimo al giudizio il senso della sintesi di una scelta, essendo tutta la nostra vita una scelta, la differenza di vedute che abbiamo sarebbe minore. Per esprimere meglio il mio credo siano utili queste due pagine http://www.claudiopace.it/misericordia-attributo-divino/2/ e http://www.claudiopace.it/misericordia-attributo-divino/ che sintetizzano la visione Cristiana della vita, come un continuo confronto con la Misericordia di Dio che chiama, che attrae a se le anime, senza mai però forzare questa attrazione.

  2. “Stavo parlando al telefono con la mia migliore amica, mi sono sentita svenire, ed un secondo dopo, io non esistevo più, il mio corpo non esisteva più ma la mia coscienza si e vagava in un “posto” incredibile, pieno di una luce calda ed accogliente, una luce che sembrava quasi solida per quanto fosse densa di un profondo Amore.
    Tutto ciò che era esistito, per me, fino ad un secondo prima, non esisteva più. Non esisteva più la realtà come l’avevo conosciuta fino a quel momento, non esisteva più un piano fisico, non esistevano più il caldo e il freddo o il dolore, non esistevano più le persone che per me erano state importanti, ne avevo ricordo, questo si, ma non erano più importanti come prima. In quel “posto” era importante solo quella immensa presenza d’Amore, che riempiva ogni cosa.
    Il tempo non esisteva quindi non saprei dire quanto ne fosse trascorso in quella condizione. Ad un certo punto, una presenza mi disse, nella mia mente, che avevo la possibilità di scegliere se rimanere in quel “luogo” o tornare indietro, alla condizione umana. In quel preciso istante, mi tornò alla coscienza tutto ciò che avevo lasciato, tutte le persone a me care ed un fidanzato che avevo promesso di sposare e che, credevo, vivesse per me. Ricordai che mi ero impegnata nell’organizzazione del mio matrimonio, una giornata per me tanto importante da darmi la forza per vivere fino a quel momento. Con un po di rammarico per quel “posto” meraviglioso, decisi di tornare. Ed immediatamente fui catapultata nel mio letto d’ospedale dove i medici stavano tentando di rianimarmi.” da “La luce”

    1. Ciao Chiara,
      intanto grazie per avere condiviso la tua esperienza.
      La possibilità di scegliere se vivere o morire, ovvero vivere in questa nuova dimensione, mi pare una cosa molto verosimile, anche se non credo che sia una cosa che venga concessa a tutti.
      Scegliendo il fidanzato e di proseguire la vita nonostante le bellezze celesti appena assaporate appare come un atto d’amore che dà un senso al perché di questa esperienza che naturalmente nessun scienziato, forse nemmeno tu che l’hai vissuta, può stabilire se si tratta di un sogno o di realtà.
      So che quelle persone che l’hanno vissuta hanno trovato maggiori motivazioni per vivere, e mentre ti scrivo mi chiedo se quella che descrive lo stesso San Paolo 2 Cor 12,2 pur non essendo una esperienza di pre morte, ma di rapimento estatico, non fu qualcosa di simile: http://www.intratext.com/ixt/ITA0001/_PY5.HTM
      Che dirti? Se non raccontarti di una cicatrice che si trova nel mio polso sinistro. Ero bambino, forse non avevo nemmeno cinque anni non ricordo nemmeno più, il vetro di una porta chiusami all’improvviso mi tagliò le vene del polso, e solo l’intervento dei medici del pronto soccorso dell’ospedale ‘Villa Sofia’ di Palermo mi evitò la morte. Non ricordo se ebbi una esperienza come la vostra, certo è che sarebbero bastati pochi secondi e non sarei qui a raccontarvelo, questa cicatrice me lo ricorda sempre …

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