Armonizzare l'atmosfera

Expo2015 Siam pronti alla vita l’Italia chiamò …

Expo2015 Siam pronti alla vita l’Italia chiamò …

Expo2015

Siam pronti alla morte l’Italia chiamò, diventa nella bocca dei bambini e del presidente del consiglio Matteo Renzi  il siam pronti alla vita, questa, culturalmente parlando la novità più bella di questa Expo2015, che non senza suscitare un mare di polemiche, e le manifestazioni quasi scontate dei ‘No Expo’ che non potevano mancare e quasi danno ancora più importanza a questa Expo2015, sta iniziando nel segno delle vita e della solidarietà globale o meglio di globalizzare la solidarietà come ha indicato Papa Francesco, virtualmente presente all’inaugurazione con un videomessaggio.

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Il videomessaggio di Papa Francesco dovrebbe aiutare a dare un senso più profondo all’Expo, dedicato all’alimentazione, che viene visto in Italia come l’occasione per il rilancio di un economia da troppi anni in recessione, con i numeri che proprio oggi primo maggio festa del lavoro, ricordano come il problema del lavoro e della massima occupazione in Italia è un problema quanto mai aperto che non sarà certo una legge dello stato a risolvere e a risolvere in breve tempo.

Papa Francesco, citando il suo precedente intervento alla Fao,  ricorda che nonostante il moltiplicarsi delle organizzazioni e i differenti interventi della comunità internazionale sulla nutrizione, viviamo quello che il santo Papa Giovanni Paolo II indicava come “paradosso dell’abbondanza”. Infatti, “c’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi. Questo è il paradosso! Purtroppo questo paradosso continua a essere attuale. Ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica.

Papa Francesco conclude poi con un invito ad andare dalle urgenze alle priorità, che significa pensare, progettare non solo mettere pezze a situazioni critiche, ad essere testimoni della carità, a sentirci custodi e non padroni della terra, coerente con il pensiero di Santo Francesco di cui porta il nome.

Expo2015 inaugurato nel giorno della memoria di San Giuseppe
Expo2015 inaugurato nel giorno della memoria di San Giuseppe Lavoratore

Ed è significativo che questo senso ultimo dell’Expo2015 venga dal papa Francesco, custode della cultura e spiritualità cattolica, che è la spiritualità del pane, del Verbo, che essendo figlio generato dal Padre, conosce come nessuno può conoscere il pensiero di Dio, e affinché ogni uomo vi entrasse, il Verbo di Dio si fa uomo, si fa Parola, si fa Carne, si fa cibo, perché attraverso la Parola e la Carne l’uomo ritrovasse la vita vera a cui è destinato.

Quel siam pronti alla vita, solo nella visione cristiana è paradossalmente uguale al siam pronti alla morte, come dimostrano infinite testimonianze di tanti cristiani ( come Chiara Corbella Petrillo e Maria Chiara Mangiacavallo)  perché la morte, se santa, diventa un incontro con lo sposo che da la vita come ricorda la grande Alda Merini nella sue pensare le parole di Gesù rivolte a Lazzaro:

Se le tue sorelle, Lazzaro non fossero state così solerti nel piangere e nel bendarti e non ti avessero affossato in un tomba profonda come il loro dolore, tu, Lazzaro, mi avresti invocato. Ahimè, la paura errata delle donne che chiamano la morte prima che essa venga in veste di sposa a giurare l’eterno sponsale in cielo … 

Insomma alla luce di tutto ciò, viene da chiedersi: quale è la vera fame e sete del mondo?

La fame del mondo è prima di tutto la fame e la sete della Parola di Dio, e solo soddisfacendo questa che si riuscirà a soddisfare anche la fame e la sete di cose materiali, perché solo uomini nutriti della Parola e della Carne di Gesù sapranno vincere il paradosso dell’abbondanza-miseria, evidenziato da San Giovanni Paolo II, e tutti gli altri paradossi che generano gli uomini che non sono pronti né alla morte né alla vita perché troppo rinchiusi nel loro ego, nella loro disperata ricerca dell’effimero, delle cose che non saziano e non dissetano che per un brevissimo tempo.

Claudio Pace Terni 1 Maggio 2015 su Expo2015

 


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