Armonizzare l'atmosfera

Ecumenismo fragile senza che si chieda la Verità tutta intera

Ecumenismo fragile senza che si chieda la Verità tutta intera

Ecumenismo fragile
Ecumenismo fragile: La colomba, simbolo dello Spirito, in una vetrata  di fr. Eric di Taizé.

Ecumenismo fragile

Il Suono delle campane di Taizé, quanto è dolce riascoltarlo, …

Il primo rintocco sembra quello di un angelo solista che da l’avvio alla corale celeste con un “AlleluYa”.

Immediato un controcanto, come una eco risponde e si sente lo …”Ya” finale

e poi un altro che come un canone a più voci fa la stessa cosa e poi un terzo e ed un quarto e cominciano ciascuno a dire

“Dio è amore,  Dio è pace, Dio è unità, Dio è sapienza, Dio è letizia, Dio è verità, Dio è unità, Dio è umiltà, Dio è carità, Dio è salute, Dio è fortezza, Dio è grandezza, Dio è armonia, Dio è grazia, Dio è dispensatore di carismi …”

e poi il descrescendo fino agli ultimi rintocchi che sembrano dire sommessamente : “Dio è Misericordia, Dio è Misericordia, Dio è … Misericordia.”

Correva l’anno 1975

Mi vengono in mente quei giorni lieti della mia adolescenza quando insieme a degli amici dell’oratorio di Santa Chiara di Palermo,

con un sacerdote davvero speciale,  andammo in quei luoghi dove il concilio era di noi giovani che ci sentivamo uniti a quei monaci biancovestiti che pregavano, in uno stanzone di cemento ben arredato e illuminato per la preghiera,

e forse per la prima volta pregavamo come mai avevamo pregato prima.

Ci sentivamo costruttori di pace, di un futuro diverso da quello che la quotidianità della nostra città ci oscurava.

Trentatre ore di treno, un lungo viaggio da Palermo a Torino, da Torino a Macon, sembravano nulla, di fronte alla gioia che si respirava.

Tutto mi ritorna in mente a partire da quel mangiare scarno dopo un tempo trascorso in una lunghissima fila,

ingannato con il cantare “Bon Appetì” con il canone dell’Alleluia più conosciuto di quelli di Taizé,

quella gustosa bevanda di tè che ci offrivano che di tè non sapeva nulla,

e quel dormire scomodo in tenda con il sacco a pelo e e quell’ usare un bagno e le docce in comune senza nessuna delle comodità di casa tua.

Lotta e contemplazione

E sentivi parlare di Vangelo, e di cose semplici vissute con semplicità, mentre tra le mani mi capitava un libro con una copertina gialla in cui leggevo le parole di frère Roger che parlava di ‘Lotta e Contemplazione’ trasferendo nel piano della mistica un linguaggio che sul piano della politica invece aveva deluso molti che avevano sperato qualcosa di buono dal vento del sessantotto e che invece non raccolsero nulla.

Quello di frère Roger, al di la del contenuto, profondo e toccante, era un parlare con Dio, era un invitarti innanzitutto a parlare con Dio, perché quello era il vero senso del concilio dei giovani, di quella primavera dello spirito dove tutte le divisioni dei popoli e delle religioni che l’Europa aveva conosciuto, pur non scomparendo, si mettevano da parte. La divisione infatti è uno scandalo creato dagli uomini non certamente voluto da Dio e il parlare con Dio se proprio non lo eliminava almeno te ne faceva consapevole.

Il pericolo che allora si avvertiva, è quello di un ecumenismo fragile, di un dialogo ecumenico che si trasformasse in un miglioramento dei rapporti di amicizia  tra cristiani di confessioni diverse, senza diventare unità, senza mangiare lo stesso Pane e bere allo stesso calice, …

Purtroppo la percezione di questo ecumenismo fragile era corretta ed è così ancora oggi!

Quella strada verso l’unità che forse ingenuamente pensavamo potesse essere percorsa in breve tempo è ancora tutta da percorrere.

La luce dello Spirito Santo

Forse questa unità si potrà raggiungere quando si comincerà a dare il giusto spazio ai profeti,

ed avere il coraggio, dopo averne vagliato carisma e rettitudine, di utilizzarli come strumenti per chiedere la Luce allo Spirito Santo.

Luce anche per dirimere le contese teologiche che ancora dividono i credenti in Cristo.

Allo Spirito Santo andrebbe chiesta anche la forza, la forza di seguire il sentiero dell’ unità che la sua Luce indica anche attraverso i suoi profeti,

ivi compresi i confidenti della sua sposa, Maria, Madre di Gesù, Madre di Dio.

Senza un vero ascolto dello Spirito, senza la riscoperta di una dimensione ecclesiale del carisma profetico,

l’ecumenismo sarà solo una pantomina di se stesso,

sarà solo diplomazia che lascerà nell’indifferenza i giovani delle generazioni che verranno,

che non estinguerà la loro vera fame e sete che solo la Parola, la Verità può soddisfare.

Fame nel mondo

La fame del mondo è anzitutto fame di Verità, dobbiamo ancora imparare a chiedere nel nome del Figlio allo Spirito la Verità tutta intera, quella stessa Verità tutta intera che Gesù, prima di morire, ci ha promesso e che una volta ricevuta ci permetterà di percorre veramente e in un tempo più breve la strada che porta all’Unità.

Claudio Pace 8 Gennaio 2015 Blogger  su ecumenismo fragile

Ecumenismo fragile: le parole di papa Benedetto il giorno dopo la morte di frère Roger.

Papa Benedetto parla a braccio, commosso, sotto mano probabilmente ha il testo che frère Roger gli aveva scritto,

che cita, nell’originale francese nei due punti in cui frère Roger gli ribadisce l’unità della comunità di taizè con il papa

e il suo desiderio di essere presente a Colonia, che non può realizzare causa le sue non buone condizioni di salute.

[youtube]http://youtu.be/oiqXp2UKAwI[/youtube]

Ecumenismo fragile


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