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Crisi Ucraina e l’Europa che ancora non c’è

Crisi Ucraina e l’Europa che ancora non c’è

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Non era molto difficile prevedere, che cadendo il governo filo russo dell’Ucraina, l’esercito russo avrebbe invaso la Crimea e presidiato la popolazione filo russa presente in Crimea e in altre parti della Ucraina. Già mercoledì scorso nella puntata di Zapping 2.0 condotta da Giancarlo Loquenzi, il giornalista che aveva analizzato con dovizia di particolari la Crisi Ucraina,  rispondendo ad una mia precisa domanda, sul pericolo che si ripetesse in Crimea quello che nel 2008 era successo in Georgia, aveva confermato che il pericolo c’era e in effetti si sta ripetendo quanto era accaduto in Georgia, l’annessione di fatto di una parte del territorio della Georgia (Ossezia del Sud ed Abcasia) dove la Russia riconosce l’indipendenza delle due piccole repubbliche dalla Georgia dando assistenza  militare ed economica. Obama e dietro di loro l’Europa forse hanno ignorato la mossa che la Russia di Putin avrebbe fatto, facendo forse intendere di essere contenti di una svolta filo occidentale e filo europea della Ucraina. Convinti che la forza della piazza avrebbe risolto ogni velleità russa su quei territori, ma quei territori per i russi hanno una grande importanza strategica militare … C’è un accordo tra Russia e Ucraina che vale  fino al 2042, che da diritto all’esercito russo di presidiare le sue basi militari in Crimea, basi di grande importanza strategica perché sono quelle che gli danno la possibilità di accedere al Mar Mediterraneo. Se qualcuno ricorda la storia, quell’area fu già oggetto delle operazioni belliche in una contesa Europa contro Russi.  Si tratta della famosa guerra di Crimea (1853-1856), in cui a fianco dei francesi si schierarono oltre alla Gran Bretagna e l’impero Ottomano, il piccolo esercito del Regno di Sardegna, per una astuta mossa politica dello stato sabaudo che nel 1855 schierò le sue truppe contro i russi dopo aver avuto garanzia di difesa del suo piccolo regno nel caso di un eventuale quanto non improbabile aggressione austriaca.  Un piacere fatto ai francesi e soprattutto agli inglesi che ebbe forse qualche conseguenza nell’atteggiamento benevolo di queste due nazioni in relazione al famoso sbarco dei mille. Tornando all’oggi, la guerra come ogni guerra può avere degli esiti imprevedibili, e se qualche appunto si può muovere all’occidente, soprattutto all’Europa, è quello di non avere saputo mediare, parteggiando troppo per una parte, quella filo occidentale, invece che, con una maggiore neutralità, spegnere eventuali velleità separatiste cercando di favorire un dialogo tra le parti. Il fallimento della Primavera Araba, non ha ancora fatto scuola, americani ed europei continuano a pensare che dalle piazze può venire la soluzione dei problemi che raramente le piazze risolvono, specie quando le piazze rappresentano solo la parte scontenta di una popolazione divisa in due o in più etnie. Ancora una volta, in questa crisi ucraina, si sente la mancanza di un Europa forte, capace di dare i segnali giusti alla piazza, ma anche a Putin, evitando un conflitto che come tanti conflitti non risolverà alcune problema anzi li aggraverà.

Claudio Pace Blogger Terni 1 Marzo 2014 Consigliere NCD Prima Circoscrizione Terni Est


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