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COMUNIONE DEI SANTI DOLORE DI LAMPEDUSA E VISITA DEL PAPA AD ASSISI

COMUNIONE DEI SANTI DAL DOLORE DI LAMPEDUSA ALLA VISITA DEL PAPA AD ASSISI

Comunione dei santiComunione dei Santi.

Uno degli articoli che si trova in una delle formulazione del credo della Chiesa Cattolica, dice testualmente: Credo nella Comunione dei Santi.  E la Comunione dei Santi è un qualcosa, si spiegava al catechismo, che lega insieme tre grandi categorie di persone, i viventi, le anime sante del purgatorio e i beati.  Quelli che vivono ancora nel mondo, quelli che hanno lasciato il mondo ma devono ancora purificare qualcosa prima di far parte della terza categoria, che è quella dei beati. Se ne parla più poco, forse qualche prete lo ricorda nelle omelie del primo novembre, giorno della celebrazione di tutti i santi, i beati appunto, che godono tutti della visione di Dio, dal minimo nel regno dei cieli alla Vergine Maria, e del due novembre, il giorno della commemorazione dei fedeli defunti, che si considerano ancora in purgatorio, ma la comunione dei santi non è un argomento che va tanto di moda. Oggi va di moda parlare di villaggio globale, sicché una tragedia, come quella avvenuta a Lampedusa, fa il giro del mondo o almeno di una certa parte di mondo, perché in un certo mondo, nel cosiddetto primo mondo, questa notizia si fa presto a divorarla con il cinismo tritatutto. Si leggono spesso dichiarazioni di leader europei preoccupati per la stabilità del nostro governo italiano, per i nostri conti pubblici,  per tutti i fatti nostri insomma, su questo argomento non più di qualche dichiarazione di circostanza. Eppure la comunione dei santi è superiore al villaggio globale, cinico e interessato, ogni sofferenza, ogni malvagità commessa da un uomo verso un altro uomo, di una civiltà nei confronti delle altre, resta scritta nel libro della vita e solo se si chiede perdono e si fanno atti per riparare al male fatto questo male può essere cancellato dal libro che sarà letto nel giorno del giudizio. La sofferenza di quei bambini, donne, uomini che hanno perso la vita nel mare, dei loro parenti che non avranno più loro notizie, si cumula alle sofferenze che mancano a Cristo e tutto ciò fino al ritorno del Cristo che la Chiesa annuncia ogni giorno dopo le parole sante del sacerdote che trasformano il pane e il vino in Dio stesso: ”Annunciamo la tua morte Signore, … nell’attesa della tua venuta”. Fatto sta che la notizia della tragedia di Lampedusa sarà nel cuore del papa e dei pellegrini e degli ospiti di Assisi che ospitano, con un cuore grande come il mondo, papa e pellegrini,  e consolazione sarà solo la comunione dei santi, il sapere che le anime di questi morti, dei bambini in particolare, sarà tra quelle categorie che dal cielo pregano per noi che siamo ancora viventi in un mondo dove, per eccesso di egoismo, poco si fa per evitare queste tragedie. In Assisi fucina di pace, gli uomini potrebbero sforzarsi di fare delle proposte concrete, coinvolgendo le istituzioni europee e i nascenti quanto deboli governi del dopo primavera araba, per discutere una volta per tutte di come far finire queste morti annunciate, che fanno notizia solo quando accadono tante insieme, ma che, come ben sanno gli abitanti di Lampedusa,  purtroppo accadono continuamente. La realtà della comunione dei santi inciti gli uomini di fede e non, a far comunione tra loro e trovare risorse e idee, soluzioni concrete per dire no a Sorella Morte, quando questa colpisce i più deboli del villaggio globale, altrimenti la pace rimarrà solo un flatus vocis, una bella parola di cui il villaggio globale francamente non ha bisogno.

Claudio Pace Umbria 3 Ott. 2013 Blogger


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