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Centenario della Vittoria:Dov’ è la vittoria? 100 anni dopo la Grande Guerra

Centenario della Vittoria: Dov’ è la vittoria? 100 anni dopo la Grande Guerra

Centenario della Vittoria 4 Novembre 1918 – 2018

Sono passati cento anni dalla fine di una guerra, la cosiddetta ‘Grande Guerra’

o prima guerra mondiale che vide l’Italia vincere contro l’Impero Austro Ungarico.

Centenario della Vittoria
Centenario della Vittoria: Una scultura di Antonio Canova esposta ad Assisi nel 2013

Sinceramente mi aspettavo che un anniversario come questo fosse più ricordato,

magari come i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia.

Senza trionfalismi fuori luogo certo

e senza nemmeno fare sfoggia di un patriottismo che noi italiani forse non abbiamo mai avuto,

perché la nostra storia fino a due secoli fa era un insieme di storie diverse, di lingue diverse,

che ormai si stanno perdendo a favore di quello che una volta era semplicemente

il ‘volgare fiorentino’ e che oggi è l’Italiano che dal nord al sud della penisola

ormai ha preso il sopravvento sui tanti idiomi che si parlavano nel nostro paese.

Una guerra inutile, come del resto sono quasi tutte le guerre,

una guerra che ha visto migliaia e migliaia di giovani sacrificarsi

sotto i colpi del mortaio nemico e dei Gas per la prima volta utilizzati in modo così massiccio per uccidere uomini.

La grande guerra in famiglia

Nonno Lorenzo Pace, cavaliere di Vittorio Veneto …

Mio nonno Lorenzo, visse in prima persona questa guerra, ormai vecchio e malandato,

amava raccontare le sue storie di guerra all’unica persona che gliele chiedeva

e che era disposto ad ascoltarle senza annoiarsi, il sottoscritto che era bambino

e che ascoltava tutti i suoi racconti come fossero delle favole ma che favole non erano.

Ricordo quando gli arrivò a casa l’onorificenza di ‘Cavaliere di Vittorio Veneto‘ in una pergamena che mio papà fece incorniciare e appendere nel corridoio, lui non gradì moltissimo.

Quella pergamena gli ricordò dei momenti molto brutti che visse nella sua gioventù

e con cui dovette fare i conti per un’intera vita:

non è bello infatti rischiare la vita tutti i giorni, patire la fame, vedere morire gli amici

e anche gli avversari giovani come lui, non sono cose tanto piacevoli da ricordare.

Lui preferiva tenersi nella stanza un immagine di una Madonna con il Cristo morte venerata in un santuario del palermitano a cui nel momento del pericolo si sarà certamente rivolto e alla quale non voleva mai che mancasse una luce accesa.

Il piave

Centenario della Vittoria
Centenario della Vittoria: uno dei protagonisti della guerra fu il Beato Carlo d’Austria che capì l’inutilità e la ferocia di un conflitto bellico inutile e cruento, e fece il possibile per porvi fine ben prima del 1918 senza però riuscirvi

Dei tanti racconti che mi fece il nonno quelli dell’attraversamento di un fiume, per attaccare le linee del nemico.

Venne la piena e il fiume gonfio bloccò per qualche giorno qualsiasi forma di approvvigionamento, anche alimentare che per quanto non fosse di grande qualità almeno era qualcosa, così dall’altra parte del fiume le preoccupazioni erano due:

– Salvarsi dai colpi del nemico;

– Cercare di mangiare qualsiasi cosa fosse commestibile.

Lui mi parlava di galline, ma credo che in quei giorni,

qualunque cosa gli fosse capitata a tiro l’abbiano mangiato senza alcun problema.

Una volta vidi un documentario sulla grande guerra che parlava dello stesso episodio capitato a mio nonno,

narrato certo con con il linguaggio tecnico della storia non certo quello dell’esperienza vissuta da un reduce,

ma la cosa mi impressionò molto.

La difficoltà di tramandare il passato

Nel 2001 per ragioni di lavoro, ho passato diversi giorni in quelle zone del Veneto,

sovraintendevo ai cambi dell’Hardware nelle  conservatorie di tutte Italia,

una sorta di consulenza prestata a Sogei, dalla mia azienda It di allora,

e in un occasione, decisi di portare con me il più piccolo dei miei figli,

ormai grandicello, trascorrendo con lui tutto il tempo che non ero occupato dal lavoro.

Un giorno passammo da Bassano del Grappa, dove tra i tanti ricordi c’è una chiesa piena di tombe di giovani soldati: il tempio ossario.

Non mancai di portarlo sulle rive del Piave raccontandogli qualche storia del nonno,

ma certo l’effetto del mio racconto non ebbe lo stesso impatto emotivo di quello che le racconta in prima persona.

Europa e pace

Sono passati più di cento anni da quei giorni di guerra, ormai passata ai libri di storia,

forse vale la pena rileggerla e cercare di capire se l’esperienza negativa di questa Europa dell’Euro,

delle commissioni e degli stati-veto, non debba finalmente trasformarsi in qualcosa di diverso,

che releghi definitivamente ai libri di storia le guerre come la prima e la seconda guerra mondiale,

ma che diventi parte attiva nel pianeta terra per evitare i tanti conflitti in tante parti del mondo che ancora lo insanguino,

e per vincere la grande battaglia della salvaguardia del creato,

della conservazione dell’ambiente sempre più messo in ginocchio dal prevalere dell’interessi di pochi

rispetto a quelli di questa e delle generazioni che verranno.

La vera vittoria, sarà questa, vivere in un mondo privo di conflitti bellici,

rispettoso del creato, le cui risorse venga distribuite equamente tra tutti i popoli, un sogno?

Forse sì, come la pace per quei soldati che vivevano nelle trincee della grande guerra, che non sembrava mai finire,

ma un giorno la guerrà finì, era l’alba del 4 Novembre del 1918, ormai è passato un secolo!

Claudio Pace 1 Novembre 2018 per il centenario della vittoria.


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