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Alessandro Minutella Lettera aperta ai suoi fan dopo la scomunica

Alessandro Minutella Lettera aperta ai suoi fan dopo la scomunica

Alessandro Minutella

Alessandro Minutella
Quello di don Alessandro Minutella si può dire che sia il primo scisma amplificato dall’uso dei social media. Sorge spontaneo il paragone con le 95 tesi presumibilmente affisse da Lutero sul portone della chiesa di Ognissanti del castello di Wittenberg, il 31 ottobre 1517. I portoni delle chiese in fondo erano i media del sedicesimo secolo!

Ciao …,

il cuore della cattolicità, dell’essere cattolici,

è la comunione con il papa e i vescovi mentre il protestantesimo

è nato proprio dalla ribellione all’autorità di Roma creando comunità autocefale

che il magistero di papa Benedetto ha stentato a chiamare ‘chiese’

vedi il documento della Congregazione per La Dottrina Della Fede del 29 6 2007 dal titolo

RISPOSTE A QUESITI RIGUARDANTI ALCUNI ASPETTI
CIRCA LA DOTTRINA SULLA CHIESA

La chiesa cattolica è una sola ed uno solo è il papa,

quello regolarmente eletto dai padri cardinali dopo le dimissioni di papa Benedetto.

Bergoglio

Papa Francesco, che spesso chiamate con una punta di disprezzo ‘Bergoglio’,

è il vescovo di Roma, successore di Pietro, il papa, infallibile solo in rarissime occasioni,

e.g. quando proclama i dogmi, ed al tempo stesso un uomo, autorevole quanto si vuole,

ma un uomo come me, te e Alessandro Minutella e come tutti noi può sbagliare

ed è per questo che con molta umiltà in ogni occasione chiede a chi lo ascolta di pregare per lui.

Don Alessandro Minutella e voi che lo seguite  e che accusate Bergoglio di introdurre il Luteranesimo nella chiesa cattolica

state cadendo nello stesso errore di Lutero, sia pure con modalità di caduta diverse.

Alcune vostre ragioni possono essere valide come valide forse furono alcune invettive di Lutero di allora

ma mai come in questo caso avere tante ragioni non significa avere ragione.

Almeno cercate di rendervene conto e cercate di capire in che difficoltà mettete coloro che

credono in alcuni dei valori che Don Alessandro Minutella crede di difendere (e.g. il valore delle apparizioni mariane)

e che non vogliono nemmeno lontanamente pensare di rompere la comunione con il successore di Pietro

e che pensano invece che il Maligno lo ha colpito proprio nel suo punto più debole,

quello di credersi il custode della verità rivelata, ruolo che appartiene al papa e ai vescovi, agli apostoli non ai profeti.

L’esempio di Padre Pio

I veri santi davanti alla gerarchia che dice ‘no’ si umiliano non si ribellano.

Padre Pio smise di celebrare Messa in pubblico e di confessare quando il Vaticano glielo proibì

e al tempo opportuno il Signore ha esaltato il suo servo.

A noi oggi il riconoscimento della santità di padre Pio e di tanti suoi figli spirituali sembra scontato,

ma 50 anni fa nessuno avrebbe scommesso una lira sulla beatificazione e canonizzazione di Padre Pio.

L’atteggiamento di don Alessandro Minutella mi sembra agli antipodi di quello di Padre Pio

e di innumerevoli altri santi, ricorda forse di più quello di mons. Milingo.

Se Alessandro Minutella invece accettasse la scomunica come correzione fraterna,

sciogliesse il suo movimento, e chiedesse pubblicamente scusa del suo operato

e dello scandalo che ha dato (non c’è peggior scandalo di quello di dividere i credenti)

allora davvero dimostrerebbe la sua cattolicità e farebbe un gran bene alla Chiesa

anche se da qui all’ultimo giorno della sua vita si ritirasse in un convento a pregare e non facesse altro.

Il peccato di dare scandalo

Se invece continua sulla sua strada credo purtroppo che prima o poi, nel profondo della sua coscienza,

si confronterà con quella sentenza di Gesù che riportano i Vangeli e che letteralmente recita:

“Impossibile che gli scandali non vengano, ma guai a colui a causa del quale viene:

è meglio per lui se una pietra da macina viene posta intorno al collo di lui ed è gettato nel mare

piuttosto che di questi piccoli se ne scandalizzi uno”. Lc 17,1-2

Forse le mie parole possono sembrare dure e forse lo sono ma spero che almeno siano chiare e che facciano capire

perché considero una sorta di spam quel martellamento in rete di messaggi inneggianti ad Alessandro Minutella

come il defensor fidei e a Bergoglio come l’anticristo che distrugge la fede cattolica.

Molti di voi che le diffondete credete di fare bene e invece senza rendervene conto promuovete la divisione

nella Chiesa andando contro ciò che Gesù chiese al Padre prima di offrirsi a Lui sulla croce: “Ut Unum Sint“.

Vale la pena continuare così?

Claudio Pace Terni 15 Novembre 2018 su Alessandro Minutella


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