Armonizzare l'atmosfera

Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo Io Sono l’Araldo del Gran Re

Francesco Araldo

"Francesco Araldo del Gran Re

Chi è Francesco?

Dalla Vita Prima di San Francesco d’Assisi di Tommaso da Celano Cap. VII  ASSALITO DAI BRIGANTI, É GETTATO NELLA NEVE, POI SI APPLICA A SERVIRE I LEBBROSI §16 FF 346

Vestito di cenci, colui che un tempo si adornava di abiti purpurei, se ne va per una selva, cantando le lodi di Dio in francese Ad un tratto, alcuni manigoldi si precipitano su di lui, domandandogli brutalmente chi sia.

L’uomo di Dio risponde impavido e sicuro:
«Sono l’araldo del gran Re; vi interessa questo?».

Quelli lo percuotono e lo gettano in una fossa piena di neve, dicendo: «Stattene lì, zotico araldo di Dio!».

Ma egli, guardandosi attorno e scossasi di dosso la neve, appena i briganti sono spariti balza fuori dalla fossa e,
tutto giulivo, riprende a cantare a gran voce, riempiendo il bosco con le lodi al Creatore di tutte le cose.

Il brano appena trascritto intende rispondere ad una domanda fondamentale, molto simile a quella che Gesù stesso pose ai suoi discepoli chiedendo prima cosa la gente pensasse di Lui  e dopo, cosa i loro discepoli pensavano di lui.

Nell’episodio Francesco rischia la vita, perché un giovane di bell’aspetto, sebbene non dovesse essere molto in carne per la vita già piena di sacrifici e digiuni che faceva nelle selve, poteva essere una bella preda da rapire, per chiedere poi e ottenere un riscatto, se di famiglia facoltosa come in effetti Francesco era.

Se avesse detto di essere il figlio di Pietro Bernardone, come in altre occasioni fa per umiltà, probabilmente non se la sarebbe cavata con un po’ di botte, insulti e umiliazioni.

Pietro Bernardone infatti era un mercante e non un nobile e lui, Francesco, stava per andare a fare il cavaliere crociato per dare alla sua famiglia quel blasone nobiliare che nemmeno con il denaro non si poteva comprare.

Essere figlio di Pietro Bernardone dunque significa confessare la propria mancanza di nobiltà, ma non in quel contesto con i briganti interessati solo ai soldi.

Francesco Araldo del Gran Re

San Francesco, profeticamente come nota l’autore,  si presenta invece con l’espressione ‘Sono l’araldo del Gran Re’.

E nota bene che i briganti capiscono bene di che genere di Re si tratta, lo definisco rozzo,

ma comunque sia Araldo di Dio e con disprezzo lo buttano in un fosso in mezzo alla neve,

che gran Re sarà mai se i suoi araldi sono degli straccioni …

Un gesto che in Francesco  non provoca alcun sentimento negativo, ma anzi pare infondergli letizia.

Non ancora quella perfetta letizia che al ritorno della Terra Santa proverà quando si accorgerà di non essere quasi più accolto  tra i suoi, che lui lontano hanno cominciato a costruirsi case, conventi, biblioteche … Tradendo lo spirito di chi seguendo il suo cammino avrebbe dovuto preoccuparsi solo di far riecheggiare le lodi di Dio tra le selve e tra gli uomini, di curarsi dei lebbrosi e dei poveri e di null’altro.

Francesco proverà a farsi capire a modo suo, salirà sui tetti

e tenterà di distruggerli buttando giù le tegole, ma non sarà molto capito,

il fatto è che la santità non ammette mezze misure.

Francesco e l’Eco della Parola di Dio

Il Francesco del brano di Tommaso da Celano comunque salta dal fosso e riprende il canto che fa ri-echeggiare, fa diventare una “Eco”, le lodi di Dio, in mezzo alle selve per adesso abitate solo da animali, lebbrosi e briganti.

Poi in mezzo a questo popolo ci saranno anche i suoi frati …

Dagli Arcani colloqui alla forza arcana dell’eco della Parola del Signore, delle Lodi di Dio che si diffondono,

questo movimento musicale, armonico, che proviene dalla voce di Francesco Araldo,

eco della voce di Dio, non è un dono dello Spirito Santo?

La gioia che invade Francesco non è proprio un sigillo dello Spirito Santo al cammino che Francesco aveva intrapreso?

E l’Eco delle lodi del Signore non richiama, l’Eco,

il Suono della Parola di Gesù che si diffonde nella Galilea insieme alla fama dei suoi miracoli

o del Suono Armonioso dello Spirito che si siede, il giorno di Pentecoste,

su Maria, le donne, gli apostoli riuniti nello stesso luogo a lodare il Signore?

Origini del Cantico di Frate Sole

E sebbene Francesco sia l’autore del più bello e famoso testo poetico della letteratura italiana, il cantico di frate sole,

viene da immaginare che il testo potrebbe essere una rielaborazione di queste lodi in francese di Francesco,

di questi gemiti dell’ Araldo di Dio che in mezzo alle selve cantava in Francese qualcosa di simile:

Loué sois tu, mon Seigneur, avec toutes tes créatures, spécialement, monsieur frère Soleil …

O forse nemmeno cosi in francese, magari usava quella antica lingua provenzale che si parlava nel sud della Francia,

chissà, di fatto ancora oggi a noi italiani la lingua francese ci appare dolce e melodiosa,

e chissà se Francesco la dovette conoscere bene per ragioni di carattere mercantile dato il mestiere che faceva il babbo

e che probabilmente aveva imparato a fare anche lui:

molto meglio usare il francese per lodare Dio piuttosto che per trafficare con il denaro!

Claudio Pace Terni 30/09/2016 Francesco Araldo del Gran Re

Novena Semplice per un amico che ha problemi di lavoro

Novena Semplice per un amico che ha problemi di lavoro

Novena Semplice

Novena semplice per un amico che ha problemi di lavoro, e chi non ne ha di questi tempi!

E cosa può fare una semplice novena per risolvere un problema che gli uomini, con l’aiuto di Dio, dovrebbero risolvere, in primis i politici se dessero la priorità ai problemi della gente invece di dare priorità a questioni, pur importanti ma non della stessa drammaticità come la mancanza di lavoro. 

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Furore Iconoclasta ai tempi di Twitter

Furore Iconoclasta ai tempi di Twitter

Furore Iconoclasta come espressione può sembrare un po’ esagerata, e in effetti lo è, ma non trovo nulla di meglio per spiegare il disagio che ho avuto ieri quando postando uno dei miei su twitter, con una bella immagine di un crocifisso ligneo, ho trovato la mia bella immagine definita come contenuto sensibile, quasi fosse una foto violenta o che esprimesse contenuti violenti che possono urtare la sensibilità di qualcuno.

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Idrologia Medica e Medicina Termale ovvero cure scientifiche naturali

Idrologia Medica  e Medicina Termale ovvero cure scientifiche naturali

Idrologia Medica

Idrologia Medica
Lo spettacolo della luna che tramonta alle 10 del mattino ad Agosto nei residui di un ghiacciaio nella Val di Peio.

Non si possono chiamare sette, perché altrimenti ti becchi subito una denuncia, ma quando certe associazioni per il loro credo religioso o filosofico che sia, impediscono ad una persona di utilizzare le cure mediche tradizionali e la persona muore, il caso finisce nelle prime pagine dei giornali che denunciano giustamente la mancata cura ( che sia una chemio o una trasfusione o altro) che quella persona specie se giovane, ha rifiutato o peggio ancora ha dovuto rifiutare.

L’unica giustificazione valida, universalmente accettata, è quando una madre lo fa per salvare la vita del bambino che porta in grembo, è il caso di Chiara Corbello Petrillo  e di tante altre mamme che per fede religiosa e/o per puro amore dell’essere che portano in grembo rinunciano a cure che potrebbero compromettere la sua nascita.

Ma il fatto che ci siano abusi e speculazioni sulle cosiddette cure naturali non deve però far calare l’attenzione che esistono cure scientifiche naturali, scientificamente riconosciute come le cure termali e l’idrologia medica, che in Italia è ancora una specializzazione post laurea di medicina, che non sono però diffuse e pubblicizzate quanto credo dovrebbero essere fatto.

Si contano sulle dita di una mano i corsi di specializzazione in Idrologia  che non  credo siano ritenuti il massimo per la carriera di un medico …

Anni Sessanta

Nell’Italia degli anni sessanta, queste cure venivano concesse dal sistema previdenziale, veniva riconosciuto anche come malattia il periodo di assenza dal lavoro, con il risultato che i centri termali brulicavano di presenze.

Questo si traduceva in un ritorno occupazionale non indifferente per i centri termali con una spesa che nel corso degli anni si ritenne sempre più insostenibile e che man mano si è tagliata fino a concedere solo una volta l’anno per dodici giorni l’utilizzo di una fonte termale a spese dello stato …

Forse in quei tempi d’oro per la medicina termale, nel computo delle spese statali non si è sufficientemente ponderato il risparmio difficilmente calcolabile del non costo della maggiore salute, in senso preventivo o curativo … d’altra parte i medici di famiglia si pagano secondo il numero dei pazienti che assistono non in base alla loro condizione di salute premiando il medico con i successi delle loro cure sui loro pazienti!

La mia esperienza

Vorrei fare un esempio concreto, il sottoscritto soffre di calcolosi renale, dal 2009, ha subito interventi endoscopici in anestesia generale, bombardamenti, e più ricoveri ospedalieri presso strutture pubbliche … con i loro relativi costi a carico del SSN.

Nell’ultimo ricovero mi sono stati fatti due bombardamenti che hanno avuto l’effetto di sbloccare una preoccupante Idronefrosi, termine tecnico per dire che il rene si dilata perché non riesce a mandare via l’urina e a lungo andare potrebbe, diciamo così, smettere di funzionare.

Uscito da ospedale ho voluto provare ancora una volta le cure termali, questa volta a Peio Terme, dove vengono messe a disposizione tre tipi di acque, quella oligominerale adatta a chi soffre di calcoli renale come me e quella frizzante ferruginosa e artificialmente deferrizzata che viene messa a disposizione di chi soffre di anemia o ha problemi di carattere digestivo.

Ho bevuto quell’acqua per una decina di giorni, ma ho associato alla cura idropinica, delle lunghe passeggiate in montagna nella val della Mite, partendo da Peio 3000 raggiunta con la funivia, e devo dire che per la prima volta sono riuscito ad espellere numerosi frammenti (forse non tutti) dei calcoli che mi portavo appresso da anni.

Ovviamente non posso dire, dal punto scientifico, se è stato il bombardamento fatto in ospedale, l’acqua o il camminare in discesa per le valli trentine, il problema è stato definitivamente risolto ma questa cura fatta seguendo i canoni dell’idrologia medica qualche effetto lo ha avuto: numerose coliche con relative espulsioni di materiale calcoloso (ossalato di calcio) mai fatto prima.

Cure Scientifiche

Probabilmente sono stati tutti e tre fattori insieme all’origine di questa espulsione parziale dei calcoli, ma mi chiedo perché non si studia e si investe di più in queste cure naturali?

Perché non si da spazio di più all’Idrologia Medica e alle cure termali che oltre a offrire una cura meno costosa e invasiva per il paziente, preventiva e curativa, darebbero un impulso maggiore al turismo che è e rimane una delle risorse economiche su cui l’Italia può ancora contare?

In epoca di data base e di informazioni che viaggiano on line, i centri termali potrebbero essere collegati con gli ospedali dove un paziente ha fatto delle tac e varie analisi, potrebbe esserci più scambio di dati nell’interesse del malato, che dovrebbe essere indirizzato al posto dove probabilmente il suo tipo di patologia può essere curato meglio.

Oggi l’unica informazione disponibile on line è solo sull’acqua.

Se è oligominerale o se di è altro tipo, e la visita medica che ti fanno alle terme è del tutto scollegata con tutto il resto, con tutta la buona volontà il medico può darti solo qualche consiglio basato sulla sua esperienza nulla di più ed è un peccato.

Forse un approccio scientifico più aperto del Servizio Sanitario Nazionale all’Idrologia Medica e in genere alle cure termali potrebbe essere utile a contrastare anche un approccio settario alle problematiche mediche, e ridurre il ricorso alla chirurgia e alla farmacologia solo quando è strettamente necessario, come dovrebbe essere ma che forse in alcuni casi non è.

Claudio Pace Terni 18 Settembre 2016 Idrologia Medica